Domani (12 luglio) ricorre un mese dalla sua scomparsa con una funzione religiosa nella chiesa della Divina Grazia, ore 17, officiata da don Salvatore Nicolosi
Il “Valzer delle Stelle” con le note dello zofolo sarà associato sempre a Giuseppe Capici. Ad un mese della scomparsa a 93 anni, sarà ricordato da molti come l’uomo che vinse La Corrida programma radiofonico degli anni Settanta. La popolare trasmissione radiofonica presentata da Corrado e destinata a tutti i dilettanti del territorio nazionale che per la prima volta affrontavano il pubblico con poesie, canzoni, imitazione di diverso genere.
Giuseppe Capici, costruì il tipico strumento della musica popolare siciliana con le sue mani denominato in dialetto “ friscaluru” o “friscalettu” e seppe creare dalle note un’ un’atmosfera bucolica mentre faceva il pastore e guardava le stelle.
Una storia quella della famiglia di Giuseppe Capici (classe 1929) che va raccontata anche perché vi sono due generazioni che continuano: il figlio Antonio (suona lo zufolo e tastiera) e a sua volta la figlia Rosita che suona il sassofono da quindici anni nel corpo bandistico “Città di Barrafranca”. Giuseppe Capici, durante il secondo conflitto mondiale, ebbe in regalo dal padre Salvatore un sassofono che, però, da lì a poco pensavano di venderlo perché in quel periodo di crisi, era un possibile introito al fine di sostenere i bisogni della sua famiglia. Per il giovane fu un dramma, e seppur non aveva potuto completare la prima elementare, cominciò a fare il pastore; durante le soste del gregge iniziò a costruirsi “u friscaluru” e a suonarlo. “ Non sapendo ne leggere e ne scrivere – afferma il figlio Antonio Capici che ha anche altri due fratelli Salvatore e Andrea – intonava lo zufolo ad orecchio con grande maestria tanto che i suoi brani erano apprezzati ma non sapeva che da lì a poco potevano diventare celebri. Infatti a notare la sua esibizione fu il maestro dell’orchestra del noto programma televisivo, Roberto Pregadio, il quale recandosi a Enna si ricordava ancora di quel signore con lo zufolo per cui si mise alla ricerca fino a quando riuscì a contattarlo per il programma di Corrado. Immaginate un barrese in uno studio televisivo che era stato accolto dal suono di campane ”. Dagli anni Settanta fino agli anni Novanta Capici si guadagnò l’appellativo di “ u Re du friscaluru” perché suonava ad orecchio e sceglieva la melodia fino a quando era quella giusta e nonostante ciò ha composto brani musicali che sono diventati famosi come il “Valzer delle Stelle” con cui partecipò nel 1975 (aveva 46 anni) alla trasmissione de “La Corrida”; il presentatore Corrado fu colto, forse di spavento, quando Capici mise la mano all’interno della giacca e prese la custodia di cuoio ( sembrava una fondina di pistola), dove vi era il celebre zufolo, custodito adesso gelosamente dal figlio Antonio. Il Re dello Zufolo comparì anche in un noto film “Stangata in Famiglia” con Lino Banfi nel 1976 con la regia di Franco Nucci. Si esibì anche durante serenate e iniziative con vari brani musicali ma era diventato anche un punto di riferimento non solo per musicisti barresi che suonavano nella tipografia “Ruggeri” del Corso Garibaldi; suonava anche con gruppi musicali di un tempo come “I Sopravvissuti”, “Fulmini” e “Vendicatori”. A continuare adesso è il figlio Antonio il quale, secondo alcune indicazioni del padre, sa costruire anche uno degli strumenti simbolo del folclore siciliano, e con abilità (forse la cosa più difficile) sa anche dare il timbro e la melodia giusta.
Negli ultimi dodici anni Giuseppe Capici è stato accudito dal figlio Antonio con la moglie e le due figlie con il piacere di avere accanto una persona semplice e senza alcun tipo di sforzo fino alla fine dei suoi giorni di vita. “ Facevamo rivivere le note del valzer delle stelle nel tempo libero – afferma il figlio Antonio – e per tutti e quattro non era un peso; anzi davamo le attenzioni come quelle di un bambino”. La famiglia lo ha coccolato fino alla fine e molto spesso dicevano a lui la frase in dialetto “chi dici u Carusu” e contemporaneamente all’anziano Giuseppe Capici brillavano gli occhi e faceva cenno ad un sorriso. Fino alla fine dei suoi giorni ha ascoltato tante volte il suo capolavoro che lo rese famoso con “La Corrida” e anche nel giorno dell’ultimo saluto (lo scorso 12 giugno), dopo i funerali prima che la bara si recasse al cimitero era stata diffusa la registrazione audio della trasmissione radiofonica con la voce del presentatore Corrado assieme alla sua esibizione del brano musicale “Il valzer delle stelle”.
Il musicista ennese Sebastiano Occhino ha diffuso sempre parole di elogio per il Re dello Zufolo: “ Capici non era in quel tempo un musicista e basta, era la voce della Sicilia. Lo zufolo lui non lo faceva suonare ma cantare”. L’erede è il figlio Antonio la cui passione per la musica è stata trasmessa dal padre perché dopo la partecipazione a “La Corrida” lo accompagnava con la tastiera. Ora Antonio costruisce gli zufoli e ne ha creato uno caratteristico con l’intonazione armonica cercando di portare avanti questa tradizione e di tenere in vita la grande passione di suo padre.
RENATO PINNISI