Nella riunione di giovedì 25 ottobre 2018 il Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha presentato in anteprima la raccolta di poesie “Parole di Pane” del Socio Filippo Salvaggio, pubblicata dalla casa editrice Nulla Die nell’agosto 2018. Oltre ai Soci e agli amici del Salotto, presenti anche i famigliari dell’autore e l’editore Giordano.
Dopo i saluti iniziali, Gaetano Vicari ha ricordato ai presenti chi è Filippo Salvaggio: «Socio fondatore dell’APS Associazione di Promozione Sociale “Sedie volanti” di Barrafranca dal novembre 2017- spiega il Vicari- socio del Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca dal 2016;
membro del Consiglio direttivo dell’Associazione sportiva “Libertas” di Barrafranca (prima metà degli anni ’90); e’ stato presidente e attualmente vice presidente dell’Associazione turistica Pro Loco di Barrafranca e consigliere regionale delle Associazioni delle Pro Loco. Alcune sue poesie sono state pubblicate nella raccolta di poesie “Orfeo lungo la Statale 191” stampato per conto del Comune di Barrafranca, dell’Associazione Pro Loco, dell’Associazione Studioeventi e del Club “Don Sandro Bernunzo”. Ha curato l’appendice sul dialetto barrese nella pubblicazione intitolata “Barrafranca, la Storia, le Tradizioni, la Cultura popolare” di Salvatore Licata e Carmelo Orofino, III edizione. Ha pubblicato svariati articoli di eventi, cultura, interviste e curiosità sulla rivista di eventi regionale “NewAtri” a cura dell’Associazione “StudioEventi” di Barrafranca. Ha pubblicato un saggio sul culto della Madonna della Stella a Barrafranca intitolato “Il culto di Maria SS. della Stella a Barrafranca”, per conto della Parrocchia Maria SS. della Stella di Barrafranca.»
A presentare l’opera è stato il Socio Carmelo Orofino, che ne ha curato la postfazione. «Più che una silloge di liriche- scrive Carmelo Orofino – “Parole di pane” è un cantico di tono elevato, un inno alla sacralità della vita: nel suo farsi e nel suo divenire; e, dunque, come un cantico va ascoltato e rielaborato nella parte più profonda dell’animo.
È un libro compatto, solido e necessario: compatto perché si tratta del diario di un anno di viaggio abbarbicato alla paternità; solido perché poggia su valori etici e bioetici puri e imprescindibili e su una sapienza letteraria robusta; necessario perché colma una lacuna nel panorama letterario nel focalizzare l’attenzione su una manifestazione dell’amore ben poco cantata: quella di un padre per il proprio figlio.»
Tema e filo conduttore delle poesie è l’attesa di aspettare un figlio, vista questa volta non dall’ottica materna, ma dal punto di vista paterno. L’annunzio di diventare padre, spinge l’autore a scrivere “nero su bianco” emozioni, sensazione che la paternità ha suscitato nel suo animo. Non sono semplici parole ma “pane”, alimento per lo sviluppo e per il futuro del proprio figlioletto. Così esprime, attraverso quelle “rime” organizzate in ordine cronologico, i suoi sentimenti, l’amore per la moglie che lo renderà padre e per quella nuova vita che arricchirà e completerà il suo cammino famigliare. Come giustamente Orofino ha evidenziato nella postfazione, l’opera ha un duplice destinatario: il figlio Arturo, l’ispiratore dei versi, e il pubblico che ama la poesia e che potrà rispecchiarsi in quel lungo viaggio che è la paternità.
Rita Bevilacqua