Pietraperzia. I giorni scorsi Michele Siciliano ha donato, il suo primo libro di memorie alla Biblioteca Comunale.
Erano presenti l’Assessore Rosalba Ciulla , Rosselli Filippo , ex Assessore provinciale e Rosario Caffo.
“Un padre di nome Rocco “ è stato scritto insieme alla dottoressa Silvia Bertani.
Michele, nono di dieci figli, precisa: ”Ho capito che soltanto scrivendo, fissando sulla carta frammenti della vita di papà Rocco, avrei conservato un’immagine dell’uomo che si stava inabissando rapidamente nei ricordi. Ho scoperto che le parole avrebbero trovato la forza di andare oltre i luoghi comuni, tracciando un ritratto sospeso tra vicende familiari e sociali di una generazione che ha vissuto quasi esclusivamente nell’ambito di Pietraperzia”.
Il libro di ricordi ha preso forma .
Michele Siciliano non si è lasciato conquistare né dalla verità delle foto, né dalle testimonianze dei parenti. E’ andato a cercare nella penombra del non detto, nei dettagli persi di vista, nelle parole ascoltate distrattamente, perché è li che si trovano le tessere per ricostruire un mosaico umano delicato e forte.
C’è stata la volontà di fare un passo indietro nel tempo, recuperando la “ memoria rurale” di una Sicilia , in realtà neanche così lontana.
Attraverso una narrazione semplice e scorrevole , l’autore ci prende per mano portandoci nei campi e nelle stalle, tra processioni e sagre, semine e raccolti. Grazie a lui possiamo ascoltare il pigolio dei nidi, il canto delle cicale, i muggiti delle mucche.
Possiamo imparare come papà Rocco, classe 1913, curava le api, faceva il vino e l’olio di oliva, come lavorava la terra con i buoi e come forgiava le ceste e le scale. I gesti delle mani ritornano tra le pagine, il suo modo di ridere e camminare.
” Sono numerosi gli eventi – racconta Siciliano – che non riesco a scordare. Ma la cosa che, piú di ogni altra, si staglia nitida nella mia memoria è l’immagine di mio padre che lavora, la fronte madida di sudore. Lo risento parlare con gli animali ogni volta che gli portava da mangiare. Alle mucche dava nomi propri. Dialogava anche con le piante dell’orto. Forse per questo crescevano così rigogliose. Oltre ai fiammiferi, il sale era l’unica cosa che doveva comprare ,tutto il resto lo produceva nel podere. Per lui, contadino, lavorare era un dovere. Solo faticando si sentiva vivo e riusciva a dare un senso alla propria esistenza. Quando ero piccolo , tanto piccolo che forse non andavo ancora a scuola , stavo sempre incollato a mio padre come fossi una sua appendice. Mentre lo guardavo sollevare la vanga o il piccone, calpestavo l’ombra che si allungava al suo fianco o dietro di lui”
Con questo libro , il figlio vuole rendere omaggio al padre e a tutti i lavoratori della terra di Pietraperzia che , con grande sacrificio e amore, hanno prodotto quel che era essenziale all’ esistenza e alla civile convivenza umana.
La zappa, l’aratro, la falce, la pala ed il tridente rappresentano i ricordi più veri ed hanno la capacità di far riscoprire una infinità di quadretti rustici e di sentimenti genuini, ora dolorosi ora gioiosi, che costituiscono la nostra memoria storica.
Come canta Guccini ,’ e tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai …’
Da questo libro emerge quell’umanità che solo la narrazione di un rapporto intimo, fatto di gesti quotidiani, sa donare.
Queste memorie rivalutano gli aspetti di un modo di vivere che, troppo in fretta, sono stati messi nel dimenticatoio.
Il libro si può ritenere personale, di interesse solo per i parenti ma , in realtà , la conoscenza, il rispetto per il passato e per le tradizioni , possono servire per la crescita culturale delle giovani generazioni.
La donazione nasce dalla convinzione che mettere a disposizione anche semplici memorie , possa servire per la riscoperta delle proprie radici , per non dimenticare il vissuto di chi ci ha preceduto e sia un momento di riflessione sulla civiltà contadina del nostro territorio.
La vita dei nostri padri rivive in un volume riccamente illustrato .
Si tratta di un mondo dai valori semplici e forti raccontato nei diversi aspetti della sua vita quotidiana . Così viene descritta la famiglia contadina, la casa di campagna, gli attrezzi agricoli, l’aratura e il grano, la vendemmia e la vinificazione, l’orto, la stalla dei bovini, la saggezza contadina fatta di proverbi e modi di dire.
Michele Siciliano, emozionato, ha evidenziato “ come sia bello essere in una biblioteca importante come quella di Pietraperzia. Ricordo con piacere, la piccola biblioteca del collegio. Frequentavo la scuola media e il pomeriggio, avevo il compito di curare la distribuzione e il ritiro dei libri. Mi piaceva quel magico evento che accadeva quando chiedevano il titolo di un libro ed io subito, grazie alla schedatura ,lo individuavo in mezzo a migliaia di altri. C’erano gli armadi, le antine di vetro e dentro c’erano i libri accostati l’uno all’altro. L’idea che mi ero fatto è che fosse roba dei prof, e quindi fosse meglio non toccare. E mi sbagliavo. Con il senno del poi, definirei la biblioteca come luogo di scoperta. E’ luogo di incontro con le persone. Per questo ho pensato che questo libro potesse stare insieme ad altri libri dello stesso genere, a disposizione di tutti. Nell’era dell’online , ho scelto il cartaceo perché è e resterà anche un oggetto tecnico modernissimo, resistente, duraturo, e consultabile in ogni momento”.