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15 Gen 2025, Mer

QUARANTORE 2014Una pratica cristiana che si svolge durante il periodo di carnevale, iniziando lo stesso giorno, è quella conosciuta come le “QUARANTORE”. Con questo termine la Chiesa indica il periodo che intercorre tra la morte (venerdì pomeriggio) e la resurrezione (domenica mattina) di Gesù Cristo. La pratica consiste nell’Adorazione Eucaristica del Santissimo Sacramento, visibile nell’ostensorio ed esposto ai fedeli. Questa pratica si svolge in tutte le chiese e in giorni diversi, in modo tale da coprire tutti i 24 giorni di carnevale. Nella liturgia Cattolica, l’Adorazione del Santissimo Sacramento avviene in determinate ricorrenze, come il Giovedì Santo, durante il periodo di carnevale e in altre occasioni.

Le Quarantore nel senso attuale risalgono al secolo XVI. Introdotta a Milano da G.B. Bellotti (1572), questa pratica religiosa ebbe il primo ordinamento da S. Carlo Borromeo (1576). Urbano VIII con l’enciclica Aeternus rerum Conditor del 6 agosto del 1623 prescrisse, a tutte le chiese del mondo, la celebrazione delle Quarant’Ore. Nei secoli successivi vari papi si sono occupati di esse con molti documenti come l’Instructio di Paolo V nel 1606 e di Innocenzo XI nel 1681. A Roma, già nel 1550, San Filippo Neri organizza un’esposizione delle Quarant’Ore la prima domenica di ogni mese nella chiesa di San Salvatore in Campo e in alcune Confraternite quali, Santa Caterina da Siena, Orazione e Morte, Trinità dei Pellegrini e Pietà dei Carcerati. Nei secoli XVII e XVIII, questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri, come funzione riparatrice da opporre alle intemperanze del carnevale, sostenuta e diffusa dai Gesuiti. La pratica assunse la forma definitiva con Clemente XII (1731) attraverso l’Instructio Clementina. L’esposizione solenne dell’Ostia consacrata all’adorazione dei fedeli, quale atto di devozione al SS. Sacramento, si svolgeva per un periodo di quaranta ore distribuite in diversi momenti dell’arco di tre giorni. Il significato della cerimonia si richiama al biblico numero quaranta ed è occasione di preghiera e d’intercessione per pubbliche necessità.

La simbologia del numero quaranta, nella tradizione delle Sacre Scritture, rappresenta un periodo di purificazione ed espiazione che conduce i fedeli al traguardo della salvezza. Quaranta è il numero della tribolazione e della prova, della penitenza e del digiuno, della preghiera e della punizione; quaranta giorni e quaranta notti durò il Diluvio Universale e Mosè sostò quaranta giorni sul Monte Sinai in attesa ricevere la Legge (Esodo 24,38); il cammino nel deserto del profeta Elia (1 Re 19,8) e il periodo della penitenza nella città di Ninive (Gio, 3) durarono quaranta giorni; il viaggio nel deserto degli Ebrei durò quaranta anni; il periodo del digiuno di Nostro Signore Gesù, dopo il Battesimo, durò quaranta giorni e in seguito anche la Quaresima (tempo di Passione) della Chiesa; l’apparizione di Cristo ai suoi discepoli avvenne quaranta giorni dopo la Resurrezione; il corpo di Nostro Signore rimase nel Sepolcro per quaranta ore.
Utilizzata come pratica di espiazione,  le Quarantore diventano un’alternativa alla dissolutezza del carnevale e richiamano e preparano all’imminente Quaresima!

Rita Bevilacqua