L’uovo ha sempre rivestito un ruolo unico, particolare, misterico inteso come simbolo della vita in sé, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo erano il simbolo del ritorno della vita. Per i cristiani l’uovo non è solo vita, ma raffigura la rinascita della vita oltre la morte.
Il concetto di uovo pasquale come simbolo di resurrezione è antichissimo. Secondo lo storico delle religioni Mircea Eliade (vedi Trattato di storia delle religioni) il simbolo che l’uovo incarna non si ricollega tanto alla nascita quanto alla rinascita, ripetuta secondo il modello cosmico. L’uovo quindi conferma e promuove la resurrezione. Come afferma lo storico Eliade, sia i greci sia i persiani si scambiavano le uova come dono primaverile, così come nell’antico Egitto uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data d’inizio dell’anno nuovo. Per questi popoli l’uovo diventa simbolo ed emblema del rinnovamento della natura e della vegetazione. Le uova, associate per secoli alla primavera, con l’avvento del cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo dal sepolcro: come il pulcino esce dall’uovo, a prima vista inerte, cosi Cristo esce vivo dal sepolcro.
L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò soprattutto nel Medioevo e «si tende a ricollegare quest’usanza al tempo di Quaresima, in cui fin dal secolo IV era vietato consumare uova durante tutto questo periodo di penitenza… Così le riserve di uova crescevano e il modo per sbarazzarsene il più velocemente possibile sarebbe stato quello di regalarne ai bambini» (Pascale Marson). In alcune credenze pagane, il cielo e la terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno alla vita. L’uovo era visto come simbolo di fertilità e considerato quasi magico, poiché allora era inspiegabile come da un oggetto così particolare potesse nascere la vita. Tra i Persiani, i Greci e i Cinesi, era usanza all’inizio della stagione primaverile scambiarsi uova di gallina, così come nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, che segnava l’inizio del nuovo anno. Presso l’antica Roma si usava dire: “Omne vivum ex ovo” proprio per indicare che ogni essere vivente proviene dall’uovo, ossia da un organismo vivente. Con l’avvento del cristianesimo l’uovo diventò anche il simbolo della resurrezione di Cristo.
Durante il Medioevo, nacque l’usanza di regalare le uova il giorno di Pasqua. A causa del rigido digiuno praticato in Quaresima, si accumulavano enormi quantità di uova. Per evitare che si buttassero, la mattina di Pasqua venivano benedette e regalate, in senso ben augurale, a parenti e amici. Proprio per i poteri speciali che gli si attribuivano, molte erano le tradizioni in cui si usavano le uova: esse erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male; erano portate in grembo dalle donne in gravidanza per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra calpestandole prima di entrare nella loro nuova casa. I contadini avevano la consuetudine di seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi per propiziarsi un buon raccolto.
(Fonti: Rita Bevilacqua, “Settimana Santa a Barrafranca”, Bonfirraro Editore, 2014; Dizionario delle sentenze latine e greche, a cura di Renzo Tosi, Bur Rizzoli; Pascale Marson, Conoscere le religioni e le loro feste, Edizioni Paoline, 2001). (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA