Siamo in pieno AVVENTO, ossia in quel periodo liturgico che precede, come preparazione, la festa di Natale. Nasce nel IV secolo con una durata di tre settimane, su imitazione della Quaresima, o delle tre settimane di preparazione alla Pasqua, richieste per i catecumeni. Il tempo di Avvento guida il cristiano attraverso un duplice itinerario: “È tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito è guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi” (Norme per l’anno liturgico e il calendario, 39: Messale p. LVI). Nella liturgia delle prime tre domeniche e nelle ferie sino al 16 dicembre si può notare l’insistenza sul tema della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi, mentre nei giorni compresi tra il 17 e il 24 tutta la liturgia è ormai tesa verso la celebrazione della nascita del Figlio di Dio. Gli ultimi giorni di Avvento prendono il nome di NOVENA.
Quando si parla di NOVENA, siamo subito portati a pensare agli “altarini” che vengono allestiti nelle strade. In realtà la NOVENA nasce come pratica devozionale inserita nel calendario liturgico, che consiste nel recitare preghiere e rosari, ripetuti per nove giorni consecutivi. La pratica trae ispirazione dagli Atti degli Apostoli, dove è descritto come la Madonna e gli Apostoli pregavano in modo assiduo nei nove giorni compresi tra l’Ascensione di Gesù e la discesa in terra dello Spirito Santo durante la Pentecoste. Questa pratica usata come preparazione a molte feste religiose, è conosciuta soprattutto come pratica natalizia. A Natale la novena inizia il 16 e finisce il 24 dicembre, durante la quale, ricordando i nove mesi di Gesù nel seno materno, si preparano i fedeli alla nascita di Gesù e quindi cade nel secondo periodo dell’Avvento. La novena di Natale, pur non essendo “preghiera ufficiale” della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle comunità cristiane. Proprio perché non è una preghiera ufficiale, essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso “primato” spetta alla novena tradizionale, nella notissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco. La novena di Natale è molto vicina alla celebrazione dei vespri. Va pertanto realizzata attraverso una saggia utilizzazione dei simboli della preghiera serale: la luce e l’incenso. È bene che vi sia una proclamazione della parola e una breve riflessione. L’intervento in canto dell’assemblea va preparato e guidato, con canti e preghiere, anche di stampo popolare, che richiamino la venuta di Cristo.
Tutte le chiese si preparano a celebrare i nove giorni prima della nascita di Cristo, addobbando gli altari con simboli che richiamano la nascita di cristo. Molte chiese barresi realizzano presepi, più o meno elaborati, o come ormai da diversi anni fa la chiesa Grazia che allestisce una vera e propria nuvera che, dopo le funzioni liturgie, viene “cantata”, come avviene per le novene allestite nelle strade. Si organizzano sorteggi, raccolta di alimenti per i bisognosi. Si prega, si cantano le melodie tipiche del repertorio natalizio, ricordando come Cristo, nato in una povera capanna, sia venuto al mondo per tutti gli uomini. Insomma si cerca di mantenere vivo lo spirito di AMORE e FRATELLANZA, tipico del Natale.
Rita Bevilacqua