STORIE DI UOMINI- Chi era il maresciallo Salvatore Troja, ucciso a Barrafranca (EN) il 13 febbraio 1956

STORIE DI UOMINI- Chi era il maresciallo Salvatore Troja, ucciso a Barrafranca (EN) il 13 febbraio 1956

Uno dei doveri della società civile è ricordare gli uomini dal grande spessore morale che, per sfortunate vicende, hanno perso la vita. È in quest’ottica che oggi vogliamo far conoscere il maresciallo Salvatore Troja, ucciso a Barrafranca (EN) il 13 febbraio 1956, attraverso la sua figura di uomo e di ufficiale.

Il 13 gennaio 1908 nasce a Ramacca (CT) Salvatore TROJA, di Tommaso e di Giuseppina Sanfilippo.

Il 30 aprile 1926 si arruola nell’Arma dei Carabinieri.

Il 15 ottobre 1926, dopo il corso, vieni promosso Carabinieri a piedi.

Dal 1926 al 1929 svolge servizio come C.re ausiliario presso la legione di Palermo.

Il 29 settembre 1929 a Scordia (CT) sposa Lucia Scirè, di Rocco, classe 1908.

Il 01 maggio 1929 viene posto in concedo illimitato.

Il 27 settembre 1930 nasce a Scordia la primogenita Giuseppa, deceduta il 5 settembre1931.

Il 28 novembre1933 nasce a Catania la figlia Giuseppa Anna Maria.

Il 07 settembre1937 nasce a Scordia la figlia Fortunata Antonina Angela.

Il 06 marzo 1940 nasce a Scordia la figlia Amalia.    

Il 04 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, viene richiamato alle armi.

Il 31 marzo 1940 viene promosso Vice Brigadiere dei Carabinieri.

Il 18 novembre 1941 è mobilitato col 13° Battaglione CC.NN “Bologna”.

Il 01 gennaio 1943 viene catturato dai tedeschi.

Dopo l’armistizio di Cassabile dell’8 settembre 1943 non aderisce alla RSI e unitamente ad altri militari si disperde in Albania.

L’08 settembre 1944 viene fatto prigioniero di guerra in Albania.

Il 14 aprile 1945 riparte da Tirana e giunge a Bari dove viene ricoverato all’Ospedale militare di Valenzano per malaria.

Il 19 aprile 1946 riprende, con il grado di Brigadiere servizio a Messina.

Nel 1947, grazie ad una delicata operazione, il Troja riceve un encomio solenne concesso dal Comando Legione Messina con la seguente motivazione: “Sottoufficiale in sottordine-dando prova di alto senso del dovere, energia e zelo, coadiuvò efficacemente il proprio comandante di compagnia in laboriose indagini che si conclusero con l’arresto di sette persone associate per delinquere e responsabile di rilevanti furti, e con il recupero di gran parte della refurtiva per un valore di circa duemila lire. Nel corso delle indagini richiamato dalla detonazione di una pistola sparato dal collega impegnato in una colluttazione con pericoloso delinquente che stava per essere sopraffatto e disarmato, affronta decisamente il ribelle stordendolo con un colpo di calcio della pistola di ordinanza permettendo in tal modo l’arresto. Floridia- Avola 1947”.

Il 30 giugno 1949 promosso Maresciallo Ordinario.

Il 30 giugno 1951 promosso Maresciallo Capo.

Il 18 settembre 1952 è nominato Comandante della stazione dei carabinieri di Barrafranca (EN) che allora era sita in via Santa Rita, dietro l’attuale palazzo Comunale. Difatti una parte del palazzo comunale (dove attualmente c’è il gabinetto del sindaco) era la stazione del comando dei Carabinieri e i locali attigui, erano le carceri.

Il 13 febbraio 1956 viene ferito gravemente, assieme alla figlia Amelia, in un agguato davanti casa. La ragazza muore sul colpo. Il maresciallo viene trasportato all’Ospedale di Caltanissetta, dove muore il 14 febbraio.

Dopo i funerali le salme vengono trasferite e tumulate al cimitero di Scordia (CT), dove attualmente riposano.

FONTI: documentazione in possesso del maresciallo in pensione Salvatore Sessa, nipote del compianto Troja; ricerche storiche del maresciallo in pensione Vincenzo Pace di Barrafranca (EN; ricerche storiche di Carmelo Gambera incaricato per la memoria del presidio Libera di Scordia; articoli del quotidiano “La Sicilia” anno 1956.  (Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA

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