di Gilda Sciortino
Ormai si sa, quando si parla di campagna elettorale si discute di un appuntamento sempre vivo, che chiama i cittadini a dire la loro in maniera anche abbastanza frequente, dando loro l’opportunità – non sempre ben sfruttata – di cambiare lo stato delle cose e migliorare il contesto che li appartiene.
Soprattutto in Sicilia, appena conclusasi la tornata delle regionali, ecco nuovamente tutti in sella pronti a un nuovo appuntamento, quello delle politiche del 4 marzo, in vista delle quali, al pari di coloro che ritentano la corsa, in tanti hanno deciso di mettersi in gioco.
Il 4 marzo, poi, si voterà con la nuova legge elettorale, il Rosatellum, che non prevede l’indicazione del capo della coalizione mentre ai partiti spetta il compito di dichiarare il capo politico della lista. Si vota, poi, con un sistema misto proporzionale e maggioritario con un terzo dei deputati e senatori eletto in collegi uninominali, mentre il resto con sistema proporzionale di lista.
La Sicilia è suddivisa in due circoscrizioni elettorali per l’elezione della Camera dei deputati: Sicilia 1 (Occidentale) e Sicilia 2 (Orientale). Alla circoscrizione Sicilia 1 verranno assegnati 9 collegi uninominali e 16 seggi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati, mentre alla circoscrizione Sicilia 2 andranno 10 collegi uninominali e 17 seggi plurinominali per la Camera. Per il Senato, alla Sicilia spetteranno 9 seggi uninominali e 16 seggi plurinominali.
[df-subtitle]Anche per i sondaggi i giochi si fanno tra Cinque Stelle e Centro destra[/df-subtitle]Dubbi da sciogliere a parte per gli elettori rispetto al sistema di voto, forse una certezza c’è e cioè che la sfida vera e propria, dopo la grande lezione data dall’ultimo esito elettorale, si gioca tra Centro Destra e Cinque Stelle. Quest’ultimo, infatti, si configura come primo partito politico italiano con il 30,4% dei consensi, superando il Pd che rimane al poco sopra il 21 %. Con buona pace di chi non crede sia lo scenario futuro possibile.
Inevitabile, quindi, la corsa alla scelta del candidato migliore, che non sempre vuol dire quello in grado di fare la differenza attraverso capacità e contenuti, ma in semplice termine di serbatoio di voti.
Nutrito il numero di quanti pensano di avere le carte in regola per fare parte della flotta di coloro che dovranno “lavorare” una volta seduti sulla loro agognata poltrona.
Tantissimi volti noti, ma anche numerosi neofiti della politica che si lanciano in questa avventura, forti della loro volontà di mettere a disposizione il proprio vissuto e la propria esperienza professionale.
Eliminando le appartenenze ben radicate e le simpatie per questo o quell’altro candidato di punta, il fronte degli indecisi potrà essere conquistato dalle promesse. Un gioco al quale stanno partecipando molti dei big, la maggior parte puntando sul tema del lavoro e dell’occupazione: Berlusconi annuncia modifiche radicali al jobs act, Di Maio parla di flex security finalizzata alla stabilità lavorativa, Salvini dice di volere cancellare la legge Fornero, Grasso parla di regolamentare il mercato del lavoro. E se a qualcuno tutto ciò sembra gridare al miracolo, i veri e propri miracoli sembra dovranno farli i candidati, il cui numero prospetta una lotta veramente impari.
Da tempo, infatti, ovunque, è partito il valzer degli aspiranti onorevoli. Andando dare una sbirciata tra i tanti nomi – la lista completa sarebbe veramente lunghissima – nel Centrosinistra a correre sia nell’uninominale sia come capolista nel proporzionale sarà Davide Faraone. In lista anche Teresa Piccione e probabilmente anche il presidente della Gesap, Fabio Giambrone. A Catania si parla di Valeria Sudano, mentre a Messina del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
Candidature ancora da decidere per “Liberi e uguali”, la cui punta di diamante è Pietro Grasso. A essere in pole position potrebbero essere Pino Apprendi e Mariella Maggio.
I Cinque Stelle hanno un primo step da superare, visto che la scelta dei candidati avverrà attraverso le Parlamentarie degli iscritti al Movimento, ai quali spetterà esprimere le proprie preferenze. Scelta dura e da sostenere a denti stretti, sperando che a vincere sia solamente la capacità di concretezza. E dove combatteranno tutti in maniera tenace, forti dei risultati precedentemente ottenuti in tante province siciliane, ma anche del fatto che il lavoro sino a oggi fatto è stato veramente intenso e finalizzato.
Tra i deputati uscenti che si ripropongono sul fronte occidentale, ecco Azzurra Cancelleri, Loredana Lupo e Chiara Di Benedetto, mentre su quello orientale per la Camera ritenta Giulia Grillo.
Tra i senatori uscenti, si ricandidano il trapanese Vincenzo Santangelo e la catanese Nunzia Catalfo. Ci sono, poi, Alessio Villarosa, come anche il catanese Mario Michele Giarrusso al Senato..
Battaglia dura anche e soprattutto per i nuovi, che comunque hanno dalla loro la freschezza e la grande voglia di mettersi in gioco.
A Palermo, per il Senato corre Tiziana Di Pasquale, mentre per la Camera Roberto Bissanti. A Palermo confermata anche la corsa di Renato Marchiafava.
Due le ex collaboratrici Cinque Stelle di Catania all’Ars che tentato il volo. Sono Simona Suriano per la Camera e Clementina Iuppa per il Senato
Da Agrigento ci riprovano al Senato Maria Bellavia e l’avvocato Emanuele Dalli Cardillo. Per entrambi si preannuncia dura battaglia, così come per gli universitari Filippo Perconti e Rosalba Cimino. Per la Camera dei Deputati corre, invece, Salvatore Urso.
A Enna, prima esperienza per Carlo Prestipino, candidato al Senato, ma anche per Dario Cacciato alla Camera.
Per il collegio di Messina si riconferma Francesco D’Uva, della Commissione Cultura della Camera.
Nel Centrodestra tanti i nomi noti che tentato la corsa. A Palermo si parla di Francesco Scoma e di Simona Vicari, mentre a Catania dell’europarlamentare Salvo Pogliese. Siracusa esprime Stefania Prestigiacomo, Ragusa Noemi Minardo, Messina Nino Germanà e Santi Formica.
“Diventerà Bellissima”, il movimento di Nello Musumeci, alla fine potrebbe andare a braccetto con “Noi con l’Italia” di Raffaele Fitto e Saverio Romano, candidando Raffaele Stancanelli e Giuseppe Lombardo, nipote quest’ultimo dell’ex governatore.
Insomma tanti big che ci riprovano, certi di farcela. Ma si sa, nulla è mai sicuro e, soprattutto in un periodo storico come il nostro, dove l’unica certezza è data dalla sfiducia, dall’insofferenza e dall’urgenza di cambiare le cose, tutto è in mano agli elettori.
I giochi sono, dunque, aperti, con la speranza che ad averla vinta possa essere esclusivamente lo spirito sportivo, la reale voglia di operare cambiamento attraverso la sinergia delle idee e la concretezza della loro attuazione.