Un’idea semplice e brillante e, a costo zero, con il “risanamento” del pavimento realizzato a scuola grazie alla collaborazione di insegnanti e degli alunni dell’infanzia del San Giovanni Bosco. I protagonisti sono gli alunni della scuola dell’infanzia, sezione Ferreri Grazia, che in mancanza di alcune mattonelle del pavimento vicino le loro aule hanno creato una “cucitura” tramite altre mattonelle dipinte a fantasia dopo averle infornate e collocate nel forno del loro laboratorio. L’amministrazione dal canto suo ha messo a disposizione le risorse umane come i dipendenti e operai dell’ex Rmi. Nel plesso “San Giovanni Bosco” dove è dirigente Filippo Aleo, ieri mattina più di una quarantina di alunni, hanno inaugurato in un’ala della scuola vicino ai bagni il nuovo pavimento “colorato” e “fantasioso”; tutte le piastrelle sono originali e in alcune compaiono le iniziali del nome di qualche alunno. Il problema delle mattonelle mancanti nella scuola era nato perché lo scorso gennaio dopo la riapertura della scuola l’impianto di riscaldamento era andato in tilt ( come negli altri plessi, ad esempio quello del plesso Europa) per cui i dipendenti del comune si misero a lavoro e dovettero scavare per sostituire la tubatura togliendo anche il pavimento. Dopo la riparazione avvenuta mancava la pavimentazione che era difficile da reperire e con il comune, in dissesto finanziario, non si potevano neanche affrontare le spese. Da li la genialità dove l’insegnante Gianni Ruggeri con la scuola e l’amministrazione hanno trovato il modo di creare in un momento di “crisi” un progetto didattico. “ In un momento in cui abbiamo pochissime risorse finanziarie – afferma il sindaco Fabio Accardi – e l’ente è moroso verso chi deve fornire anche materiale edile è nata un’opportunità, dove gli alunni hanno arredato con fantasia un loro spazio”. Il lavoro è stato possibile grazie ad un barrese, Alessandro Tambè il quale ha donato le piastrelle e che poi sono state decorate con fantasia smaltati e infornati a 950 gradi nel laboratorio della scuola. “I veri protagonisti – afferma Giovanni Ruggeri colui che ha dato l’idea – sono stati gli alunni per un lavoro che è durata una settimana. Il lavoro è lo stimolo della creatività. Noi possiamo legarci alla libertà e bellezza perché attraverso questi principi l’errore può diventare il riscatto di una comunità”. A collaborare al “nuovo progetto didattico di cittadinanza partecipata” (così lo ha definito il sindaco Accardi) sono state le maestre Maria Concetta Faraci, Stella Faraci, Carmen Bologna, Giovanna Giunta e Antonella Centonze assieme al personale Ata. Il progetto prevede l’uso di una tecnica giapponese il “Kintsugi” secondo cui l’arte dimostra che da una ferita risanata, dalla lenta riparazione conseguente a una rottura. “Può rinascere una forma di bellezza – continua Accardi – e di perfezione superiore lasciandoci così intendere che i segni impressi dalla vita sulla nostra pelle e nella nostra mente hanno un valore e un significato, e che è da essi, dalla loro accettazione, dalla loro rimarginazione che prendono il via i processi di rigenerazione e rinascita interiore che ci rendono delle persone nuove e risolte. E’ questo che si farà nelle scuole”. Prossima tappa il plesso Europa.
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