Dopo le feste pasquali, giovedì 27 aprile 2017 il Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) riapre le porte all’arte, ospitando il piazzese Angelo Scroppo. A presentarlo ai membri e amici del Salotto il padrone di casa Gaetano Vicari.
Angelo Scroppo nasce a Piazza Armerina nel 1956. Negli anni sessanta si trasferisce con la sua famiglia prima in Calabria e poi in Toscana. Sin dall’adolescenza, a Firenze, si appassiona alla pittura rinascimentale, studiando le tecniche dei grandi artisti di quel tempo. Soggiorna spesso a Parigi, dove ha modo di conoscere buona parte della pittura impressionista, che resterà un punto di riferimento importante per la sua produzione. Visita più volte la Catalogna e risiede a Barcellona, dove promuove, insieme con altri artisti europei, iniziative per valorizzare l’arte mediterranea. Ritornato in Sicilia e completati gli studi, svolge la professione di docente, laureandosi poi in Scienze e Tecnologie dell’Arte presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. Abita a Piazza Armerina e soggiorna periodicamente a Firenze, Roma, Parigi, Barcellona, Palermo, luoghi dove solitamente incontra, discute e si confronta con amici, artisti e intellettuali che da tempo lo affiancano nel suo percorso artistico ed esistenziale.
“L’arte – spiega il pittore Scroppo ai presenti- non deve essere omologazione. Essa è legata alle proprie esperienze personali, al proprio vissuto. Essa è un dono, datoci dal Divino e per questo va curata e perfezionata. L’arte tende verso l’alto, verso quel Dio che ci ha creati”. L’arte è bellezza e come tale va ricercata e approfondita, al di là delle apparenze, di ciò che vediamo. “Bisogna cogliere il senso intimo, – continua Scroppo- nascosto nelle cose. Questo è il compito dell’artista: cogliere l’intimità di ogni essenza”. Presenti nel Salotto tre delle tante opere del pittore piazzese: “Lo sguardo e il silenzio”– sacralità del popolo, omaggio alla sua città: Piazza Armerina, dove la quotidianità si fonda con l’arte; “Sicilia”, terra di origine, raffigurata come una donna devastata, stuprata nel suo essere più profondo, seduta sopra un cubo in cui è raffigurata la “trinacria” e infine “Simbiosi” unione di uomo e donna che nell’amore superano i confini della diversità. Serata interessante, all’insegna del confronto artistico e della buona musica, eseguita alla chitarra dal barrese Giuseppe Paternò, accompagnato al mandolino da Gaetano Faraci, che hanno eseguito bravi del repertorio siciliano e della musica latinoamericana.
Il Salotto artistico-letterario continua l’opera di promozione di personalità e talenti barresi e non, che si distinguono nei diversi ambiti culturali.
Rita Bevilacqua