CORCHIANO (VT). In un’epoca come l’attuale, in cui tutto si consuma (o si distrugge) con vorace rapidità, è difficile spiegare il mistero di un giovane uomo – Andrea Cagnetti, in arte Akelo (www.akelo.it) – che dedica la vita a una vocazione artistica. Non intessuta, però, di protagonismo, mondanità, viaggi e movimenti convulsi, come spesso accade. Piuttosto coltivata in un ritiro monastico, nel silenzio dello studio di testi antichi quasi completamente dimenticati e nella totale dedizione a una serie infinita di gesti minuziosi calati in un inafferrabile microcosmo. Quello di gioielli unici e senza tempo e di sculture dalla grande potenza espressiva, realizzati con tecniche antiche, che Akelo sa padroneggiare con tanta maestria. Senza mai cadere in tentazioni… tecnologiche, da vero uomo del Rinascimento – che ha voluto isolarsi nella sua minuscola “bottega” – quale lui si sente ed è. Eclettico e brillante ricercatore, studioso autodidatta dall’enciclopedica cultura umanistica, orafo e scultore, ha scelto di vivere in solitudine dedicandosi a un’incessante sperimentazione artistica. Difficile spiegare e forse anche capire tutto questo. Bisogna viverlo. In questo articolo, cerchiamo di addentrarci un po’ di più nell’universo misterioso e affascinante di questo artista. Qual è il segreto che rende i suoi gioielli degli autentici capolavori richiesti dai musei di tutto il mondo? “I miei monili sono il risultato di un lungo e paziente lavoro di “bottega” rinascimentale, con l’impiego, tra l’altro, di materiali naturali. In altre parole, metto a frutto le conoscenze acquisite dalle antiche fonti alchemiche, solo puntando sul mestiere, la pazienza e l’occhio acuto. Proprio come un uomo di quei tempi”. Oltre a un artista di talento, grazie alle sue ricerche, lei è considerato uno dei più autorevoli esperti di oreficeria antica… “Vengo spesso consultato in materia di oreficeria antica, anche perché non è facile trovare un esperto che si occupi, da 25 anni, sia di ricerche teoriche che di sperimentazioni pratiche in questo ambito. Parte del mio tempo è, infatti, dedicata alla stesura di articoli e saggi tecnici, pubblicati dalle riviste di settore più qualificate del mondo. Ho anche partecipato a programmi televisivi a indirizzo culturale”. Non serve essere un addetto ai lavori per cogliere la minuzia con cui crea i suoi monili. Colpisce soprattutto la miriade di microscopiche sfere d’oro che li arricchisce. Come riesce a realizzarle e soprattutto a saldarle? “Quella della “granulazione” è una delle più affascinanti e discusse metodiche dell’arte orafa antica. Ma ancor più complessa è la saldatura di queste piccole sfere auree, denominate grani (o “pulviscolo”, quando raggiungono proporzioni microscopiche: fino a 0,1 mm. di diametro) a una lamina d’oro. Una delle tecniche che ho riscoperto, appunto, interpretando alcuni testi alchemici e che i giornali hanno definito, in modo suggestivo, la “pozione degli Etruschi”, Dunque, le sue creazioni si possono considerare “eredi” dei gioielli antichi? “Da un punto di visto tecnico, sì. In realtà, sono degli “originali”, tutti pezzi unici dal design esclusivamente frutto della mia fantasia, ben lontani dalla logica standardizzata di molti gioielli moderni, senza anima, né cuore”. Come si è avvicinato al mondo della scultura? “Con gli anni, ho voluto sperimentare forme artistiche diverse da quelle dell’oreficeria, mettendomi alla prova con materiali differenti e meno pregiati, come il ferro, e con composizioni plastiche di maggiori dimensioni, seppur sempre ispirate ai canoni estetici della classicità. Da qui sono nate le mie sculture, alcune astratte, altre antropomorfiche, ispirate ai canoni di armonia classicheggiante”. Oggi molte sue opere sono in mostra a livello nazionale e hanno risonanza in tutto il mondo, oltre a essere presenti in collezioni private. Quando ha iniziato a dedicarsi all’arte si aspettava tutto questo successo? “Sinceramente non mi sono mai posto il problema. Come ho già detto, seguo solo la mia ispirazione, nella convinzione che se si lavora con coscienza e dedizione, prima o poi i risultati verranno. E anche se così non fosse, il mio atteggiamento non cambierebbe”. Progetti per il futuro? Stai preparando qualche nuova opera o mostra? “Sto lavorando a nuove opere che faranno parte di un’installazione che si chiamerà Pompei today. Ma si tratta di un progetto ancora in fieri e su cui ritengo ancora prematuro esprimermi”. GAETANO MILINO
ENNA. GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE IL CONVEGNO “LA MENTE TRA LE NUVOLE”,
Organizzazione a cura dell’istituto Superiore per le Scienza