A fare il “grande salto” è stato il maestro di violino Francesco La Bruna. Lui insegna al Conservatorio di Palermo. A Francesco La Bruna, nel 2013, è stata conferita l’onorificenza della Regia Accademia di Bologna. Il Maestro Francesco La Bruna a Pietraperzia ha comprato casa in via Bottino, 33, proprio a ridosso dei ruderi del castello Barresi. Francesco La Bruna è arrivato a Pietraperzia grazie ad alcune conoscenze locali tra cui l’architetto Paolo Sillitto. Il maestro di Monreale trova a Pietraperzia assoluta tranquillità ed è lontano dal traffico caotico della città. Francesco La Bruna ha rilevato la casa di via Bottino, 33 da una pittrice belga. Nella casa, di cui lui si definisce “custode”, ci sono ancora alcuni quadri della pittrice belga. Nella targhetta del campanello allo porta di ingresso è scritto infatti “Custode Francesco La Bruna”. La via Bottino è una strada a cui si accede costeggiando il muro esterno della chiesa del Carmine, la chiesa da cui il Venerdì Santo di ogni anno esce “Lu Signuri di Li Fasci”. La via Bottino, a destra entrando, immette in via Degli Ulivi che, a sua volta porta al poliambulatorio e, continuando a scendere, alla circonvallazione Santa Lucia.
La casa di via Bottino 33 è attaccata alla rupe su cui si erge maestoso l’antico maniero. Infatti, attraverso una scala interna, si arriva proprio all’esterno della rupe su cui cresce flora tipica del luogo. Tra la vegetazione, anche un albero di gustosi corbezzoli. Dalla rupe si gode di un panorama mozzafiato a 360 gradi. Da un lato la sottostante vallata del fiume Salso. Guardando da un’altra prospettiva, si ammira il sito delle Rocche e si scorge anche l’Etna. Oltre a diverse città come Enna e Caltanissetta e San Cataldo. Dall’altopiano che si affaccia su questo panorama, si può ammirare il volo della poiana, dei falchi, dei corvi reali e di altri uccelli rapaci che si lasciano trasportare dalle correnti. Ci ha rilasciato una intervista. All’inizio e alla fine di tale intervista il maestro violinista ha eseguito, con il suo violino, due brani. Ad apertura “Oblivion” di Astor Piazzolla e, achiusura, una “Sarabanda” di Bach. Maestro ci può dire come si intitola il brano che ha eseguito? “Oblivion” di Astor Piazzolla.
Ho utilizzato la base musicale di un amico che l’ha incisa per studio”. Maestro cosa L’ha spinta a venire da Palermo a Pietraperzia? “Devo specificare che sono di Monreale. Insegno a Palermo. Il capoluogo siciliano è la città in cui vivo ed insegno. Mi ha spinto il piacere per la campagna. È da circa trent’anni che vengo a Pietraperzia perché amo molto la campagna. Questo centro Sicilia anche abbandonato. Questo senso di solitudine e di abbandono è una cosa molto rara oggi perché la costa è stata molto devastata per certi aspetti. Il centro Sicilia ancora mantiene una sua autenticità. Io venivo ospite da alcuni amici. È poi capitato di acquistare questa casa due anni fa da una pittrice belga che ha deciso di rientrare in Belgio. In questa casa io era stato circa 15 anni fa e il destino ha voluto che ci ritornassi poi da custode perché è vero che ho acquistato la casa ma mi definisco un custode. Noi siamo custodi dei luoghi. Non ci portiamo appresso nulla. Quindi diciamo che sono il nuovo custode di questa casa che ha un giardino esterno attraverso cui si arriva fin sotto la torre dei ruderi del castello. Qui ci sono dei bastioni che sono dentro casa e poi c’é un puntale che è un riferimento astronomico e si trova fuori in giardino. C’è questo bellissimo giardino da cui si può vedere l’alba che sorge da dietro le Rocche – un sito archeologico importante – e poi il tramonto dalla parte opposta che si può vedere salendo. Tra la torre e il puntale c’è un piccolo altopiano e si può godere della visione di tutta la valle del Salso. e si intravedono Enna, Caltanissetta, San Cataldo e anche il fumo dell’Etna.
Quindi c’è questo paesaggio che mi ha molto impressionato e colpito”. La casa di cui Lei si definisce “custode” si trova in via Bottino, N° 33. “Sì, ci troviamo nella parte finale del paese, alle spalle della chiesa Madre via Degli Ulivi che è l’uscita della parte alta del paese. Siamo sotto il castello, sotto i ruderi del castello”. Maestro, quali sono i suoi programmi a breve e a lungo termine? “Alcuni concerti, delle registrazioni musicali, tra cui il 4 dicembre sulle “Sonatine” di Schubert oltre a quella del 16 dicembre. Insomma ci sono diversi impegni. Io vengo qui a ritirarmi ogni tanto, in vacanza. Siamo ad un’ora e mezza da Palermo.
C’è l’autostrada Palermo Catania – si esce a Caltanissetta – e siamo ad un’ora e un quarto da Catania. Quindi mi rifugio qui in questo silenzio che è un silenzio che fa percepire il senso del sacro. Ecco la bellezza di questo luogo. Questa parte alta del paese, in parte anche abbandonata. Ed è un piacere per me girare in questi vicoli, passeggiare, ritrovare persone amiche, molto ospitali, accoglienti.
Però, il ritirarmi in questo silenzio è una cosa unica e straordinaria”. Pensa Lei, visto che adesso è proprietario, o “custode”, di tornare più spesso a Pietraperzia? E quante volte ci torna nel corso dei mesi e dell’anno? “Io, quando posso, per brevi periodi, all’infuori della scuola e degli impegni accademici, scendo molto volentieri. Può capitare una, due volte al mese, ogni due mesi. Quando posso vengo ben volentieri in questa casa che ha questo forno a legna, ha i riscaldamenti, tutte le comodità, ma soprattutto ha questo silenzio sacro, oggi molto raro”. Grazie. Allora godiamoci un po’ di questo silenzio e, subito dopo, partiamo con l’ultimo pezzo. Cosa ci propone adesso, a chiusura di questa breve intervista? “Questo è un violino che non ha grandi qualità e mi serve solo per esercitarmi. Non ho il mio violino che mi dà grandi emozioni. Questo è un violino da studio. Posso suonare una “Sarabanda” di Bach”. Subito dopo, a chiusura, ha eseguito proprio la “Sarabanda” di Bach. GAETANO MILINO