Barrafranca (EN). In una chiesa Madre piena di persone, ieri 16 giugno alle ore 19.00 si è svolta la Cerimonia Religiosa in ricordo del 110° della morte del Comm. Benedetto Giordano, sindaco di Barrafranca dal 1882 al 1902. Dopo un piccolo rinfresco a casa Giordano, cui ha partecipato il sindaco Salvatore Lupo, il comandante dei vigili urbani Maria Costa, le autorità civili, i fratelli Salvatore e Giuseppe Giordano e tanti amici, alle ore 18.30 il corteo con a capo l’antico quadro raffigurante il Commendatore portato dalla pronipote Giovanna Cammarata e da Sebastiano Nicoletti, è partito da casa Giordano alla volta della chiesa Madre, dove tutto era pronto per la celebrazione eucaristica, celebrata da don Benedetto Mallia e animata dal coro parrocchiale. A fine cerimonia, dopo la lettura da parte della piccola Letizia Nicolosi di una breve biografia del Commendatore, ha salutato l’assemblea l’ex-sindaco di Barrafranca Totò Faraci e l’attuale sindaco Salvatore Lupo. “La celebrazione di questa Santa Messa a ricordo della figura del Comm. Benedetto Giordano a centodieci anni dalla sua scomparsa, ha inteso dare un attestato di riconoscente memoria anche a tutti quei sindaci, potestà e commissari straordinari succedutisi nel tempo…” Così ha iniziato il suo intervento il professor Faraci, ponendo poi l’accento sul lungo mandato dell’ amministrazione Giordano, durato ben vent’anni, tenuto conto che allora la durata media era di due al massimo quattro anni. “Nella buona o nella cattiva sorte –continua il Faraci- mise sicuramente in atto tutte le sue energie, tutte le sue potenzialità e qualità umane, rivelandosi un personaggio pubblico insignito di onorificenze ed attestati vari, di alto riconoscimento, sia dallo Stato sia dalla Regione”. Il lungo intervento si è concluso prima con la lettura di “La memoria…” scritta dal professor Faraci e composta di 20 versi in rima baciata, venti come furono agli anni di sindacatura Giordano e successivamente con la lettura di un albo d’oro, stilato dal professore, dei primi sette sindaci più longevi che si sono succeduti al comune di Barrafranca e al primo posto ritroviamo il Comm. Giordano. Nel suo intervento l’attuale sindaco di Barrafranca Salvatore Lupo ha posto l’accento sull’ambiente storico in cui visse e operò il Commendatore: a fine 800 la provincia di Caltanissetta (in questo periodo Barrafranca faceva parte della suddetta provincia) era caratterizzata da una duplice realtà: il latifondo e l’industria zolfifera. “Benedetto Giordano fu sindaco “benefattore” dal 1882 al 1902. La sua sindacatura si collocò –ci spiega il sindaco Lupo- nel contesto storico della crescita delle borghesie municipali: fu il momento in cui i galantuomini conquistarono sia salde posizioni economiche che il potere locale, mentre la competizione elettorale venne irrobustita dal sistema clientelare”. Chiude il suo intervento ricordando una frase di uno dei tanti manifesti dell’epoca apparsi dopo la morte del Commendatore che recitava: “… È RIMASTO CON NOI UN RICORDO GLORIOSO. I NOSTRI POSTERI DELLA PIÙ TARDA ETÀ RIPETERANNO QUESTO NOME…”. Dopo l’ascolto del “Silenzio militare”, brano suonato dal trombettista Lucio Gesualdo, membro della banda musicale “Vincenzo Belllini” di Barrafranca, Giovanna Cammarata ha ringraziato tutti i partecipanti, in particolar modo il sindaco Salvatore Lupo, il comandante dei Vigili Urbani Maria Costa, il professor Totò Faraci, le associazioni presenti, tra cui il maresciallo Pace e Giovanni Collura rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Stella Arena e Paolo Salvaggio in rappresentanza Pro Loco, gli ex sindaci presenti tra cui Giovanni Nicolosi, Calogero Costa, Enzo Spagnolo, Gaetano Giunta,il giornalista Renato Pinnisi, Totò Corso e Angelo Patti, i cugini Salvatore Giordano e Giuseppe e Pina Giordano, la giovane Letizia Nicolosi, il gruppo di Radio Luce e la sottoscritta Rita Bevilacqua per tutto l’aiuto datogli nell’organizzazione e nella realizzazione dell’evento, tutto finanziato dalla signorina Cammarata. Peccato che all’evento non sono stati presenti i nostri storici.
Riportiamo “La memoria…” scritta dal professor Faraci:
“ In alcune città… menti eccellenti…
il tempo sfidano… Sopra i monumenti,
ed è un peccato grave… per la storia
averne già scordato la memoria!
Gente che ha fatto… il nostro paese…
lottando, strenuamente, a più riprese,
persone equilibrate, sagge, forti…
per meglio assicurare le nostre sorti!
Il loro impegno, la loro sofferenza,
insieme a smisurata competenza,
sfidarono un destino triste, oscuro…
per regalarci… un miglior futuro!
Alla Saggezza e alla Competenza,
va fatta, sempre, tanta riverenza…
Omaggio, dunque, forte… alla cultura,
vera, fruttuosa… scevra da censura!
Abbiam bisogno di persone rare…
dalla condotta davvero esemplare,
da poter additare… alle genti
e avremo costruito… monumenti!
Rita Bevilacqua