Sprechi e sperpero di denaro nel settore della forestale. Duro monito da parte del presidente del Comitato dei Precari ennesi, Giuseppe Regalbuto contro l’assessorato regionale dell’Agricoltura e ai suoi dirigenti che gestiscono il settore della forestale e di cui cominciano a notare le prime crepe. Nell’ennese così come in altre province dell’isola tanti sono coloro che sono impiegati alla forestale ma per Giuseppe Regalbuto tanti sono ancora gli sprechi. Alla domanda “Quali sono gli sprechi?” Regalbuto prima di rispondere ha volutamente evidenziato il problema con un’altra domanda: “Chi non ha visto nei cantieri forestali così come in tanti altri uffici o posti pubblici, magagne che accompagnano tutto il sistema?”. Il Sicilia il comparto della forestale ha un esercito di ben 28 mila operai che costano milioni e milioni di euro (fino al 2013 erano 480milioni all’anno). “C’è chi vuol cadere volutamente dalle nuvole – precisa Regalbuto – o fa finta di non sapere ma non è così. Gli sperperi ci sono sempre stati in tutti i settori ed è impensabile che 28mila lavoratori della forestale, ad esempio, devono fare la visita medica ben due volte l’anno per una cifra di cento euro ogni visita”. In genere l’operaio che lavora presso l’azienda forestale fa la prima visita, per cui se va a completare le giornate nel settore antincendio, deve fare una seconda visita. “ Questo comporta una spesa di quasi 3 milioni di euro in più – continua Regalbuto – e a goderne è solo il medico del lavoro. Per non parlare del prezzo delle buste paga che in alcuni mesi tipo ottobre se ne fanno tre o quattro per la stessa persona a un costo di circa 60 euro affidati ad una ditta esterna per un ulteriore sperpero di 4/5 milioni di euro l’anno”. Regalbuto evidenzia come in un momento in cui la Regione dimostra difficoltà per reperire i fondi per le giornate lavorative si deve operare verso la razionalizzazione delle spese come ad esempio il prezzo della benzina per gli attrezzi forestali a 4,50 euro al litro o il prezzo dei decespugliatori o motoseghe pagati a prezzi da capogiro tramite gare d’appalto “fatte su misura”. Dall’altra parte invece ad essere “beffati e martoriati” da chi li gestisce è l’operaio. “ Si vive, ahimè, in un sistema che vige da anni – conclude Regalbuto – con una gestione a misura di coloro che non vogliono il bene del comparto, ma quello delle proprie tasche, che si gonfiano come i meloni. Dirigenti che non capiscono il male che fanno al sistema e che non si mettono nei panni di chi si alza per portare il pane a casa e non per riscaldare la poltrona”. Ma qual sarebbe la soluzione, dott. Regalbuto? Per tutti i precari della forestale sarebbe l’assunzione a tempo pieno, come stabilito da una sentenza della Corte Europea, e specializzandoli ulteriormente per essere impiegati in diversi settori tipo verde pubblico nei comuni, nelle strade provinciali e comunali, nei parchi archeologici e riserve e in tutti i settori che richiedono personale specializzato nel settore dell’ambiente.