“La memoria e il ricordo ad essa connessi saranno il futuro dei nostri cari, anche quando le loro spoglie mortali lasceranno questa terra. Il rimembrar le gioie e i dolori, il riso e il pianto sarà garanzia della loro presenza. Le lacrime e i sorrisi che il loro ricordo susciteranno saranno linfa per la loro eternità!” (Rita Bevilacqua).
Serata particolare quella svoltasi giovedì 29 novembre 2018 nella sede del Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN), dove i soci hanno voluto ricordare l’amico Giuseppe Pilumeli, scomparso da poche settimane. Presenti alla riunione anche la moglie Borina Bellanti, i figli Rosanna e Francesco e i cognati di Pino.
Dopo i consueti saluti, Gaetano Vicari ha donato a Borina un suo dipinto raffigurante una rosa e ha letto alcune versi che comprendono la parola rosa o rose tratte dalle poesie di Pino, come ad esempio «Un canestro di rose e fiori zeppo di dolci aromi ruberò per te al mercato dei fiori» (Tratto dalla poesia “Al mercato dei fiori”). Ogni socio ha voluto ricordare Pino mediante un personale contributo. Alcuni, come Salvatore Bontempo, Rosetta Faraci, Rosetta Vitale Barresi, Carmelo Orofino, Bobò Centonze e Salvatore Licata, hanno ricordato l’amico scomparso raccontando di momenti di vita trascorsi con Pino o momenti di convivialità vissuti al Salotto. Altri si sono cimentati nella composizione di poesie o commentando alcune liriche di Pino, tutto all’insegna della “rimembranza”. «Intime tenerezze, magie di momenti- ricorda la Virone – sussurri alla vita, all’incanto, all’amore. Immagini di una sensibilità che solo un’anima affine può cogliere…» Queste, secondo Jole Virone, sono le sensazioni che le ultime poesie di Pino suscitano nel lettore attento.
«Pellegrino il poeta si accinge ad intraprendere l’ultima scalata del colle amato dal suo idolatrato Leopardi. – spiega Diego Aleo, commentando la poesia di Pino “Lasciatemi andare”- Sarà dura fatica raggiungere la cima. Zavorre pesanti, spesso intollerabili, depone la vita sul nostro peregrinare, ma il cuore non smette mai di vagheggiare la gioia, il gaudio, un cielo sereno, un animo quieto.» «Novembre non ti toccò il suo gelo non ti avvolse piuttosto lo fece l’infinito che a lungo vaneggiavi e gli ulivi grondarono pioggia.» Con questi rime (di cui riportiamo la prima strofa) Filippo Salvaggio esprime il suo personale ricordo. Il voler metabolizzare la notizia della scomparsa dell’amico, spinge Marianna Salvaggio a comporre alcuni versi dal titolo “Tre parole”: (ne riportiamo solo alcuni) «Tre parole lampanti, lapidarie, telegrafiche allor che il giorno volge al suo tramonto… “Pino è morto”… e lo storico epitaffio “E il naufragar m’è dolce in questo mare” presagio d’una vita migliore».
Ispirata da una delle tante poesie di Pino, Maria Costa crea un mirabile dipinto e commenta: « L’uomo è un ente che da luce al mondo, attraverso la parola. Tra la parola e la luce cade l’ombra che le permette di splendere. La luna anche se muta, con il suo ingenuo candore, smuove anche le pietre, dando loro vita.» Incantata dalla lirica “Soffio Leggero” dell’amico Pilumeli, Orietta Strazzanti commenta: «La lirica “Soffio leggero” coglie ed esprime in modo sintetico la verità universale dell’incontro autentico e l’amore del poeta verso al donna amata. I suoi versi delicati e puri evocano il mistero, la magia e la religiosità insite nell’incontro vero e profondo con l’altro in particolare con la donna della propria vita» Non potendo essere presente, il ricordo di Jolanda D’Alessandro è letto dalla Virone: «Il saluto cordiale e amichevole, che ci scambiavamo ad ogni incontro, mi ritorna alla mente insieme al meraviglioso ricordo che come persona sensibile ed umana hai lasciato ai tuoi cari e a tutti noi soci del Salotto Artistico – Letterario… Ci hai lasciati sbigottiti, sgomenti, ma la tua sensibilità, la tua umanità, i valori di vita che hai trasmesso, difficilmente saranno cancellati dal trascorrere del tempo e continueranno a costituire un modello di vita, di cultura di amore e di rispetto per la natura. Gino Strazzanti ricorda l’amico leggendo una sua composizione da titolo “A Pino”, della quale riportiamo i primi versi: «Il tuo sorriso mite ricordo, il tuo prendere con apparente leggerezza la vita; la tua malinconia dava al tuo viso una dolcezza che le rughe esaltavano ancor di più». Tutti gli elaborati sono stati donati alla famiglia di Pino.
Emozionata, Borina ha ringraziato il Salotto per l’affetto e il calore dimostrato in questo momento così difficile. Al termine Gaetano Vicari ha chiesto all’amica Borina di diventare socia onoraria del Salotto e lei ha accettato.
Rita Bevilacqua