SARA e la “non libertà” di accettare le avances di un uomo

Come poter descrivere l’atrocità e l’efferatezza di un delitto che ha scosso le nostre vite, le nostre coscienze di persone “perbene”, rifacendoci piombare nell’oscuro vortice del “femminicidio”.
Eppure, bisogna parlarne, bisogna tener alta l’attenzione su un problema che sta assumendo sempre toni più “disumani”. Nel pomeriggio di lunedì 31 marzo 2025 a Messina un ragazzo universitario Stefano Argentino infligge alla collega di Università Sara Campanella cinque coltellate alla schiena e al collo. Sara muore subito dopo per choc emorragico.
SARA CAMPANELLA era originaria di Portella di Mare, frazione del comune di Misilmeri (PA). A Messina studiava al Corso di Studio triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico. Era impegnata anche come tirocinante proprio nell’ospedale dove è stata portata prima di morire, il Policlinico di Messina. Aveva preso in affitto una stanza a Messina ma appena le lezioni glielo consentivano tornava a casa.
“Ppi certuni na vita un costa nenti!” recita un passo della “Vasacra” (rappresentazione teatrale barrese). E già… la vita non costa niente! Solo perché SARA si è permessa di non accettare le avances di un individuo (chiamarlo uomo è mancare di rispetto ai veri uomini) ha perso la vita.
SARA era una ragazza come tante altre: aveva il fidanzato, frequentava l’università, faceva progetti per il futuro. Solare, brillante, amava la vita, come tutte le ragazze della sua età. La sua colpa: non accettare le attenzioni del collega di studi… Non è accettabile, non è ammissibile che succedano queste atrocità, che da un giorno all’altro, una donna venga uccisa, che una donna non possa permettersi di non accettare un uomo.
SARA, ILARIA e tutte le DONNE vittime di femminicidio sono figlie, sorelle, amiche di ciascuno di noi, noi “gente per bene” che viviamo nascondendo la testa nella sabbia, che non ci curiamo di quel subdolo atteggiamento prevaricatore che alcuni uomini perpetuano nei confronti delle donne,
Riportiamo le parole della Psicologa clinica forense Roberta Bruzzone: “Non c’è bisogno di fissarsi su nessuno. Se qualcuno non vuole stare con voi è liberissimo di lasciarvi. E voi siete liberissimi di rivolgervi altrove cercando migliori occasioni. Non costringete nessuno a stare in una relazione che non apprezza”.
Concludiamo con una personale considerazione. Esistono due leggi: “La legge degli Uomini” e “La legge di Natura”. La prima segue regole istituite dagli uomini; la seconda segue regole dettate dall’istinto naturale (occhio per occhio, dente per dente). Per cui, ci rivolgiamo alle istituzioni di ogni ordine e grado affinché possano intervenire in modo concreto nel fermare questo scempio che offende l’intera comunità, evitando che le persone perbene iniziano a seguire le regole “dettate dall’istinto naturale”! RITA BEVILACQUA