Lupo e i “tecnici” a casa

Lupo e i “tecnici” a casa

- in Barrafranca, Politica

Lupo e i “tecnici” a casa

Barrafranca . Cumuli di rifiuti e buche nelle strade. Totale disinteresse del sindaco e dei suoi assessori ai problemi della comunità che non si preoccupano della partenza di molti giovani in cerca di lavoro all’estero e, oltre alla catastrofe finanziaria dell’ente il rammarico della chiusura definitiva del giudice di Pace.
A chiedere le dimissioni all’attuale sindaco Lupo e agli assessori «tecnici», Tambè, Barbagallo, Pistone e La Loggia (quest’ultimi descritti come “belle statuine” attaccanti solo all’indennità di carica), è la metà dei consiglieri comunali presenti nel consesso civico, che con un documento rimarcano il disastro economico finanziario dell’ente criticandone l’operato.
La critica all’amministrazione arriva da dieci consiglieri comunali su un totale di venti unità, Salvatore Puzzo (classe 55), Giuseppe Vetriolo, Giuseppe Lo Monaco, Giovanni Patti, Giuseppe Ferrigno, Salvato-re Puzzo (classe 58), Giovanni Di Dio, Angelo Ferrigno, Salvatore Spataro e Salvatore Bevilacqua.
Infatti quello che emerge da tempo in consiglio comunale è che l’amministrazione non ha nessun colore politico ma i consiglieri comunali, di volta in volta, presentano diverse interrogazioni o mozioni che sono disattese del tutto come, ad esempio, la mancata programmazione della situazione finanziaria dell’ente.
«C’è una inerzia e una incapacità politico amministrativa del sindaco e dei suoi assessori – affermano i dieci consiglieri comunali – che purtroppo sono la causa dell’aggravarsi del disastro economico finanziario del comune. Infatti sindaco e assessori non sono stati in grado di adottare lo schema di bilancio di previsione 2014. Questa gravissima inadempienza e ingiustificata inerzia politico amministrativa, oltre ad averci portato al commissariamento, li costringerà

ad alzare al massimo tutte le tasse e i tributi comunali e tutti i cittadini barresi pagheranno».
Le critiche all’amministrazione piovono su diversi fronti come ad esempio la chiusura del Giudice di Pace che si è awalso nei decenni precedenti (si chiamava Pretura) di figure importanti come il presidente del Senato, Piero Grasso. I consiglieri criticano come in un momento di crisi finanziaria dell’ente gli amministratori continuano a percepire laute mensilità di indennità dicarica «fregandosene di tutti i debiti del comune e dell’impossibilità di svolgere servizi essenziali».
Tante sono le problematiche della comunità e tra questi i consiglieri comunali ne elencano alcuni come la viabilità, la raccolta differenziata, l’agibilità della tribuna dello stadio comunale e i disservizi comunali.
RENATO PINNISI

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