In occasione dei festeggiamenti in onore di sant’Antonio di Padova, che si svolgono il 13 giugno, vogliamo riproporre un detto molto antico che recita:“Troppa grazia Sant’Antonio!”.
Usato solitamente quando si vuole indicare che si sta ricevendo più di quanto si debba ricevere, è un detto molto conosciuto in tutta Italia. Per quanto riguarda i fatti che generano tal detto, sono praticamente identiche in tutte le regioni italiane, con le solo varianti per quanto riguarda i protagonisti della vicenda. In Sicilia il detto nasce, secondo alcune tradizioni popolari, da una leggenda che ha come protagonista un contadino di Poggioreale (TP), dove il santo patrono è proprio Sant’Antonio di Padova.
Si racconta che contadino povero, stanco e con la schiena a pezzi per il troppo lavoro, aveva bisogno di un asino per poterlo aiutare a lavorare nei campi. Andò dal proprio “padrone” e gli chiese se potesse aiutarlo. Il padrone, persona molto sensibile e generosa, gli regalò un mulo. Il contadino gliene fu grato, lo portò nella sua terra e provò a cavalcarlo. Il mulo, però, era molto alto e il contadino non riuscì a salirci sopra, inoltre, la vecchiaia e il lavoro duro non gli permettevano di fare grandi sforzi. Iniziò a piangere davanti alla stalla e lo vide un prete che, dopo aver ascoltato la storia, gli disse che per ricevere la grazia avrebbe dovuto pregare Sant’Antonio. Il contadino iniziò a pregare il santo ma neanche le preghiere lo aiutavano, provava e riprovava ma il mulo non riusciva proprio a cavalcarlo. Pregò con lui anche la moglie ed i vicini e, giusto quando tutti erano attorno a lui congregati, il contadino prese la rincorsa per provare a salire sul mulo gridando: “Sant’Antonio fammi sta grazia”. Detto questo fece un salto altissimo, ma così alto, che superò il mulo e cadde dall’altra parte della bestia. A quel punto urlò: “Troppa grazia Sant’Antonio!”
Rita Bevilacqua