Il 4 dicembre la Chiesa festeggia Santa Barbara, protettrice degli artificieri, dei vigili del fuoco, dei minatori. Il culto di Santa Barbara è molto popolare per il fatto di essere considerata protettrice contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. Il culto apparve , prima in Oriente e poi in Occidente, nell’VIII secolo. La vita di Barbara è contenuta in una passio del VII secolo, probabilmente di origine egiziana (Dino Carpanetto, Santi e Patroni, Istituto Geografico De Agostini Novara, 2010). Per quanto riguarda le notizie biografiche, si possiedono scarsissimi elementi: il nome, l’origine orientale, con ogni verisimiglianza l’Egitto, e il martirio.
Nata nel 273 d.C. in Asia Minore (l’attuale Turchia), a causa della sua bellezza, il padre Dioscoro fece costruire una torre per rinchiudervi la bellissima figlia richiesta in sposa da moltissimi pretendenti. Ella, però, non aveva intenzione di sposarsi, ma di consacrarsi a Dio. Prima di entrare nella torre, non essendo ancora battezzata e volendo ricevere il sacramento della rigenerazione, si recò in una piscina d’acqua vicino alla torre e vi s’immerse. Per ordine del padre, la torre avrebbe dovuto avere due finestre ma Barbara ne volle tre in onore della S.ma Trinità. Il padre, pagano, saputo della professione cristiana della figlia, decise di ucciderla, ma lei, passando miracolosamente fra le pareti della torre, riuscì a fuggire. Nuovamente catturata, il padre la condusse davanti al prefetto Marciano che, dopo inauditi supplizi, la condannò al taglio della testa; fu il padre stesso che eseguì la sentenza, secondo l’agiografia, il 4 dicembre del 290 d.C. Subito dopo un fuoco discese dal cielo e bruciò completamente il crudele padre, di cui non rimasero nemmeno le ceneri. Forse da questo scaturì l’idea di porre, fin dal Trecento, Santa Barbara a protettrice degli artiglieri, dei minatori, dei vigili del fuoco e di quanti corrono il rischio di essere uccisi dal fuoco e dai fulmini e celebrare la sua festa, appunto, il 4 dicembre. Il culto della martire fu assai diffuso in Italia, probabilmente importato durante il periodo dell’occupazione bizantina nel sec. VI, e si sviluppò poi durante le Crociate. Il culto religioso di santa Barbara fu introdotto in Sicilia dai Cavalieri dell’Ordine Teutonico attorno al XIII secolo che Santa Barbara era oggetto di culto profondo in seno all’Ordine, il quale aveva salvato le sue reliquie nel 1242.
Riportiamo un’orazione che le donne siciliane recitavano contro i temporali. La paura dei tuoni e dei lampi era molto diffusa nelle donne siciliane e veniva vista come una punizione divina. Per questo era importante invocare la Santa che, durante la sua agonia, nominava il nome di Dio. Ne esistono diverse versioni e della stessa versione diverse varianti. Questa è stata raccolta a Barrafranca (EN) da Rita Bevilacqua
“Barbaredda ‘ncapu un munti stava. Trunava e lampiava e sempi u‘nnomi di Dì ‘nnuminava!”
RITA BEVILACQUA