PROCURA DELLA REPUBBLICA CATANIA. Eseguite quindici misure cautelari per frodi IVA e accise sui prodotti energetici

PROCURA DELLA REPUBBLICA CATANIA. Eseguite quindici misure cautelari per frodi IVA e accise sui prodotti energetici

- in Cronaca

Nell’ambito di indagini coordinate da questa Procura, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Direzione Territoriale VII Sicilia/Gruppo Operativo Regionale Antifrode e Ufficio delle Dogane etneo hanno dato esecuzione, nelle Province di Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa, ai provvedimenti del Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale con cui sono state disposte misure cautelari personali e reali nei confronti di 15 soggetti, a vario titolo indagati per associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della città etnea e condotte da unità specializzate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania unitamente ai funzionari della predetta Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno riguardato un sodalizio criminale dedito alla commercializzazione in evasione di IVA e accise, su vasta scala e in tutto il territorio della Regione Sicilia, di ingenti quantitativi di “gasolio agevolato ad uso agricolo”. In particolare, gli approfondimenti svolti, anche mediante attività tecniche, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, accertamenti bancari e analisi di documentazione contabile e extracontabile, avrebbero evidenziato un collaudato sistema fraudolento promosso e organizzato da SALVATORE GIUFFRIDA, detto Giovanni (classe 1983). Quest’ultimo, nel ruolo di ideatore dell’associazione criminale, avrebbe operato come amministratore di fatto della “G & G s.r.l.” di Palermo e della “D.I. Marte Petroli” etnea, legalmente rappresentate, rispettivamente, dai sodali SALVATORE GRESTA (classe 1967) e MARCO GUARNACCIA (classe 1984), al fine di poter acquistare gasolio a uso agricolo per poi destinarlo ad usi soggetti a maggiore imposta (uso autotrazione), con sensibili guadagni illeciti. Difatti, il prodotto energetico destinato all’agricoltura sconta un’aliquota ridotta rispetto a quella ordinaria sia per l’IVA (10% anziché 22%) che per le accise (- 50 cent. al litro). Più in dettaglio, nell’attuale fase del procedimento in cui non si è pienamente instaurato il contraddittorio con le parti, sarebbe stato ricostruito un sistema fraudolento per mezzo del quale la “G & G s.r.l.”, una volta acquistato il prodotto agevolato, avrebbe provveduto alla sistematica cessione, solo formale, a favore della d.i. Marco GUARNACCIA risultata una mera “cartiera”, priva di deposito e struttura organizzativa. In realtà, il prodotto sarebbe stato invece destinato a depositi situati principalmente nell’agrigentino per la successiva rivendita “in nero” come gasolio da autotrazione, gestiti da altri appartenenti al sodalizio: Salvatore INCARDONA (classe 1979), rappresentante legale della INCARDONA s.r.l.s., Alfonso FARRUGGIA (classe 1964), titolare dell’omonima ditta individuale, Calogero SAMBITO (classe 1960), rappresentante legale della SAMBITO s.r.l., e Rosario FALCO (classe 1976), rappresentante legale della FALCO CARBURANTI s.r.l.. Peraltro, allo scopo di evitare il rischio di sequestri e sanzioni nel corso di eventuali controlli su strada delle autobotti, la società palermitana sarebbe stata solita emettere apposito documento di trasporto (e-das), successivamente distrutto od occultato una volta raggiunta la destinazione concordata. Parallelamente, la d.i. Marco GUARNACCIA, formale ricevente del gasolio agricolo, risulterebbe non aver emesso alcuna fattura di rivendita nei confronti degli effettivi destinatari e utilizzatori in modo da far perdere le tracce del prodotto energetico. Nell’organizzazione dell’associazione a delinquere, sarebbe inoltre emersa la figura di Andrea RUSSO (classe 1977), il quale, titolare di società di trasporti, avrebbe messo a disposizione di GIUFFRIDA le autobotti utilizzate per il trasferimento delle partite di carburante verso i suddetti depositi. Nello specifico, RUSSO, di concerto con GIUFFRIDA, avrebbe impartito ordini e disposizioni agli autisti coinvolti nella frode, ovvero Salvatore CHIMENTI (classe 1958), Rocco FERRACANE (classe 1969) e altro indagato (classe 1983). I proventi illeciti accumulati a seguito della rivendita del prodotto energetico sarebbero stati riciclati mediante trasferimento operato, in particolare, da GIUFFRIDA, GRESTA e GUARNACCIA, a favore della G&G S.r.l. in modo da perpetuare il meccanismo di frode e al contempo ostacolare l’identificazione della provenienza illecita della provvista. Infine, sarebbe stato appurato che la G&G, allo scopo di abbattere i ricavi e il debito IVA sorti per effetto delle vendite fittizie alla d.i. Marte Petroli, in aggiunta alle fatture reali di acquisto di prodotti energetici da altri operatori economici, avrebbe ricevuto dalla “FAST FUEL S.r.l.” e dalla “GOLD BLACK S.r.l.”, gestite dai sodali Marco LO CASCIO (classe 1989) e Giuseppe Pietro LA QUATRA (classe 1990), anche fatture per operazioni inesistenti, accompagnate da numerosi documenti di trasporto falsi, per attestare l’acquisizione, mai avvenuta, di ulteriori quantitativi di gasolio agricolo. Nel corso dell’attività investigativa, a riscontro delle evidenze raccolte, sono stati effettuati tre distinti interventi che hanno portato al sequestro di complessivi 41.000 litri di prodotto energetico a uso agricolo, n. 4 autocisterne, n. 1 semirimorchio e altre attrezzature utilizzate per il trasporto e la commercializzazione illecita del carburante. Sulla scorta del quadro indiziario prospettato, il GIP presso il Tribunale di Catania, su richiesta di questa Procura, ha dunque disposto misure cautelari:

– reali, nella forma del sequestro preventivo di beni e attività finanziarie nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro nonché di 6 depositi di stoccaggio di prodotti energetici coinvolti nel meccanismo fraudolento (n. 5 in provincia di Agrigento e n. 1 in provincia di Palermo);

– personali nei confronti di 14 indagati (2 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari e 8 obblighi di dimora abbinati alla sospensione dall’esercizio di impresa per 4 indagati e all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria  per altri 3 indagati). Tale decisione è stata assunta dopo che, in ossequio alle recentissime novità legislative introdotte dalla riforma cosiddetta “Nordio”, sono stati effettuati interrogatori preventivi dei soggetti coinvolti dinanzi al medesimo G.I.P., al cui esito sono state ritenute sussistenti le esigenze cautelari a carico dei predetti. GAETANO MILINO

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