In occasione dei festeggiamenti in onore del santo patrono di Barrafranca (EN) Sant’Alessandro, riportiamo un’antica pratica devozionale, conosciuta come “u viaggiu a Santruscianniru” . Nella memoria degli anziani è vivo il ricordo dell’antica devozione al Santo patrono, tanto che era tradizione, (non del tutto scomparsa) di fare il “viaggio” a piedi, ossia compiere un percorso che, partendo dalla propria abitazione, arriva fino alla chiesa Maria SS. della Stella, dove si trova il fercolo del Santo, per poi assistere alla celebrazione eucaristica. Anticamente il “viaggio” partiva dalle diverse “cruciddi” (le croci erette nelle strade d’entrata del paese) fino alla suddetta chiesa. Durante il tragitto, si recitava una particolare preghiera, restando in perfetta concentrazione, tanto da non farsi distrarre da eventuali incontri. Trattandosi di preghiere in dialetto barrese e tramandate oralmente, ci sono diverse versioni. Qui riportiamo la versione della signora Giuseppina La Zia. “Santruscianniru corpu santu,e di Cristu fu amatu tantu.Orazioni vulissimu fari,datini grazia di comu a’mmaffari.E ppì fari la penitenza,datini la forza e la resistenza”.
Segue un Padre nostro e un’Ave Maria. (Si ripete tutto per nove volte)
Ritornando “o viaggiu”, questo veniva effettuato (adesso si fa in tono minore) per nove giorni prima della festa, cioè dal 24 aprile fino al 02 maggio, anticamente la mattina, adesso il pomeriggio. La mattina della festa, ossia il 3 maggio, si andava a donare il pane promesso al Santo e si recitava il rosario detto “du miliuni”, così chiamato perché si pronuncia un milione di volte la parola “Gesù”. Gli anziani chiamavano questo giorno, ossia il 3 maggio il “giorno delle Santi Croci“, perché fino alla riforma liturgica del 1970, in questo giorno si festeggiava “l’Invenzione della Croce”. La tradizione di festeggiare il Crocifisso si è mantenuta in altri paesi siciliani, mentre a Barrafranca si festeggia il Santo patrono.
Riportiamo il testo, rigorosamente in dialetto, du RUSARIU DI LI SANTI CRUCI. Questa è la versione della signora Giuseppina La Zia.
Sui grani grossi della corona del rosario si recita: “Gesù Gesù aiutatimi Vù. Arma mia pensacci tu.Pensa ppi lu jiurnu chi si moridi mundi ribelli a mma passari.A lucifiru ‘nfrinali a mma ‘ncuntrari.Vattinni luciferu ‘nfirnali,chi cu mmia un ciai nenti a cchi fari,pirchì lu jiurnu di li Santi Cruci haiu dittu milli voti Gesù.”Sui grani piccoli:Gesù… Gesù… Gesù… per 10 volte. (Si ripetere il tutto per 20 corone di 50 grani).
RITA BEVILACQUA