[dropcaps]D[/dropcaps]opo aver celebrato la festa della Santa Famiglia di Nazareth con il pranzo offerto a 380 poveri, la Piccola Casa della Misericordia di Gela è stata oggi protagonista di un grande evento di grazia con l’apertura della Porta Santa della Misericordia. Il Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana, ha predisposto che oltre la Basilica Cattedrale il centro diaconale di Gela possa essere luogo giubilare. La Piccola Casa della Misericordia è stata fondata da don Pasqualino di Dio, conosciuto come il sacerdote della Misericordia. Fù proprio Papa Francesco all’indomani della sua elezione, prima della Celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Santa Anna in Vaticano, a definirlo così. Papa Francesco in quel primo Angelus rivelò il forte legame con il messaggio biblico della Misericordia, come non ricordare le sue parole: “Dio mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti” (Angelus, 17 marzo 2013). Don Pasqualino ebbe modo il 2 aprile di ritornare in Vaticano portando con se una immagine della Divina Misericordia che è diventata itinerante nelle famiglie. In quell’occasione, don Pasqualino parlando al Papa delle situazioni che stava vivendo la Sicilia, particolarmente del dramma degli sbarchi a Lampedusa e i disagi della sua città di Gela, il Papa lo invitò ad aprire una Casa dove tutti potessero sperimentare la misericordia di Dio e la tenerezza della Chiesa. E così quel sogno nel cuore di Francesco divenne realtà attraverso la buona volontà non solo del giovane sacerdote ma di tante famiglie che spinti poi dalle continue esortazioni del Pontefice hanno creduto a questo progetto. Il Centro, partendo dalle risorse e dalle povertà presenti nel territorio, cerca di andare verso le periferie esistenziali di ogni uomo. Lo scopo principale della Piccola Casa è l’annunzio di Cristo misericordioso, buon samaritano, la promozione dell’individuo come soggetto unico e irripetibile ed il reinserimento dello stesso all’interno del tessuto sociale. La Piccola Casa opera in sinergica collaborazione con la Caritas diocesana, le istituzioni locali, le parrocchie e le associazioni presenti nel territorio. Sempre più interessato da crescenti disagi sociali, dovuti anche al processo di deindustrializzazione progressivo a causa della crisi del polo petrolchimico gelese, unica grande realtà industriale della intera provincia di Caltanissetta. In questo difficile contesto sociale si inserisce l’attività messa in campo dal Centro, grazie ai tanti volontari che ogni giorno, nel silenzio, lavorano per andare incontro al disagio di oltre 2000 persone che assistono. La Piccola Casa ha avviato da due anni: il centro di ascolto, mediazione familiare, consulenze professionali (Cafarnao), la mensa della solidarietà (Betania) – emporio dei vestiti e servizio lavanderia (Ain-Karim) – servizio distribuzione generi alimentari (Tabga) – laboratori artigianali e bomboniere solidali (Nazareth) – centro studi per la cultura sacra popolare (Gerusalemme) – scuola di preghiera e formazione (Akedà). Progetti in cantiere sono: l’ambulatorio oculistico (Gerico) e il servizio di accoglienza per i senza tetto (Betlemme). «Siamo contenti – afferma don Lino di Dio, iniziatore della Fraternità Apostolica della Misericordia e della Piccola Casa della Misericordia di Gela – che per la prima volta sia aprono le Porte Sante non solo nelle cattedrali o nei santuari ma anche nei “santuari della speranza” dove ogni giorno si tocca la «carne di Cristo nel corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi, Dio riconosciuto, toccato e assistito con cura. (Francesco, Misericordiae vultus, 15). L’intento di Papa Francesco non è quello di celebrare un Giubileo con grandi celebrazioni o eventi ma diventi “occasione per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. (Francesco, Misericordiae vultus, 15). Accogliamo la decisione del nostro Vescovo di aprire la Porta della Misericordia nella Piccola Casa, come un esortazione a continuare a vedere nei poveri la “Porta santa”. Sappiamo bene che Gesù è la porta (cfr. Gv 10,9) e solo attraversando con fiducia l’oceano della sua misericordia giungiamo alla porta del suo cuore. Non c’è porta più stretta di quella! Anche i poveri però sono quella porta d’accesso per toccare la carne di Cristo. Loro attraverso i loro disagi, difficoltà, umiliazioni, sofferenze hanno attraversato la porta stretta (cfr. Mt 7,13) e ci evangelizzano, noi per passare da quella porta, dalla grande tribolazione (Cfr. Ap 7,14) bisogna che scrolliamo di dosso le nostre ricchezze, sicurezze ed egoismi. Noi dobbiamo faticare in questa vita per avere quel posto che Cristo ci sta preparando (Cfr. Gv 14,2), per loro già è assicurato. “Attraversare la Porta Santa vuol dire impegnarsi a fare nostra la misericordia del buon samaritano – ci ha ricordato Papa Francesco -. Siamo chiamati perciò a cambiare la nostra vita radicalmente con dei gesti concreti, sulla strada su cui ci troviamo, da Gerusalemme a Gerico, e nessuno si può tirare indietro”. (Omelia, 8 dicembre 2015). Il nostro Centro cerca di seguire la strategia della gratuità e dell’accoglienza che non riduce la persona al suo problema, ma cerca di accoglierla e ascoltarla, al fine di passare da una logica della solidarietà a una logica della responsabilità, sull’esempio di Cristo povero e perseguitato che si fa carico del peccato e del dolore di ogni uomo. La Piccola Casa, va avanti grazie alla generosità di persone sensibili alle necessità dei fratelli che riescono a fidarsi di Dio mettendo quel poco che hanno nelle mani di molti. Noi, poveri in mezzo ai poveri, ci sforziamo ad essere una “carezza di Dio” nel vincolo inseparabile tra la fede e i poveri. Essere attenti agli ultimi vuol dire essere attenti a tutti». Mons. Gisana innanzi a tutti i sacerdoti della città, le tante autorità civili e militari e i fedeli che hanno gremito la Chiesa Madre, ha richiamato nell’omelia che: «L’apertura della porta santa in questo anno giubilare diventa straordinario per il modo come dobbiamo incontrare il Signore, modo che deve diventare ordinario, ed è quello del servizio al povero. Attraversando la Porta Santa della Piccola Casa non dobbiamo pensare che è la Porta che ci dà le indulgenze ma quello che essa rappresenta e la Casa fa per e con i poveri. Ognuno nella vita credente deve vivere questo, il piccolo gesto di carità deve diventare ordinario e non occasionale. La presenza di Gesù nei poveri possiamo trovarla ogni volta che vogliamo a partire dalle nostre famiglie. La porta non è una cosa fisica ma simbolica, noi attraversando la porta non assolviamo alle indulgenze ma solo nella misura in cui noi viviamo un atto di carità verso una persona o famiglia che ha bisogno riceviamo la benedizione del Signore. Ognuno si scelga un povero da accudire, amare, consolare, aiutare con gesti semplici è così riusciremo ad attraversare le Porte Sante che sono i poveri, tutti siamo porte. Facciamo si che il nostro narcisismo venga piegato e diventa altruismo, decentrandoci facciamo splendere la gloria del Signore. Rivestiamoci di luce per esseri indicatori di luce.» Dopo la Santa Messa, nonostante la pioggia, tutti si sono avviati in processione verso la Piccola Casa della Misericordia dove è avvenuto il suggestivo rito dell’apertura della Porta Santa della Misericordia che rimarrà aperta fino al 6 novembre. È possibile attraversare la Porta ogni giorno dalle ore 16,30 alle ore 19. Tutta la celebrazione è stata seguita in diretta da ReteChiara. La Fraternità Apostolica della Divina Misericordia che coordina le attività della Piccola Casa ha preparato in occasione dell’Anno Giubilare e nel 25° della sua fondazione, un itinerario biblico sulle opere di misericordia con la partecipazione anche dei vescovi: Gisana, Lorefice, Russotto, Peri e l’annuale Convegno della Misericordia, giunto alla 7° edizione, che si svolgerà a Gela il 24 aprile con la partecipazione di S.E.R.S. Card. Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, di S. E. Mons. Rosario Gisana, del dott. Ernesto Olivero, fondatore del Serming di Torino, del dott. Ironi Spuldavo, predicatore brasiliano e le testimonianze di don Primo Poggi, dell’attrice Daniela Fazzolari, del maestro Rochel Garison e del giornalista Antonio Preziosi.
Pasqualino Di Dio