ENNA. “TUMORE DEL FEGATO E DELLE VIE BILIARI: DAL PERCORSO DI DIAGNOSI, ALLA CURA, AI BISOGNI DEI PAZIENTI” 

ENNA. “TUMORE DEL FEGATO E DELLE VIE BILIARI: DAL PERCORSO DI DIAGNOSI, ALLA CURA, AI BISOGNI DEI PAZIENTI” 

- in Enna

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna ha iniziato
il nuovo anno con il terzo e penultimo evento formativo realizzato in
collaborazione con la Chirurgia generale dell’Umberto I. Un ciclo di
eventi, molto partecipato, che ha voluto instaurare le basi per un
solido e regolare dialogo tra i medici specialisti e i medici di
medicina generale, front-office per tutti i pazienti inclusi quelli con
patologie oncologiche, al centro di questi quattro appuntamenti. Il
terzo appuntamento, tenutosi il 27 gennaio, ha concentrato
l’attenzione dei partecipanti su “TUMORE DEL FEGATO E DELLE VIE
BILIARI”. L’EPATOCARCINOMA, è un tumore causato da uno sviluppo
incontrollato delle cellule dei tessuti del fegato, quest’ultimo spesso
già affetto da cirrosi; nel 2018 ha avuto un’incidenza di 12.800 casi in
Italia con un rapporto maschi – femmine di due a 2.2:1, con una maggiore
incidenza al sud Italia. Per quanto riguarda il COLANGIOCARCINOMA,
comunemente chiamato TUMORE DELLE VIE BILIARI in Italia rappresenta l’1
per cento di nuove diagnosi di neoplasia e l’1 e il 3 per cento di
mortalità oncologica rispettivamente nel sesso maschile e femminile. I
fattori di rischio più frequenti per l’EPATOCARCINOMA sono: l’epatite B
e C, le coinfezioni virus epatite e HIV, l’abuso di alcol, le malattie
metaboliche ereditarie (quali emocromatosi e deficit alfa); sindrome
metabolica quale diabete, ipertensione, dislipidemia,
obesità che determinano la steatite non alcolica; e la cirrosi epatica.
Studi epidemiologici indicano che in Italia vi sono 1 milione di
soggetti con infezioni attiva da HCV e circa 300 mila con epatopatia
cronica HBV correlata. Circa 20 – 30 per cento delle persone con
STEATOEPATITE, sviluppa una cirrosi nel corso di circa 20 trent’anni.
Quindi tra i compiti del medico vi sono l’identificazione precoce dei
soggetti con epatite cronica a rischio evolutivo e la presentazione allo
specialista dei soggetti con rischio di stadiazione. Tra le importanti
prescrizioni di PREVENZIONI per questi soggetti vi sono i seguenti
suggerimenti: tutti i pazienti con CIRROSI EPATICA
devono effettuare lo screening per epatite A (HAVIgG) e in caso di
mancata esposizione devono effettuate la vaccinazione anti epatite A. I
pazienti CON INFEZIONE DA HCV non esposti ad HBV devono fare il vaccino
anti-epatite B. Eccetto controindicazioni specifiche, consigliare
sempre il vaccino antipneumococcico e antinfluenzale.
Considerata la complessità nel diagnosticare questa neoplasia e la sua
aggressività – com’è emerso dalle relazioni della giornata – è
necessario promuovere campagne di screening per ridurre i fattori di
rischio e permettere una diagnosi tempestiva che consenta trattamenti
risolutivi quali ad esempio il trapianto di fegato o la resezione. Oggi,
come si è visto durante il corso, diverse sono le tecniche chirurgiche
attuabili. Mentre nei pazienti con diagnosi tardiva c’è la
possibilità di attuare trattamenti chemioterapici, terapie sistemiche.
Per la stessa motivazione è necessario un lavoro di team che inizi con
la prevenzione e la supervisione dei medici di medicina generale e
termini, se necessario, con le cure ospedaliere. Durante la mattinata un
focus anche sulla valutazione cardiologica del
paziente oncologico, l’ospedale di Enna è stato infatti tra i primi in
Sicilia ad avviare un ambulatorio dedicato in stretta sinergia con il
reparto di Oncologia del medesimo nosocomio. I relatori che si sono
susseguiti al secondo appuntamento sono stati: il
direttore del corso il presidente dell’OMCeO, dottore RENATO MANCUSO;
il responsabile scientifico DANILO CENTONZE, primario della Chirurgia
generale di Enna e i medici: ILARIA GAGLIANO, DEBORA DI DIO, PAOLO DI
MATTIA, VALERIO GIAIMO,  ANNALISA BONASERA, CARLA LINGUANTI.
GAETANO MILINO

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