Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna – su richiesta della locale Procura della Repubblica -, nei confronti di un quarantasettenne palermitano accusato del delitto di circonvenzione di persone incapaci, commesso ai danni di un anziano disabile di Troina. L’indagato, infatti, residente a Palermo e pluripregiudicato per numerosi reati contro la persona e contro il patrimonio, approfittando dei problemi psicofisici dell’anziano, seguito per il suo stato di vulnerabilità tanto dall’A.S.P. ennese quanto dai Servizi Sociali del Comune di residenza e di fatto privo di affetti familiari, a partire dall’ottobre 2019 è riuscito telefonicamente a indurre il malcapitato a continue elargizioni di denaro, prospettandogli la possibilità di intraprendere una relazione sentimentale con una inesistente donna, al momento domiciliata in Piemonte, con la promessa di un suo imminente rientro in Sicilia per dare corso a una duratura convivenza tra i due. L’arrestato, riferendo di continui maltrattamenti e violenze patiti dalla fantomatica donna ad opera di uno zio e di alcuni familiari di cui era al momento ospite al nord, convinceva – sempre al telefono – l’anziano troinese a versare il denaro, assicurandogli che sarebbe servito alla stessa per fuggire dalla situazione di degrado in cui si trovava nonché per sostenere le spese del viaggio per raggiungerlo a Troina e finalmente vivere insieme. Nel volgere di pochi mesi sono così andati in fumo tutti i risparmi dell’anziano, intere mensilità della sua pensione ed i periodici proventi di alcuni terreni concessi in affitto, costringendolo addirittura a contrarre debiti con alcuni negozianti e conoscenti del paese per riuscire ad acquistare il necessario per sopravvivere. Proprio i crescenti debiti contratti e l’aggravarsi delle condizioni di disagio economico dell’uomo hanno attirato l’attenzione delle Fiamme Gialle del Gruppo di Enna e della locale Autorità Giudiziaria che hanno così avviato le indagini, scoprendo le reali ragioni alla base del repentino impoverimento dell’anziano nonché le modalità attraverso le quali avveniva il passaggio di denaro, ossia ricaricando carte di debito di volta in volta indicategli dall’insensibile interlocutore telefonico, sempre dietro la minaccia di non poter più incontrare l’agognata compagna. Oltre 11.000 euro la somma complessivamente sottratta al disabile, che in taluni disperati momenti connotati dai toni più accesi e minacciosi usati dal suo aguzzino, era giunto al punto di paventare la possibilità di togliersi la vita non sapendo dove ricercare ulteriore denaro. La gravità del quadro indiziario, le numerose fonti di prova raccolte dai militari, la pericolosità delle condotte poste in essere dall’indagato, peraltro da tempo incline a delinquere, ma soprattutto il concreto pericolo della reiterazione del reato in questione, hanno indotto il pubblico ministero a chiedere ed ottenere dal G.I.P. la misura cautelare nei confronti del palermitano, che ora rischia la pena della reclusione da due a sei anni e la multa da 206 a 2.065 euro. L’attività svolta conferma il forte impegno degli uomini e delle donne della Guardia di Finanza a difesa delle fasce più deboli della popolazione, soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui l’emergenza sanitaria ha spesso posto in evidenza la necessità di tutelare e salvaguardare coloro che non sono in grado di provvedere autonomamente a sé stessi. GAETANO MILINO
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