La presentazione sabato 11 novembre 2023 nell’auditorium dell’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice di viale Marconi. Cita Nietzsche Angelo Salamone per spiegare che lo stile di fare arte di Angelo Maddalena è un antidoto o forse un anticorpo verso la mercificazione della realtà e dell’arte, e in effetti all’inzio del docu-corto Mi sembra di viaggiare con te, manuale del moderno cantastorie, Maddalena riporta una frase di Gigi Cifarelli: “Se vuoi produrre musica e letteratura e vendere subito, basta che produci merda, se invece vuoi produrre qualcosa di bello e venderlo, devi aspettare almeno dieci anni”. Una linea di condotta che Angelo interpreta e rivendica da sempre, così come tanti altri artisti poco riconosciuti, alcuni dei quali “parlano” della loro esperienza nel libro Nè matto nè scemo nè ubriaco allegato al docufilm. D’altronde, all’inizio del film, campeggia la citazione di Jerry Saltz, che si riassume così: la povertà è un tratto distintivo degli artisti, ma, come dice Saltz: “Di tutti quelli che ho incontrato, però, coloro che possono contare su una rete di supporto vivono un’esistenza che mantiene la mente giovane, lo spirito vivio, l’arte in costante evoluzione, e in grado di arrichire loro stessi e i fortunati che possono vederla”. Si tratta di una povertà che diventa insurrezione attraverso la creatività e la consapevolezza, e di questo parla il libro La disoccupazione creativa è ancora viva? , uno dei titoli della Libreria Errante della Malanotte che Angelo si porta dietro e chec campeggiano sul tavolo della sala dove si svolge la proiezione del film. Salamone fa parte dell’Associazione Amici della biblioteca di Pietraperzia, che ha organizzato l’incontro con Maddalena per proiettare il documentario di Gabriele Perni quasi in anteprima nazionale (unica data precedente quella del 29 settembre al camping eden di Torricella sul Trasimeno). Emiliano Spampinato, presidente dell’associazione, ha ringraziato (così come anche Salamone) Maddalena per la possibilità di creare un incontro, in una giornata che tra l’altro era ostica dal punto di vista della partecipazione: la raccolta delle olive e San Martino non hanno consentito a molti potenziali partecipanti di essere presenti fisicamente. Nonostante ciò la saletta delle suore salesiane di Pietraperzia si è quasi riempita di spettatori e uditori. Presente, in veste di moderatore, anche Filippo Falcone, storico e docente di Sommatino, autore, tra l’altro, del libro Morte di un militante siciliano (Lighea edizioni, 1999) sulla storia di Tonino Miccichè, di Pietraperzia, emigrato a Torino negli anni ‘60 e morto ammazzato nel 1975 da una guardia giurata per questioni legate alle occupazioni delle case sfitte da parte degli operai della FIAT (anche Tonino ci lavorava), all’epoca quasi tutti meridionali. Presente tra il pubblico anche Mauro Mirci, venuto da Piazza Armerina, che ha consegnato ad Angelo una copia del suo nuovo romanzo C’erano sei re (edizioni Nulladie). Sia Salamone che Falcone si sono concentrati sull’aspetto della “povertà rivoluzionaria” del percorso umano e spirituale dello scrittore e artista polivalente Angelo Maddalena. Falcone ha approfondito il concetto di povertà che libera citando le parole di David Maria Turoldo citato da Angelo: “Io non combatto contro la povertà, ma contro la miseria, perché la povertà è la placenta di tutti i valori”. Angelo ha fatto notare che si tratta di prendersi in mano la propria vita e che molte cose sono cambiate oggi, e quando Salamone lo definisce “cantastorie” (riprendendo il sottotitolo del film) Angelo fa notare che oggi si tratta di smascherare tanti tesori del sottobosco ma anche la finta “modernità” di molte città che reprimono e criminalizzano con le loro politiche di la vita di strada e l’arte di strada, in nome del decoro, e Angelo riporta a questo riguardo testimonianza diretta. Salamone effettivamente tocca nel suo discorso un punto cruciale a questo riguardo: l’età della tecnica che tende ad annientare (e trona il nichilismo di Nietzsche?) l’umanità e l’arte di vivere ei di esprimersi non allineati e non subalterni alle logiche industriali. Mauro Mirci fa notare che il “modello” che Angelo propone è un modello “triangolare”, cioè che non rientra nei “quadri, nello schema mentale spesso quadrato che molti di noi conservano”. In concomitanza con il documentario è stato presentato il libro Nè matto nè scemo nè ubiaco, scritto a quattro mani da Gabriele Perni e Maddalena (il libro contiene il laboratorio di domande del regista allo scrittore, appunti di Angelo, bozze di sceneggiatura e contributi di Alvise Sgaravatti, Maurizio Favaro, Pia Viale e altri, più disegni, foto di scena e di locandine di spettacoli di Angelo e almeno un acquerello dell’autore). Il titolo del libro è spiegato nella prima pagina: “L’artista, quello puro, può sembrare matto, scemo o ubriaco ma in realtà quella è spesso una maschera per entrare dentro il mondo e fare entrare il mondo dentro di sè, e la frase Nè matto nè scemo nè ubriaco la diceva un certo Quirino, di San Feliciano sul Trasimeno”, luogo in ciii Angelo ha vissuto negli ultimi anni e dove è in parte ambientato il documentario, oltre che s Perugia, dove Angelo ha vissuto fino a pochi mesi fa. GAETANO MILINO
PIETRAPERZIA. Rinviata a data da destinarsi l’esibizione della Fanfaradei Carabinieri.
Il rinvio “per motivi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri”