“Caltanissetta fa quattru quarteri, la megliu giuvintù li surfatara”, recita così un canto popolare magistralmente interpretato (e scritto?) da Rosa Balistreri. Sarà l’energia dello zolfo e la forza dei surfatari che fanno di questa città una “piccola Atene”, come era chiamata negli anni ‘60 del secolo scorso, quando nei bar della piazza e del corso Umberto si ritrovavano Leonardo Sciascia e altri filosofi e letterati nisseni? C’è un luogo a Caltanissetta dove si respira ancora quell’atmosfera, gli animatori e i gestori di questo luogo si chiamano Carlo e Grazia, e prima di entrare dal grande portone di vetro, si possono leggere due lunghe frasi su due garage attigui al portone: una è di Luigi Pirandello e una di Leonardo Sciascia, appunto. Ieri Filippo Falcone, entrando nell’Atelier Carlo Sillitti, cioè una grande stanza a piano terra che è il laboratorio di Carlo, scultore nisseno che ha un’età per cui potrebbe aver incontrato Leonardo Sciascia, ha detto a Carlo: “Venendo qui ho visto le frasi che hai sparso per i muri della città”. Ai piedi della scalinata Lopiano (Carlo dice che la conoscono così, e quindi lo scrive nelle locandine, anche se esattamente si trova in via Melfa) c’è questa stanza, entrando a destra ci sono sculture di Carlo, un grande uccello e altre figure, quasi sempre di colore bianco. Ieri sera, come tutti i venerdì di fine mese, c’erano anche le sedie disposte nella parte sinistra, entrando, e in fondo uno schermo dove è stato proiettato il docu-corto Mi sembra di viaggiare con te, manuale del moderno cantastorie, di Gabriele Perni, di cui chi scrive è il protagonista. Grazia, moglie di Carlo e coordinatrice degli incontri del venerdì, ha letto le prime righe della prefazione di Alvise Sgaravatti al libro Nè matto né scemo né ubriaco, e poi Gianfranco Cammarata ha letto la poesia di Antonio Machado, quella in cui si trova il passo famoso: “Caminante, non hay un camino, el camino se hace con l’andar”. Dopo la proiezione del docu-corto, gli applausi scroscianti sono stati indirizzati a Gabriele Perni, regista perugino del documentario durato 29 minuti. E quindi la parola è stata data a Filippo Falcone, storico di Sommatino, autore di diverse pubblicazioni su militanti di base, tra cui Morte di un militante siciliano, sulla storia di Tonino Miccichè. “Angelo ha messo la scrittura e il canto a servizio delle lotte popolari degli ultimi anni”, ha osservato Filippo, “per esempio il movimento No Tav della Val di Susa”, e ha indicato il libro Diari della Val di Susa, che comprende anche il dvd del monologo teatrale Alla Maddalena, la favola del 3 luglio in Val di Susa, che Angelo ha presentato in decine di località non solo italiane (Francia e Belgio) tra il 2011 e il 2016. Filippo ha anche citato un capitolo del libro Taccuino di viaggio interiore in cui Angelo parla del pensiero calcolante, citando Umberto Galimberti, “tutti siamo sotto il dominio del pensiero calcolante”, ha sottolineato Filippo, e Angelo poi ha letto il passo del libro e cioè il capitolo dal titolo Il pizzettaro, l’arte nell’epoca della tecnica ed Eraclito. Dopo l’intervento di Filippo, Angelo ha cantato la sua canzone La ballata degli invisibili, scritta nel 2021, che Gabriele Perni ha inserito nella colonna sonora del film. Un’altra poesia scritta da Gianmarco, dal titolo Andare, poi Valeria Dellutri ha recitato una sua poesia sul tema della casa, quindi Angelo ha cantato una sua canzone dal titolo Casa, poi Luigi Bartolomeo ha recitato un pezzo di un canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante, sempre collegato al viaggio e dell’andare. Un collage corale intorno a un tema che Angelo affronta, in qaunto, come si vede nel film, ha vissuto per periodi significativi da artista di strada cambiando spesso case e città. Alla fine Angelo ha cantato un suo brano inedito dal titolo Alice, e poi ha letto dei brevi passaggi di interviste a Niccolò Fabi, Motta e Davide Di Rosolini, per raccontare percorsi fuori dal “pensiero calcolante” anche di artisti inseriti in un circuito commerciale ma non per questo incapaci di un pensiero che sfugge al pensiero unico. Nel finale Filippo Falcone ha fatto una riflessione a partire dalle feste natalizie, in cui spesso di tende a un consumo compulsivo, mentre si potrebbe anche valorizzare la letteratura di qualità come quella prodotta dalla Malanotte, etichetta editoriale di cui Angelo è fondatore e promotore. Angelo ne ha approfittato per citare Mirella Muià, scrittrice ed eremita diocesana che abita nell’Eremo dell’Unità a Gerace, nella Locride, e che racconta il suo percorso nel libro La porta aperta dell’orizzonte, uno dei titoli della Libreria Errante. L’incontro è piacevolmente continuato attorno al lungo tavolo imbandito di ottime pizze di un forno locale e con un gustoso vino, ma anche un assaggio di birra artigianale e tanta convivialità, il tutto offerto da Carlo e Grazia. Un esempio di socialità e creatività, cultura dell’incontro in stile mediterraneo che Filippo Falcone ha definito prezioso e che “supplisce alla mancanza delle istituzioni”.
COLLETTA ALIMENTARE 2024. Numeri molto positivi anche all’Edizione 2024 della Colletta Alimentare.
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