ROMA. Piano Amianto, Fabrizio Trentacoste (M5s): “La Regione renda noti i siti individuati per lo smaltimento”.

ROMA. Piano Amianto, Fabrizio Trentacoste (M5s): “La Regione renda noti i siti individuati per lo smaltimento”.

- in Comunicati Stampa

ROMA. “È indispensabile che la Regione Siciliana individui al più presto i criteri e, quindi, i siti individuati per la dismissione programmata dei materiali in cemento-amianto in Sicilia. Al momento, dobbiamo purtroppo denunciare una carenza di trasparenza. Risultano noti, infatti, soltanto 4 siti su 35, ma di questi è possibile immaginare l’uso della cava dismessa di Pasquasia e della cava di Biancavilla, peraltro, imponendo la limitazione all’abbancamento nella prima dei materiali in cemento-amianto dell’ennese e nella seconda dei manufatti dismessi dalla stessa Biancavilla; mentre dovrebbe essere abbandonata, definitivamente, l’idea di utilizzare le miniere ‘Bosco Palo’ e di Milena, nel Nisseno. Queste ultime presentano gravi criticità già palesate in diversi studi”. Così il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che torna a parlare del Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, passato con voto favorevole in Commissione Ambiente all’Ars nelle scorse ore. “Risulta assolutamente prioritario, inoltre, – aggiunge il parlamentare Cinquestelle – la creazione nelle discariche di RSU delle cosiddette ‘celle di stoccaggio per materiali in cemento-amianto’. Al momento, ad esempio, tali celle non sono presenti né a Cozzo Vuturo, la discarica di Enna, e nemmeno nel progetto per la settima vasca di Bellolampo, a Palermo. “Infine, così come avanzato già durante un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente Totò Cordaro e ribadito in una nota formale inviata allo stesso Assessorato, chiedo che non venga preclusa alcuna possibilità di sviluppo futuro per l’ex miniera di Pasquasia che, ancora oggi, rappresenta una risorsa in qualità di importante sito di archeologia industriale, ma anche per l’eventuale estrazione dei sali potassici nel futuro. Per tali ragioni, il giacimento in questione non deve essere danneggiato da scelte che fornirebbero al momento una soluzione rapida a problemi annosi, come lo smaltimento del cemento-amianto, ma che in futuro potrebbero pregiudicare ogni possibile ripresa dell’attività estrattiva”. GAETANO MILINO

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