Di Ing. Salvatore Papalia
17 marzo 2023 – 10 minuti di lettura.
Il Comune di Barrafranca ha bandito un CONCORSO DI PROGETTAZIONE dal titolo “Dal Belvedere al Centro”.
Ebbene, se leggendo il titolo, avete pensato che il “centro” sia il “centro storico del paese”, vi siete sbagliati.
Infatti, leggendo la premessa del DIP (Documento di Indirizzo alla Progettazione), allegato al bando del concorso, si capisce che il Comune di Barrafranca ha inteso bandire un concorso di progettazione nell’ambito di opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale (così almeno si legge nella premessa del DIP) adottando la procedura aperta in due gradi. Il 1° grado comprende l’elaborazione dell’idea progettuale.
Nel seguito – per una corretta comunicazione e informazione – cercherò di utilizzare un linguaggio semplice e consistente, facilmente comprensibile sia ai non addetti ai lavori, sia ai tecnici in modo da evitare il più possibile il gergo “tecnichese” (intriso di“fuffa”) abbastanza utilizzato nei DIP in generale.
E’ chiaro che siamo in un ambito urbanistico e, in quest’ambito, il “centro” di solito corrisponde con il “centro storico” di un Comune o di un Centro abitato, ovvero con quella “parte del territorio comunale di più antica formazione sottoposta a particolare tutela per assicurare la conservazione di testimonianze storiche, artistiche, ambientali” (cfr. semplicemente Wikipedia, se non vuoi approfondire in testi di urbanistica).
Senza tanto immergersi in studi e ricerche storiche, ma consultando semplicemente il sito internet istituzionale del Comune nella Sezione “Vivere la città”, Sottosezione “Storia del Comune”, si scopre che <<…Il ganglio vitale dell’agglomerato urbano era rappresentato dall’ampia piazza Bbatia, dove sorgeva la celeberrima turris Convicini e l’antica chiesa Madre…>>. Ovvero l’attuale Piazza Fratelli Messina (“a Madonna”: fig.1).
Quindi, uno che legge il titolo – “DAL BELVEDERE AL CENTRO” – si aspetta che l’intervento dovrebbe partire dal “Belvedere” e arrivare alla “Bbatia” (Piazza F.lli Messina) magari seguendo, ad esempio, tanto per rendere l’idea, uno dei percorsi rappresentati nella planimetria di figura 2.
Questo sarebbe veramente un modo di scovare e sfruttare quegli spazi che offrono un’alternativa pedonale e a misura d’uomo e che consentirebbe di connettere e valorizzare i percorsi del centro storico cittadino.
Invece, guardando il punto 3 del DIP, “AMBITO D’INTERVENTO”, ci si accorge che l’area oggetto dell’intervento non “ricade in pieno centro storico” (per come c’è scritto), ma ricade lungo le strade che dal Viale Signore Ritrovato conducono a Piazza Regina Margherita attraverso due distintipercorsi, uno che segue Viale Signore Ritrovato, Via Belvedere, Via della Croce, Piazza Umberto I fino a Piazza Regina Margherita, l’altro che segue da Viale Signore Ritrovato, Via Santa Rita fino a Piazza Regina Margherita, come si evince dalla foto aerea inserita nel DIP (figura 3)
È pertanto evidente che il titolo non è coerente con l’area d’intervento. Ma concediamo al “copywriter“ che ha coniato il titolo, questa libertà di espressione comunicativa.
D’altronde si sa, un buon titolo (una “headline” in inglese) ha la funzione di catturare e attirare lo sguardo e l’interesse dei lettori e dei destinatari.
Qui però non siamo in un ambito pubblicitario, non si tratta di pubblicare un post sui social media. Qui siamo nell’ambito dell’urbanistica. Si tratta di un intervento di rigenerazione urbana. Non si tratta di un “bando spot” ma di un concorso di progettazione che HA L’OBIETTIVO DI OFFRIRE, AGLI ENTI BENEFICIARI, L’OPPORTUNITÀ DI ACQUISIRE PROGETTI DI QUALITÀ, UTILI PER ACCEDERE ALLA PROGRAMMAZIONE 2021/2027 DEI FONDI STRUTTURALIE DEL FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE E PER PARTECIPARE AI BANDI ATTUATIVI DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR).Quindi si tratta di spendere al meglio i soldi della comunità. Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 2.448.000,00 euro al netto dell’I.V.A.
Comunque tralasciamo quest’aspetto e concentriamoci solamente sull’area dell’intervento definita nel bando e più precisamente nel DIP.
Leggendo il DIP, sembra chiaro che l’area d’intervento ricada lungo due percorsi distinti che conducono alla Piazza Regina Margherita.
Ma, di fatto, i percorsi che consentono l’accesso alla piazza Regina Margherita non sono due, ma sono tre: da sud attraverso Piazza Umberto I, da centro attraverso Viale Signore Ritrovato/Via Santa Rita/Piazza Lituania e da Nord attraverso Via Galilei.
Ma, stranamente, Via Galilei non è stata inserita nell’area d’intervento, così come sono pure stati esclusi i due tratti di Via San Giuseppe e Via Catania che connettono direttamente Piazza Lituania e Via Santa Rita alla Via Galilei e quindi Piazza Regina Margherita da Nord. Questi due piccolissimi tratti (circa 20 – 30 metri, rispettivamente) sono interessati solo in prossimità degli incroci con Piazza Lituania e con Via Santa Rita: è come se si volesse ammodernare il pavimento di una stanza intervenendo solo su un quarto della sua superfice e trascurando tutto il resto, assurdo!
Sarà stata distrazione, premura, … boh! Lasciamo stare. Una cosa, però, sembra certa: chi ha redatto il DIP non conosce Barrafranca, non conosce nemmeno un po’ la sua storia, non ha mai visto l’utilizzo e la fruizione della Piazza Regina Margherita e del suo contesto urbano circostante (soprattutto in occasione dei tanti eventi di pubblico spettacolo che vi si svolgono) e neanche si è preso la briga di farsi una passeggiata e di vivere un momento quel luogo.
Altrimenti avrebbe scoperto, ad esempio: 1) che Piazza Regina Margherita è il sito più idoneo e preferito dalle Amministrazioni, dalle Associazioni culturali e dai cittadini, per svolgere e partecipare a eventi e manifestazioni di pubblico spettacolo; 2) che il maggiore afflusso (sia veicolare, sia pedonale) per raggiungere Piazza Regina Margherita (specie quando ci sono questi eventi), proviene proprio da Via Galilei perché consente ai cittadini di parcheggiare le loro auto lungo le tante strade che s’innestano ortogonalmente ad essa da Nord; 3) Via Galilei è una delle poche vie di Barrafranca dotata di ampi marciapiedi (grazie alla sua larghezza) ed inoltre non è sovrastata da auto parcheggiate dai residenti in quanto da un lato vi prospettano le casette popolari che hanno il loro piazzale interno privato (destinato a parcheggio) e dall’altro lato le case prospettano ad angolo lungo le sei vie ortogonali (da Via Siracusa a Via Liguria, dotate di aree parcheggio lungo l’asse viario).QuindiVia Galilei può veramente rappresentare un adeguatopercorsopedonale “a misura d’uomo” da connettere con continuità, “naturalmente” e in modo diretto, alla Piazza Regina Margherita.
V’invito anche ad immaginare la zona d’intervento come se fosse un quadro racchiuso dentro una sua cornice “naturale”. E vediamo di scoprire quali sono i quattro lati della cornice che racchiudono il quadro: il lato destro (Viale Signore Ritrovato), il lato inferiore (Viale Signore Ritrovato e Piazza Umberto I), il lato sinistro (Piazza Regina Margherita) e il lato Superiore (Via Galilei). Ma Via Galilei, come detto, non fa parte dell’area d’intervento, quindi il quadro non è completamente racchiuso all’interno della sua cornice naturale. QUESTO SIGNIFICA CHE L’AMBITO D’INTERVENTO, COSÌ COME PERIMETRATO, È “MONCO”, E PERTANTO NON CONSENTE UNA COMPLETA E ADEGUATA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE FUNZIONALE DEL LUOGO.
Per rendere meglio l’idea di quanto esposto, di seguito un confronto tra l’intervento previsto nel bando (fig. 3) e un possibile intervento che potrebbe essere stato proposto (fig. 4).
Dal confronto delle due planimetrie si evince:
– Nell’area d’intervento proposta è stato eliminato il tratto di Piazza Regina Margherita prospiciente il palazzo municipale (parte di colore arancione nella fig. 4): che senso ha intervenire in Piazza Regina Margherita solo in quel piccolo tratto? Boh!
– Nell’area d’intervento proposta sono stati inseriti Via Galilei, i due tratti di Via San Giuseppe e Via Catania che collegano direttamente Piazza Lituania e Via Santa Rita alla Via Galilei, e lo slargo antistante l’antica vasca idrica comunale di valore storico-architettonico (parti di colore giallo nella fig. 4).
V’informo, infine, che nel verbale delle richieste di chiarimenti e delle relative risposte da parte del RUP (Dott. Eugenio Diliberto) – pubblicato sul sito web del concorso https://concorsiawn.it il tre marzo u.s. – questo problema della perimetrazione dell’area d’intervento non è stato preso in considerazione da nessuno. Bah!…Bhe!…Bhi!…Boh!…Buh!… Non so che dire.
Ma come si fa a partecipare al concorso di progettazione e produrre – come richiesto al punto 4.1 elaborati progettuali richiesti per il 1° grado – una relazione che espliciti la coerenza delle scelte progettuali con quanto richiesto nel DIP (Documento d’indirizzo alla Progettazione). Mah!…
Cordiali Saluti.
Ing. Totò Papali