Enna ai tempi del coronavirus porta un triste primato. Con gli attuali 5.36 casi ogni 10000 abitanti si attesta come la provincia più colpita della Sicilia.
Se proviamo ad immaginare una cartina geografica tinta di colori allarmanti il nostro territorio è quello che più si avvicina al Rosso. Del resto, zona rossa è il comune di Agira che dal 24 marzo è “off limits”. Le stesse sorti, a breve, sembrerebbero toccare anche ai comuni di Leonforte, Assoro e Troina.
Centro nevralgico in piena emergenza Covid-19 è indubbiamente l’ospedale Umberto I di Enna.
Abbiamo fatto alcune domande al Direttore Sanitario dott. Emanuele Cassarà per capire come la situazione è gestita e quello che ci si può aspettare.
Quando è partito l’allarme in tutta Italia, Enna come ha gestito l’emergenza Covid-19?
Ad Enna ci siamo adoperati preparando una parte del pronto soccorso più un reparto di circa 40 posti letto per ospitare gli eventuali malati affetti da coronavirus. Abbiamo aumentato i posti sia in malattie Infettive che in terapia Intensiva con rispettivi respiratori. Dopo aver potuto constatare un aumento del numero di contagiati abbiamo ritenuto necessario spostare i degenti ordinari presso altri presidi e, attualmente, siamo in condizioni di allargare ulteriormente il numero dei posti e di concentrare su di Enna tutte le nostre forze per contrastare il virus.
Per il futuro, numeri alla mano, cosa è previsto?
Attualmente i ricoverati sono circa una cinquantina, tra quelli in fase acuta e quelli in via di guarigione e da subito possiamo trattarne almeno altri quaranta.
Qual’ è attualmente la situazione della terapia intensiva?
In questo momento in terapia Intensiva ci sono otto malati e attualmente, qualora necessario, possiamo riuscire a gestirne circa quattordici
Il numero di posti disponibili per la terapia intensiva è destinato ad aumentare?
Abbiamo richiesto alla Regione Siciliana venti respiratori e pare che otto di questi potrebbero arrivare nell’arco delle prossime due settimane.
I medici sono provvisti di DPI (dispositivi di protezione individuale)? E per quanto tempo pensate di averne a disposizione?
Ci sono alcune difficoltà nel reperimento ma tutti gli operatori ne sono provvisti. Il peggio dovrebbe essere passato anche perché in questi giorni stanno arrivando più scorte, resistiamo tranquillamente per un’altra settimana e oggi forniremo le mascherine a tutte le guardie mediche
Di cosa avete bisogno?
Abbiamo bisogno un maggior numero di dispositivi di protezione individuale e di ulteriori respiratori. Stiamo tentando di acquisirne altri, anche grazie alle donazioni che sono state fatte, che verranno tutte convogliate soprattutto nell’acquisto di ventilatori polmonari.
Nel momento in cui un caso positivo è accertato cosa accade? Si ricostruisce la rete dei contatti? Chi se ne occupa?
Se ne occupa l’ Asp con il dipartimento di prevenzione e con il dottor Belbruno che è il responsabile dell’epidemiologia.
Il dottor Belbruno, raggiunto telefonicamente, ha confermato la piena operatività di tutti gli organi competenti, parlando di un momento di grande concitazione in cui si muovono sinergicamente gli sforzi di tutti gli attori principali.
Già dalle prime fasi è stata istituita dalla direzione sanitaria un’unità operativa con relativo medico dedicato. Nel momento in cui si è a conoscenza di un caso di positività accertata ci si appresta a ricostruire la rete dei contatti del soggetto interessato. Diversi sono gli operatori, individuati singolarmente e per ogni zona, che ricostruiscono il periodo che va dalle 48 ore precedenti ai 14 giorni successivi dall’inizio della sintomatologia del contagiato positivo individuando, secondo degli appositi standard i soggetti considerati a rischio che verranno prontamente avvertiti e isolati. A questi ultimi non viene effettuato un tampone qualora non manifestino sintomi evidenti ma vengono costantemente monitorati e tenuti sotto osservazione. E’ ragionevole ipotizzare che qualora si presenti una qualche sintomatologia agli stessi verrà effettuato il necessario tampone anche presso il domicilio di appartenenza. Questo servizio, attualmente, non è a regime a causa delle difficoltà nel reperimento dei DPI e per le procedure di reclutamento del personale preposto ad oggi ancora in corso. Ai casi positivi Covid-19 sono dedicati dei servizi specifici, come ad esempio la raccolta dei rifiuti e similari. Il lavoro atto a ricostruire la rete dei contatti è certosino e una gran mano viene data anche dalle forze dell’ordine territoriali, dai sindaci, dalla prefettura e dai vigili del fuoco. Qualora si è a conoscenza di aver avuto uno stretto contatto con un contagiato positivo è possibile rivolgersi ai seguenti numeri, un team dedicato sarà in grado di fornire tutte le spiegazioni utili del caso.
La REDAZIONE