Il termine Ferragosto deriva dal latino FERIAE AUGUSTI, (riposo di Augusto) e stava ad indicare una festività istituita dall’imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività celebrate nello stesso mese; feste che ricorrevano nel mese di agosto quando erano sospese tutte le attività e vi era il costume di darsi all’allegria e farsi regali. Era un periodo di riposo tra la fine dei lavori estivi, al termine del raccolto, e quelli autunnali. In epoca imperiale le feriae furono denominate “augustalis” in omaggio a Ottaviano Augusto, dopo che nel 18 a.C. il Senato romano lo avrebbe proclamato Augusto. Questa festa era collegata alle celebrazioni che si svolgevano a Roma alle “calende di agosto” in onore del Dio Conso, protettore dell’agricoltura. Il dio Conso (dal latino consus nel senso di condere, indicando l’azione del “nascondere” e/o del “concludere”) oltre al 21 Agosto (data in cui presiedeva all’azione del mettere al sicuro il raccolto) era festeggiato il 15 dicembre. Il 13, sempre a Roma, si festeggiava Diana Aventina e anche il dio Vortumno, chi faceva maturare i frutti; il 17 si festeggiava Portuno, il dio dei porti e delle porte, contemporaneamente a Giano, il dio che guarda al passato e al futuro; il 19 le Vinali Rustiche dedicate a Venere; il 21 era dedicato a Conso, il dio dei raccolti; il 23 a Opi Consiva, l’abbondanza agricola. Naturalmente per tutto il mese non si lavorava e spesso si banchettava davanti ai templi a spese dello stato. Con il Cristianesimo tutte le feste pagane furono abolite, con grande dispiacere del popolo, soprattutto per la festa di Diana Aventina (festeggiata il 13). Per sedare il malcontento, nel VI secolo d.C. la Chiesa decretò che il 15 di agosto la festa “della Dormizione di Maria Vergine“, ossia “il sonno di Maria” inteso come passaggio alla vita eterna tramite la sua assunzione in cielo insieme al suo corpo.
L’attuale FERRAGOSTO commemora il “dies natalis“ di Maria. L’Assunzione è la festa che ricorda la salita al cielo della madre di Cristo. Le motivazioni teologiche che affermano l’assunzione in cielo di Maria partono dal dato biblico che lega la corruzione e la morte al peccato: poiché peccatore, l’uomo è corruttibile ossia il suo corpo è soggetto a morte. Maria fu preservata dal peccato per adempiere il suo ruolo di Theotokos, ossia “genitrice di Dio”, appellativo conferitole dal Concilio di Efeso (431 d.C.) per salvaguardare l’unità della persona di Cristo. Se Maria per portare in grembo e far nascer il Figlio era priva di “peccato”, allora non solo la sua anima ma anche il suo corpo deve essere preservato dalla morte fisica e dalla corruzione. Nei vangeli canonici non troviamo nessun accenno a questo fatto, ma la tradizione attinge dai vangeli apocrifi, di cui il più influente è il Protovangelo di Giacomo. Nell’Efeso del IV secolo (il luogo dove, tradizionalmente, si pensa sia morta Maria), il culto di Maria era molto simile a quello di Artemide (festeggiata il 13 agosto). Nella città ionica la “Signora di Efeso” era oggetto di uno dei culti più importanti del pensiero greco: il Tempio di Artemide (Diana per i romani) a Efeso era considerato una delle Sette meraviglie del mondo. In questa regione era adorata soprattutto come dea della fertilità, una figura simile alla dea frigia Cibele, la cui natura era sacra, virginale (la mitologia racconta che sia stata la stessa dea a chiedere di rimanere vergine) e inviolabile (Ἁγνὴ hagné). Tanto era sentito il culto di Artemide che durante la predicazione di san Paolo a Efeso (intorno al 50 d.C.), la popolazione insorge contro la nuova religione, gridando: «Grande è l’Artemide degli Efesini!» (Atti 19,28.). Non a caso, proprio in quelle comunità cristiane si diffusero e amplificarono i culti dedicati alla Vergine Maria. La Chiesa, temendo che intorno alla figura di Maria potessero confluire e consolidare credenze e ritualità “pagane”, era ostile alla diffusione del suo culto. Di fronte al perseverare del culto a Maria, alla Chiesa non rimase altro che canonizzarla. Maria fu dichiarata ufficialmente madre di Dio e le fu dedicato lo stesso giorno in cui si svolgevano i festeggiamenti in onore di Artemide, il 15 agosto, dichiarandolo come il giorno sacro dell’assunzione di Maria in Cielo. Nelle prime comunità cristiane d’Oriente, la morte di Maria fu commemorata intorno al IV secolo ad Antiochia e nel V in Palestina. In Oriente la commemorazione fu celebrata il 15 agosto. In Occidente il culto fu accettato gradualmente. Nel IX secolo Leone IV (papa dall’847 all’855) e Nicola I (papa dall’858 all’867) diedero pieno riconoscimento a tale memoria. Durante queste prime affermazioni del culto di Maria, alcuni teologi si schierarono contro l’assunzione fisica di Maria, che rimase più una credenza popolare che non un articolo di fede. Il culto di Maria si riaffermò con la Controriforma (tra la fine del XVI alla metà del XVII secolo). Nel 1854 la definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione aprì la strada per quella dell’Assunzione. Il dogma fu stabilito nel 1950 da papa Pio XII.
La festa di “metà agosto“, come altre che si presentano nello stesso periodo, rappresenta il momento in cui l’estate si avvia al suo declino. Elemento caratterizzante dei riti che si svolgono a ferragosto è il fuoco, che rappresenta uno dei momenti principali della purificazione. Ed ecco perché alla vigilia della festa si accendono grandi falò che hanno lo scopo di scacciare le forze del male e di ritardare l’arrivo della nuova stagione. Altrettanto importante, in questo cerimoniale, è l’acqua. Anticamente l’acqua purificava il corpo e lo spirito dopo un periodo di sosta e serviva a ridare le energie necessarie a svolgere il duro compito che aspettava i contadini nei campi. Per questo si ha la consuetudine di organizzare i falò in spiaggia e accorrere in massa al bagno di mezzanotte, dal valore purificatore e propiziatorio. Il sentimento e la valenza spirituale di queste manifestazioni antiche erano talmente forti che quando la Chiesa Cattolica prese in mano le redini religiose, non poté far altro che assorbire tali festeggiamenti.
Rita Bevilacqua