Barrafranca – Ergastolo per l’omicidio di Maurizio Marotta e il tentato omicidio di Gaetano fratello di questo, e assoluzione per l’omicidio di Salvatore Caronte. Questa la richiesta con la quale il Pm Roberto Condorelli ha concluso ieri la sua requisitoria al processo con rito abbreviato in corso dinanzi al gup di Caltanissetta, nel quale sono imputati i fratelli Carmelo e Luigino Tambè e Orazio La Rosa. Per il Tambè il pm ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di essere stati ideaton dell’agguato a Caronte, freddato con un colpo nel 2007 con un colpo di pistola alla nuca, in un campo di carciofi dove probabilmente aveva appuntamento con il suo assassino. Per i fratelli Tambè ha invece chiesto l’ergastolo dopo avere riassunto gli elementi che li indicano come i mandanti dell’agguato a Maurizio Ma- rotta, nel quale rimase ferito anche il fratello, e l’ergastolo per La Rosa, accusato di essere stato il killer solitario entrato in azione il 26dicembre del 2010. L’omicidio avrebbe come sfondo la guerra per il controllo del traffico e dello spaccio di stupefacenti.
GIULIA MARTORANA
DA “LA SICILIA”
Un killer a volto coperto che indossava una tuta da meccanico era uscito da un vicolo, facendo fuoco sull’auto con la quale i Marotta stavano per allontanarsi dopo essere stati in un bar. Gaetanò, ferito ad una gamba, era riuscito a chiamare il 118, ma non aveva avvisato i carabinieri, mentre Maurizio era morto durante il trasporto in ospedale.L’udienza preliminare per i due omicidi si era aperta nell’ottobre del 2012 e solo adesso il processo con rito abbreviato che si celebra dinanzi al Gup nisseno David SaIvucci, arriva alle battute conclusive, per la lunghissima battaglia che ha contratto sto l’accusa e la difesa sulle intercettazioni che sono il fulcro portante di tutta l’indagine. Gli avvocati Gaetano Giunta ed Enrico Trantino che difendono i Tambè e Paolo Giuseppe Piazza che difende La Rosa, hanno duramente contestato, a suo di consulenze di parte, le trascrizioni delle intercettazioni trascritte e quindi interpretate in modo errato, perché tutti i dialoghi sono in uno strettissimo dialetto barrese. Il gup ha incaricato l’esperto Luciano Romito di espletare una nuova perizia e nel frattempo le difese hanno chiesto di accedere I rito altemativo. Gli imputati sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Dopo il pm Condorelli ha discusso e concluso l’avvocato Giuseppe Lo Monaco che si è costituito parte civile per conto della madre e del fratello di Maurizio Marotta. Il delitto, secondo gli inquirenti era maturato nell’ambito della guerra per il controllo del traffico di stupefacenti che a Barrafranca è sempre stato fiorente e al centro di storiche guerre tra gruppi rivali. Marotta era da tempo emigrato in Germania ma a dicembre 2010 era rientrato con la compagna nell’imminenza della nascita della figlia.
GIULIA MARTORANA
DA “LA SICILIA”