SIRACUSA. Sequestro immobiliare a un indiziato di essere reggente della cosca mafiosa “Nardo”.

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Il valore complessivo dei beni sequestrati, comprensivo delle somme di denaro depositate su conti correnti bancari intestati alla moglie, è di oltre 3 milioni e mezzo di euro. Il nucleo PEF – Polizia Economico-Finanziaria – ha dato esecuzione ad un sequestro immobiliare nei confronti di un soggetto gravemente indiziato di essere reggente della cosca mafiosa “Nardo”. Nell’ambito della costante attività di contrasto alla criminalità organizzata e all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, all’esito di indagini coordinate da questo Ufficio, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Siracusa ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro patrimoniale, disposto dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di Pippo Floridia gravemente indiziato di essere il reggente della cosca mafiosa “Nardo”, storicamente egemone nel comprensorio settentrionale della provincia Aretusea. Floridia, detenuto dal 2016 in regime di 41-bis presso una Casa di Reclusione in Umbria, è gravato da plurime condanne definitive per reati di particolare allarme sociale, tra cui associazione mafiosa, rapina ed estorsione. Le indagini, condotte ai sensi dell’articolo 19 del D. Lgs. 159/2011 (cosiddetto Codice Antimafia), hanno consentito di ricostruire un articolato sistema imprenditoriale, “mediante il quale – si legge nel comunicato stampa della Guardia di Finanza – il prevenuto ha esercitato, per oltre un ventennio, un’attività economica nel settore del trasporto di merci su strada, attraverso la costituzione e l’interposizione fittizia di più società, formalmente intestate a soggetti di fiducia in prevalenza familiari stretti al fine di eludere ogni forma di controllo e schermare la reale titolarità delle attività economiche”. Attraverso operazioni societarie complesse, quali il trasferimento occulto dei clienti, dei beni aziendali e dei mezzi strumentali da un’impresa all’altra, l’appartenente al clan “Nardo” ha perseguito l’obiettivo di sottrarsi agli obblighi fiscali e patrimoniali, mantenendo al contempo continuità nell’attività imprenditoriale. L’analisi dei flussi finanziari e patrimoniali ha evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati dall’uomo e dai suoi familiari e gli investimenti sostenuti nel tempo, comprovando la provenienza illecita delle risorse impiegate. Al riguardo, si specifica che le misure di prevenzione patrimoniali, disciplinate dal Codice Antimafia, costituiscono un fondamentale strumento giuridico finalizzato a colpire i patrimoni illecitamente accumulati da soggetti ritenuti socialmente pericolosi, anche in assenza di una condanna definitiva. Tali misure, infatti, si fondano sulla verifica della sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità del soggetto e i redditi dichiarati, consentendo all’Autorità Giudiziaria di sequestrare, e successivamente confiscare, i beni riconducibili alla commissione di attività delittuose ovvero frutto di reinvestimenti di capitali di provenienza criminale. Alla luce delle risultanze investigative, si è proceduto al sequestro preventivo dei seguenti beni: due fabbricati (capannoni e uffici) siti in Augusta (SR), edificati abusivamente e oggi adibiti a sede operativa di una delle società riconducibili al soggetto, un appezzamento di terreno di oltre 5.000 m² anch’esso nei pressi di Augusta e sul quale insiste un immobile di circa 100 m² abusivamente edificato, ulteriori terreni ubicati nella medesima zona di estensione superiore a un ettaro, su cui sorge un fabbricato ristrutturato e trasformato in struttura ricettiva formalmente intestata a un congiunto dell’esponente del clan, due società operanti nel settore del trasporto merci su strada, comprensive dell’intero compendio aziendale, nonché somme di denaro depositate su conti correnti bancari intestati alla moglie, per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro. Il patrimonio sequestrato rappresenta una significativa espressione della capacità dell’organizzazione diaccumulare ricchezza illecita attraverso meccanismi di infiltrazione economica e schermatura patrimoniale.L’operazione odierna costituisce un’azione concreta dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza nellalotta alla criminalità organizzata siracusana e alle sue ramificazioni economiche. L’aggressione ai patrimoniilleciti si conferma strumento fondamentale per disarticolare le strutture malavitose e ripristinare condizioni ditrasparenza e legalità nel tessuto economico-produttivo. GAETANO MILINO