CATANIA. Operazione “Dentro o Fuori”.15 Misurecautelari per altrettante persone.

CATANIA. Operazione “Dentro o Fuori”.15 Misurecautelari per altrettante persone.

- in Attualità

I quindici indagati unitamente ad altre 14 persone. Del primo gruppo, 2 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 9 destinatari di interdittiva. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della città etnea. Nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate da questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione, nelle province di Catania, Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese, con il supporto degli omologhi Comandi Provinciali nonché del I Gruppo etneo, a un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 15 soggetti (2 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 9 destinatari di interdittiva), a vario titolo indagati, unitamente ad altre 14 persone, per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di FOI nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Sulla scorta del medesimo provvedimento cautelare, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania hanno eseguito anche il sequestro preventivo di 28 società commerciali coinvolte nella frode fiscale nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili riconducibili ai principali indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro. Le indagini, svolte anche mediante attività di intercettazione telefonica e ambientale, accertamenti bancari, acquisizioni documentali, escussione di persone informate sui fatti e servizi di osservazione, avrebbero fatto emergere, nell’attuale fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti, un diffuso sistema di frodi fiscali, realizzato attraverso la creazione di consorzi di imprese con il solo scopo di operare la somministrazione illecita di manodopera a favore delle aziende clienti, celata sotto forma di falsi appalti di servizi. Le investigazioni hanno preso avvio a seguito dello svolgimento di una serie di controlli fiscali, che avrebbero fatto emergere i segnali di un fenomeno illecito organizzato e particolarmente diffuso, specie tra le imprese operanti nel settore turistico-alberghiero di Sicilia, Calabria e Lazio, dannoso sia per l’Erario, a causa dell’ingente evasione di imposte (dirette e IVA) e contributi previdenziali, sia per le aziende che operano lecitamente sul mercato, meno concorrenziali rispetto a quelle che si sarebbero avvantaggiate della frode, in grado di praticare tariffe più convenienti in virtù dei conseguenti più elevati margini di guadagno. Il meccanismo di frode si sarebbe basato su uno schema operativo ricorrente. In primo luogo, la costituzione di entità giuridiche in forma di consorzi (CONSORZIO LOGATRANS e CONSORZIO IN&OUT con sede legale, rispettivamente, a Roma e Firenze) e società consorziate (oltre 26 susseguitesi nel tempo distribuite tra le province di Milano, Firenze, Roma, Catania e Messina), tutte prive di una propria organizzazione, di mezzi e senza l’assunzione di alcun rischio d’impresa, aventi di norma un ciclo di vita molto breve durante il quale avrebbero accumulato, senza onorarli, ingenti debiti tributari. Tali soggetti giuridici, legalmente rappresentati da prestanome, spesso nullatenenti e privi di  competenze professionali adeguate al ruolo apparentemente rivestito, avrebbero operato come meri serbatoi di manodopera, nel senso che sarebbero stati utilizzati esclusivamente per assumere un numero elevatissimo di lavoratori, per la maggior parte provenienti dalle aziende divenute clienti, per poi metterli a disposizione proprio di queste ultime sotto forma di appalto di servizi fittizio. In realtà, come emerso dalle investigazioni, i lavoratori non avrebbero mutato né sede lavorativa, né qualifica professionale, rimanendo, di fatto, alle dipendenze dell’originario datore di lavoro per continuare a svolgere le proprie ordinarie mansioni.

Lo scopo sarebbe stato dunque quello di esternalizzare, solo in apparenza, la forza lavoro, in modo da conseguire diversi vantaggi consistenti: per le società clienti, nella maggiore flessibilità a fronte di una riduzione di costi sul lavoro, potendo modulare l’entità della manodopera in base alle esigenze di periodo e, al contempo, risparmiare sugli oneri retributivi, assicurativi, previdenziali e normativi connessi alle diverse tutele riconosciute ai lavoratori; ciò per effetto del licenziamento dei dipendenti delle predette aziende e della parallela assunzione in capo alle consorziate. Per di più, la stipula (solo formale) di un contratto di appalto avrebbe consentito alle clienti di detrarre l’iva applicata in fattura (non genuina) relativa ai “presunti servizi” erogati; per gli ideatori del “sistema consorzio”, negli ingenti profitti illeciti derivanti dal mancato pagamento allo Stato dei debiti erariali (per imposte e contributi) maturati dal consorzio e dalle consorziate, neutralizzati attraverso indebite compensazioni con crediti IVA inesistenti derivanti dal simulato acquisto di beni strumentali da società “cartiere”, in realtà appositamente costituite dal sodalizio criminale per emettere fatture false. Quest’ultima operazione sarebbe stata essenziale nella filiera del sistema fraudolento in quanto, beneficiando di compensazioni con crediti inesistenti, le consorziate avrebbero potuto certificare al cliente finale di avere “correttamente” assolto agli obblighi di versamento, fornendo la certificazione di regolarità contributiva (da INPS o INAIL competente per territorio) ovvero il modello DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva). L’escamotage in parola avrebbe infatti consentito di aggirare le disposizioni introdotte dal legislatore per contrastare il fenomeno delle somministrazione illecita di manodopera come, a esempio, le disposizioni dell’art. 4 del D.L.124/2019 le quali obbligano le imprese che ricorrono ad appalti, subappalti, affidamenti a soggetti consorziati caratterizzati da prevalente utilizzo di forza-lavoro, come nel caso di specie, a richiedere certificazione di regolarità di pagamento delle imposte e dei contributi. Negli ultimi 5 anni il giro di fatture false legato al sistema di frode nel suo complesso sarebbe stato pari a oltre 56 milioni di euro di imponibile e oltre 13 milioni di IVA, garantendo profitti illeciti all’associazione a delinquere per oltre 8 milioni di euro, la metà dei quali sarebbe stata distribuita agli organizzatori del sistema sotto forma di compensi professionali, stipendi, rimborsi spese. Le attività di indagine avrebbero riscontrato che il centro decisionale di tutto il sistema fraudolento sarebbe ubicato a Catania, presso lo studio in via Napoli del commercialista PALADINO Antonio e del suo collaboratore SANFILIPPO Gaetano, promotori e organizzatori del sodalizio criminale sebbene gli stessi non abbiano ricoperto alcun ruolo formale nei consorzi e nelle consorziate e nonostante il fatto che le tali società avessero sede legale in diverse province italiane (Milano, Firenze, Roma, Messina e Catania), talvolta presso civici inesistenti o locali vuoti e/o in disuso. Per la realizzazione del disegno criminoso, i predetti PALADINO e SANFILLIPPO sarebbero stati coadiuvati da una serie di partecipi all’associazione a delinquere e da altri collaboratori esterni ad essa. Tra i primi vi sarebbero RIITANO Sergio (cl. 1969), responsabile e referente della rete commerciale in Calabria e nel Lazio, PAPARATTO Giuseppe (cl. 1969), referente di alcune strutture ricettizie operanti in Calabria, nelle plurime vesti di imprenditore, professionista, consulente del lavoro e depositario delle scritture contabili di società clienti dei consorzi LOGATRANS e IN&OUT nonché procacciatore di clienti per questi ultimi, unitamente a GRANVILLANO Mariangela (cl. 1982) e MASSIMI Simonetta (cl. 1968), entrambe nel ruolo di addette alla gestione dei clienti/appaltanti, degli adempimenti giuslavoristici riguardanti i lavoratori in carico alle consorziate affidatarie e dell’interlocuzione e gestione delle teste di legno posti a capo dei consorzi e delle consorziate in qualità di legali rappresentanti. Gli altri collaboratori del duo PALADINO/SANFILIPPO sarebbero costituiti da una serie di fedeli personaggi, pronti ad assumere il ruolo di amministratore di diritto delle diverse società via via costituite, facendo da paravento all’attività svolta dai suddetti indagati e informandoli anche nei casi di avvio di attività ispettive da parte di reparti territoriali della Guardia di finanza. Tra questi, odierni destinatari di misura interdittiva, vi sono: PORTALE Angelo (cl. 1977), DI PRIMA Angela (cl. 1961), LA FERLITA Caterina (cl. 1975), STRANO Domenico Francesco (cl. 1966), SALVO Maria (cl. 1974), MERCORILLO Adriana (cl. 1978), TAGLIAFERRO Gianluca (cl. 2000), GIANFORMAGGIO Cinzia (cl. 1997) e LO SAVIO PAGANO Monica (cl. 1997). Sulla scorta delle evidenze acquisite dai finanzieri del Nucleo PEF di Catania, il GIP presso il locale Tribunale, su proposta di questo Ufficio, ha dunque ritenuto sussistente in capo agli indagati un grave quadro indiziario in ordine ai reati contestati disponendo: la custodia cautelare in carcere nei confronti di PALADINO e SANFILIPPO, già destinatari di analoga misura nel 2020 a seguito delle indagini per frode fiscale condotte sempre dalle Fiamme Gialle etnee, su delega di questo Ufficio, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “FAKE CREDITS”; gli arresti domiciliari per gli altri 4 partecipi all’associazione a delinquere (GRANVILLANO, MASSIMI, PAPARATTO E RIITANO) e il divieto per un anno di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per gli altri 9 soggetti, ritenuti più stretti collaboratori del duo PALADINO/SANFILIPPO; il sequestro di 28 società, utilizzate per realizzare il sistema di frode, nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro.

Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti del G.I.P. si è parallelamente proceduto alla perquisizione locale e informatica disposta dal P.M. inquirente nei confronti dei rappresentanti legali delle aziende “clienti” che avrebbero usufruito maggiormente della somministrazione illecita di manodopera, al fine di raccogliere ulteriori elementi indiziari a riprova dell’ipotesi di reato a loro ascritta di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e della sussistenza di responsabilità amministrativa, ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, in capo alle società da loro amministrate in relazione ai vantaggi che avrebbero ottenuto dalla frode. L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a tutelare le imprese sane dalle più insidiose forme di frode fiscale, contrastando fenomeni illegali in grado di distorcere le regole della libera concorrenza, e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico e sociali.

DESTINATARI DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

  1.  

PALADINO Antonio, nato a Monza (MB) in data 06 febbraio 1963;

SANFILIPPO Gaetano, nato a Gela (CL) in data 18 marzo 1977;

DESTINATARI DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

  1.  

RIITANO Sergio, nato a Cosenza (CS) in data 15 maggio 1969;

PAPARATTO Giuseppe, nato a Ricadi (CZ) in data 23 giugno 1969;

GRANVILLANO Mariangela, nata a Nicosia (EN) il 10 maggio 1982;

MASSIMI Simonetta, nata a Roma il 9 aprile 1968

DESTINATARI DEL DIVIETO DI ESERCITARE UFFICI DIRETTIVI DI PERSONE GIURIDICHE PER UN ANNO

  1.  

PORTALE Angelo, nato a Catania il 12 febbraio l977;

DI PRIMA Angela, nata a Catania il 7 agosto 1961;

LA FERLITA Caterina, nata a Caltagirone (CT) il 9 aprile 1975;

STRANO Domenico Francesco, nato a Catania il 2 aprile 1966;

SALVO Maria, nata a Caltagirone (CT) il 23 gennaio 1974;

MERCORILLO Adriana, nata a Caltagirone (CT) il 28 gennaio 1978;

TAGLIAFERRO Gianluca, nato a Catania il 17 agosto 2000;

GIANFORMAGGIO Cinzia, nata a Ragusa il 2 luglio 1997;

LO SAVIO PAGANO Monica, nata a Catania il 26 marzo 1997.

SOCIETA’ DESTINATARIE DI SEQUESTRO PREVENTIVO

  1.  

CONSORZIO IN&OUT, con sede legale a Firenze

CONSORZIO LOGATRANS, con sede legale a Roma

IL NIBBIO SOC COOP A.R.L., con sede legale a Pomezia (RM)

EOLO SERVIZI OTELLERIA S.R.L., con sede legale a Milazzo (ME)

MAR GIALLO SOC COOP., con sede legale a Roma

TECNOSOLUZIONI SOC COOP AR.L., con sede legale a Roma

ARIES SOC. COOP A R.L., con sede legale a Roma

BITMASTER S.R.L., con sede legale a Roma

DINABYTE S.R.L., con sede legale a Roma

EMPEDOCLE S.R.L., con sede legale a Catania

  1.  

NEW SOLAR S.R.L., con sede legale a Catania

VENUS S.R.L., con sede legale a Catania

CICLOPI S.R.L., con sede legale a Catania,

HELIOS SOC. COOP, con sede legale a Roma

LONGOBARDA SERVIZI OTELLERIA S.R.L. con sede legale a Milano

SOLE MARE S.R.L., con sede legale a Catania

LA PRATICA FACILE SOC. COOP A R.L., con sede legale a Guidonia Montecelio (RM)

PITAGORA SERVIZI AZIENDALI S.R.L., con sede legale a Roma

FARAGLIONI SERVIZI OTELLERIA S.R.L., con sede legale a Milazzo (ME)

MAREMMA SERVIZI OTELLERIA S.R.L., con sede legale a Firenze

DEMETRA PROMOTION S.R.L., con sede legale a Roma

ISIDE INNOVATION S.R.L., con sede legale a Roma

EOS SOFTWARE S.R.L., con sede legale a Milano

EVAN SOFTWARE, con sede legale a Firenze

ARISTOTELE TECNOLOGY S.R.L., con sede legale a Catania

ARCHIMEDE SERVIZI AZIENDALI S.R.L., con sede legale a Roma

SOFOCLE TECNOLOGY S.R.L., con sede legale a Catania

ITALICA SERVIZI AZIENDALI SRL., con sede legale a Roma

Articolo di GAETANO MILINO

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