Il Santo pittore, (Sant Alessandro) di Carmelo Orofino

Il Santo pittore, (Sant Alessandro) di Carmelo Orofino

- in Barrafranca

Dal post del Prof. Carmelo Orofino un racconto, leggenda, quasi dimendicata ma raccontata dai nostri anziani parenti.

“Un giorno capitò a Barrafranca un pittore ambulante. Era lacero e stanco per il lungo camminare e per il peso della cassetta dei colori e del cavalletto, ma il suo sguardo era penetrante e luminoso. Girò per le vie del paese chiedendo alla gente se qualcuno avesse bisogno di un ritratto o di un quadro, ma tutti lo respinsero. Avvilito si sedette su una ticchiena e parlò con una donna che accudiva le galline.

– Avete bisogno di un ritratto o di un quadro?
– Dice a me? Certo, mi piacerebbe avere un bel quadro della Madonna della Stella, che porterebbe tanta benedizione nella mia casa, ma non saprei come pagarvelo.
– Ma io mi accontento di poco – disse l’uomo con aria supplichevole -,
mi basta il mangiare e il dormire.
Alla donna piacque la proposta e invitò il pittore a casa sua e, vista la buona occasione, chiese che il quadro fosse di grandi dimensioni. Il forestiero chiese un lenzuolo per la pittura e una stanzetta dove potesse appartarsi. Dopo di che si chiuse dentro e non uscì più. A sera la donna, che era di buon cuore, preparò un bel piatto di lasagne e gliele portò. Bussò e, non avendo avuto risposta, depose il piatto dietro la porta chiusa. L’indomani a mezzogiorno preparò un altro piatto di maccheroni al sugo e un bicchiere di vino e si recò dal pittore. E così fece per gli altri giorni, senza mai avere una risposta dall’interno. Al terzo giorno si decise ad entrare. Ciò che vide l’impressionò moltissimo: le portate dei giorni precedenti erano intatte sul tavolo e per di più ancora fumanti, come appena cucinate. Subito vide il quadro in fondo alla parete. La Madonna campeggiava sulla tela con uno sguardo di infinita dolcezza e ai suoi lati stavano i Santi più amati del paese: Sant’Alessandro e San Giovanni Battista. Del pittore nessuna traccia, il viso di Sant’Alessandro attirò l’attenzione della donna. Non c’erano dubbi: quel volto era identico a quello del pittore. Allora capì tutto e gridò al miracolo.
Di questa narrazione esiste una variante secondo la quale la tela pro-digiosa sarebbe stata trovata, arrotolata dentro un sacco di juta, sulla spiag-gia di Gela da un pescatore. Costui, dove aver osservato l’immagine, sbigottito, la raccolse, la nascose e pensò di andare a venderla in una grande città. Si mise in cammino, ma la notte lo colse nei dintorni di Barrafranca e fu costretto a cercare rifugio in un fondaco, nei pressi dell’attuale cortile Lanza, vicino la chiesa di Sant’Alessandro. Alcuni curiosi, gli chiesero che cosa nascondesse con tanta cura e tanto dissero e tanto fecero che riuscirono a vedere il quadro. L’ostessa si fece il segno della croce e disse: “Non è giusto che la Vergine dorma in questo luogo così misero, portiamolo in chiesa”. Svegliato il curato, si fecero aprire il portone della chiesa e posero la sacra immagine sull’altare maggiore. L’indomani, i primi fedeli trovarono la chiesa inondata di luce e si accorsero che essa s’irraggiava dal nuovo quadro. Affascinati da tale visione decisero di tenerlo per loro, ad ogni costo.”

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