È in corso a Lugano il Forum Paneuropeo delle Confraternite. La riflessione dell’arcivescovo mons. Michele Pennisi
n questi giorni si svolge a Lugano il primo Forum Paneuropeo delle Confraternite, che offre l’occasione per riflettere sulla loro missione per una nuova evangelizzazione del Vecchio Continente, le cui radici cristiane prima di essere affermate da una legge dovrebbero essere presenti nel cuore della gente e diffuse tra i popoli europei.
Le confraternite ebbero grande sviluppo a partire dal Medioevo e si sono diffuse in modo capillare in tutta l’Europa, contribuendo all’incremento della pietà popolare , alla pratica delle opere di misericordia e allo sviluppo sociale, artistico ed economico delle comunità in cui si trovarono inserite. È documentata la presenza di confraternite in tutta l’Europa: Irlanda, Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Italia, Malta, Germania, Polonia, Ungheria, sia nelle città, sia nelle zone rurali. In seguito della Rivoluzione francese e per effetto dell’orientamento laicista di molti stati europei che volevano ridurre la religione a un affare privato, la loro presenza nel tessuto sociale e religioso subì un affievolimento. La secolarizzazione delle loro attività, molto apprezzabili per l’impegno nel sociale, non ha impedito in molti casi le aggregazioni dei laici non solo attorno alla liturgia e alla pietà popolare, ma anche attorno all’esercizio della carità e della mutua solidarietà.
Oggi in un periodo in cui assistiamo nel Vecchio Continente al diffondersi dei virus dell’individualismo, della frammentazione dell’esistenza, della solitudine, dell’indifferenza, delle divisioni e contrapposizioni, dell’affievolirsi della solidarietà interpersonale, le confraternite possono svolgere un compito importante iniettando il vaccino della fraternità e della solidarietà e possono contribuire a nutrire le radici cristiane dell’Europa attraverso un processo di nuova evangelizzazione. Per adempiere questa missione, le confraternite – ha detto Papa Francesco il 5 maggio 2013 in occasione della Giornata mondiale della pietà popolare – devono articolare la loro esistenza attorno a tre principi fondamentali: l’evangelicità, l’ecclesialità e la missionarietà. Non possono fermarsi a mantenere vive delle tradizioni antiche ma sono chiamate a rinnovare queste tradizioni, testimoniando di essere Chiesa in uscita animata da uno spirito missionario. Bisogna preservare le manifestazioni della pietà popolare da derive secolaristiche che le riducano a folklore o da ambiguità di vario genere per mantenerle entro forme mature e autentiche.
Anche le opere di carità, che rientrano nella storia delle Confraternite, devono oggi essere rinnovate in base alle esigenze dei nuovi tempi. I membri delle confraternite sono chiamati sperimentare la ricchezza di autentiche relazioni fraterne, la capacità di testimoniare con efficacia il Vangelo nella società, mostrando coerenza fra il vangelo e la vita quotidiana. Nella nuova stagione aggregativa dei fedeli laici, l’associazionismo tradizionale continua a essere attuale nella misura in cui è capace di rinnovare la sua presenza nella Chiesa e nella società. In tal senso le confraternite assieme ad altre aggregazioni ecclesiali come l’Azione Cattolica e i nuovi Movimenti possono continuare ad essere strumenti privilegiati di azione pastorale se sono capaci di rinnovarsi nell’offrire una fattiva collaborazione nell’ambito della comunità cristiana, concepita non come un club di pochi eletti, ma come una realtà popolare che tesse relazioni fraterne nei vari ambiti della vita ordinaria. Per Papa Francesco l’Europa è chiamata a ritrovare la sua anima umanistica fondata su una visione relazionale della persona, inserita in una comunità. In un’Europa stanca e invecchiata, paragonata da Francesco a una vecchia nonna sterile, la memoria del passato deve essere concepita “come la linfa vitale che irrora il presenteW. Un nuovo protagonismo dei cristiani laici disposti a camminare assieme in un clima di fraternità ”potrà ridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa” e trasformarla in una madre feconda, culla di un nuovo umanesimo.
fonte Interris