ENNA. È già in vendita “L’azzurro del cielo” ultimo lavoro editoriale di Paolo Di Marco.

ENNA. È già in vendita “L’azzurro del cielo” ultimo lavoro editoriale di Paolo Di Marco.

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ENNA. Da sabato scorso 22 gennaio 2022 è in vendita, nelle edicole e nelle librerie di Enna, per 13 euro la copia del libro del  giornalista ennese Paolo Di Marco: “L’azzurro del cielo. La fede di un prete contro l’Inquisizione”; pubblicato da La Moderna edizioni all’interno della collana Hennaion, la Biblioteca degli autori ennesi. Dal 5 febbraio sarà in vendita in tutte le maggiori librerie online. Racconta una storia che ebbe il suo triste inizio nell’agosto del 1780 a Castrogiovanni, oggi Enna, con l’arresto, ad opera dei militi dell’Inquisizione, del parroco della pieve di San Giorgio don Pasquale Di Mattia. Il religioso fu incarcerato presso lo Steri di Palermo e condannato a tre anni di carcere duro. Prima della fine della condanna venne liberato grazie all’intervento di un giureconsulto Francesco Benigno Tremoglie, anche lui di Castrogiovanni. È una storia emblematica che narra come la realtà possa essere piegata dal potere. A favore del parroco solo la sua fede. La storia è assolutamente vera mentre i particolari, che, raccontano la vicenda sono stati costruiti dalla fantasia e dalle ricerche dell’autore. È quindi una storia-romanzata. Perchè? “Le notizie esistenti – dice l’autore Paolo Di Marco – sono quelle essenziali poi il buio assoluto riguardo una eventuale documentazione. Attorno a fatti veri ho voluto costruire un intero racconto in linea con quanto accaduto in quegli anni.” Come ha notizia dei tormenti del parroco? “Ho appreso della vicenda di don Pasquale Di Mattia da un giornale on line locale che da anni si occupa magnificamente di avvenimenti storici della città di Enna: Il Campanile. Una storia che mi ha incuriosito parecchio e circa cinque anni fa ho iniziato a scavare e alla fine è venuto fuori questo lavoro”. Per la Sicilia i secoli dell’Inquisizione furono anni oscuri e di grande povertà? “Sicuramente, fra il 1600 e il 1700, nessun angolo dell’isola si poté scansare dalla funesta presenza della Santa Inquisizione che rappresentò il potere che si fa assoluto padrone di un popolo, di una terra con la religione piegata ad essere il bastone violento di chi comanda. Don Di Mattia voleva essere solo un buon prete, servire la Chiesa e Dio. Il potere non poteva e non voleva concedere tanta libertà e quindi tentò in tutti i modi di eliminare quel religioso così poco potente ma tanto ingombrante.” C’è un particolare che l’ha colpito quando ha letto per la prima volta di questa storia? “Di certo la grande fede di questo prete che per anni, malgrado le torture, non ha confessato ciò che non aveva commesso. E poi il particolare dei bigliettini scritti e conservati dentro la cella.” Ma un recluso dell’Inquisizione aveva la libertà di scrivere? “No, non poteva. Ma la voglia per il parroco della pieve di San Giorgio don Pasquale Di Mattia era talmente forte da superare ogni proibizione. Entrato in possesso di straccettini di carta pensò bene di utilizzare un legnettino appuntito come pennino e il suo sangue diventò inchiostro. L’intero racconto è uno spaccato del tempo e dell’oscurantismo che l’Inquisizione aveva inflitto alla terra siciliana. In generale credo che squarcia il fortissimo senso di impotenza che il tempo esprimeva contro chi non si allineava ai voleri del potere costituito.”. La Chiesa esce male dalle pagine del suo libro? “Probabilmente esce male da secoli nei quali abbandona il suo naturale percorso spirituale per ispirare il suo agire verso la gestione del potere temporale utilizzando anche le maniere più grette per mantenerlo. Poi però – conclude Di Marco – dal cumulo di fango e sporcizia levano la voce figure pure che sono quelle che in ogni tempo hanno sostenuto e assicurato credibilità alla Chiesa.” Ci fermiamo qui per non togliere al lettore il piacere di scoprire pagina dopo pagina i particolari della vicenda di don Pasquale Di Mattia alla fine del 1700.  Con la pubblicazione de “L’azzurro del cielo. La fede di un prete contro l’Inquisizione”, Paolo Di Marco ha firmato il suo quinto lavoro. I primi quattro sono stati: “Euno, figlio della libertà”, Euno edizioni; “Paolo Garofalo la politica e me”, Euno edizioni; “Mafia è Stato. Intervista a Napoleone Colajanni”, Euno Edizioni; “Carlo III Rosso, Barone di Cerami e i suoi anni”, La Moderna Edizioni. Breve sinossi del racconto. Castrogiovanni, agosto 1780. Il giovane parroco don Pasquale Di Mattia viene portato via a viva forza dalla pieve di San Giorgio dai militi dell’Inquisizione. L’arresto avviene sotto gli occhi attoniti dei parrocchiani che non sanno spiegarsi il motivo. Neanche don Pasquale ha idea di quali imputazioni pendano sul suo capo, ma nella certezza della propria innocenza sente viva l’immanente forza di Dio dentro di sé. Un’intensità che lo mantiene ostinatamente in vita nonostante le torture che i carcerieri di palazzo Steri gli infliggono quotidianamente senza pietà.  Il sacerdote è finito suo malgrado in un vortice di giochi di potere immensamente più grande di lui. Un turbine che coinvolge i nobili, il clero e la Santa Inquisizione di Sicilia; che travolge coloro che sono percepiti come un ostacolo ai loro scopi. Perfino un umile, ignaro uomo di Dio. Dalla vera storia di don Pasquale Mattias, un racconto che strizza l’occhio alla leggenda ma che affonda le radici in una delle pagine più crudeli della storia della (non) religiosità siciliana. GAETANO MILINO

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