Mi è giunta notizia dell’efferato atto vandalico sulla struttura, confiscata alla mafia, che la comunità niscemese ha destinato all’Associazione genitori di soggetti diversamente abili di cui è presidente Walter Donato Boscaglia. Esprimo la mia indignazione nei confronti di coloro che hanno compiuto questo gesto insano. Ciò dimostra una grave insensibilità non soltanto nei confronti di una cittadinanza che vuole liberarsi dalle subdole spire del male mafioso: i tanti cittadini, numerosissimi, che intendono vivere nella giustizia e nella legalità; ma soprattutto nei confronti di coloro che rappresentano, per una città, quella frangia di bene che sollecita un autentico senso di rinascita. Mi preoccupa la mancata apertura verso chi vive la disabilità. Si tratta di un atteggiamento che inquieta, perché lascia intravedere l’apparente trionfo del male sul bene. Chi ha commesso quest’atto, al di là della sua matrice, è invitato a riflettere certo sul male che ha provocato, ma soprattutto sul fatto che sta perdendo la sua identità umana. Un gesto che procura male è deplorato in se stesso; ma quello che non scorge l’emergenza dei poveri, nella fattispecie i nostri amici diversamente abili, è risolutamente condannato. Non si capiscono ovviamente gli atteggiamenti di vendetta che disorientano il cammino di equità a favore della bellezza di una città; ma diventa oltremodo incomprensibile, allorché si palesa un’ottusità così cinica da non intendere il valore dell’accoglienza verso coloro che mostrano un bisogno. Questo gesto dissennato è dunque da biasimare, non dimenticando che il disprezzo dei piccoli è sfregio grave nei confronti di Dio (cf. Mt 18,6-11).