Alla serata di presentazione delle quattro cariatidi di Antonello Gagini, recuperate e tornate nello stesso luogo dal quale erano state trafugate 34 anni fa – il 20 marzo 1990 – pubblico molto attento e interessato. Prima dell’inizio dei lavori, brevi interviste ci sono state rilasciate dal tenente colonnello Gianluigi Marmora, da don Osvaldo Brugnone e da Angelo Antonio Faraci, rispettivamente Comandante Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Carabinieri di Palermo, Parroco della Chiesa Santa Maria Maggiore (Madrice) di Pietraperzia e Storico dell’Arte barrese. Gianluigi Marmora: “E’ stata una indagine strutturata, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, svolta da noi come Tutela Patrimonio Culturale e dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina, su una segnalazione di messa in vendita delle Cariatidi su una casa d’aste online catanese che, comunque, era estranea ai fatti”. “Abbiamo svolto – aggiunge il tenente colonnello Gianluigi Marmora – tutti i nostri accertamenti e, in più, dopo un sequestro di iniziativa, abbiamo comparato le cariatidi con le fotografie che erano All’interno della Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti che è gestita da noi come Arma dei Carabinieri e come Tutela Patrimonio Culturale avendo un confronto positivo, in questo senso, e la certezza che si trattava delle cariatidi che erano state rubate più di 30 anni fa alla chiesa Madre di Pietraperzia”. E continua: “Per noi è una soddisfazione particolare restituire alla Chiesa ma all’intera collettività delle cariatidi di questo genere e di questo valore sia economico ma, soprattutto, storico, culturale e religioso per l’intera comunità di Pietraperzia perché si tratta di colonne di una certa importanza, con un marmo pregiato, con bassorilievi di Antonello Gagini che, quindi, denotano l’importanza stessa delle cariatidi”. Dopo la presentazione e la successiva ricollocazione di questi manufatti al loro posto, quali saranno gli ulteriori passaggi “Noi oggi li restituiamo ufficialmente alla Chiesa. Sarà poi compito della diocesi posizionarli. Dopo questa cerimonia, entreranno nella disponibilità della Chiesa. Per noi si è già definito l’iter pèert la riconsegna”. “Le indagini – prosegue il tenente colonnelle Gianluigi Marmora – andranno avanti per cercare di risalire agli autori del furto ma questo esula dalla consegna di oggi alla Chiesa di Pietraperzia”. Voi, come Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri avete fatto un grande lavoro e di questo tutta la collettività dobbiamo esservene grati. Cosa avete provato alla notizia del ritrovamento di queste sculture? “Noi, Il Comando Tutela Patrimonio Culturale è un unicum a livello mondiale. Non ci sono altre forze di polizia che abbiano dei reparti specializzati come il nostro che si occupa soltanto ed esclusivamente di Beni Culturali e di perseguire i reati nei confronti dei Beni Culturali stessi. Per noi è sempre una grandissima soddisfazione quando riusciamo a recuperare dei Beni Culturali che sono di tutti noi e che, senza il recupero, rimarrebbero dispersi e non sarebbero più fruibili dall’intera collettività. Per noi è una soddisfazione doppia: non solo l’aspetto giuridico e giudiziario, ma anche la felicità di poterle restituire alla gente per fruirne”. Cosa pensa del fatto che tali opere di pregevole fattura e valore stessero per essere piazzate sul mercato alla modica cifra di 3.600 euro? “Sono delle dinamiche un po’ particolari. Già il fatto stesso di metterle in vendita presuppone una dispersione del bene culturale. La cifra, in questo caso specifico, era probabilmente dettata dal fatto che non avessero ben chiaro di che cosa si trattasse perché erano state messe in vendita come opera di autore ignoto e quindi questo particolare – autore ignoto – ha fatto scendere il prezzo di vendita”. “In realtà – conclude il tenente colonnello Gianluigi Marmora – il loro valore economico ma, soprattutto culturale, storico e religioso è di gran lunga superiore alle 3.600m euro richieste”. Cosa si sente di dire il tenente colonnello Marmora alla collettività per quanto riguarda queta giornata particolare e da segnare sul calendario? “Di essere tutti contenti per questo recupero e di farsi tutti parte attiva nella ricerca dei beni. Noi siamo pronti a qualsiasi segnalazione – così come è avvenuto in questo caso (tutto è partito dalla segnalazione di un cittadino). Questo fa sì che noi riusciamo ad individuare delle dinamiche che, magari, possono sfuggire e ci danno la possibilità di perseguirle e poi si ottengono questi risultati che una soddisfazione per tutti noi, sia come operatori di polizia ma anche per la gente comune”. Don Osvaldo Wiliam Brugnone, parroco della Chiesa Santa Maria Maggiore (Madrice) di Pietraperzia, cosa pensa e cosa prova alla notizia della restituzione di questi beni così preziosi? “Sicuramente raccolgo tutte le voci e i sentimenti di tutta la comunità pietrina perché è un evento importante per tutta la collettività. Vengono restituite le 4 cariatidi di Antonello Gagini e, quindi, delle 4 Virtù, che erano state trafugate negli Anni Novanta”. “E’ un momento importante – aggiunge don Osvaldo – un momento di gioia in cui tutta la comunità di Pietraperzia gioisce. C’è da dire che, all’interno delle chiese, delle comunità parrocchiali le opere hanno un valore significativo perché richiamano la bellezza divina, quindi come comunità parrocchiale e anche pietrina vogliamo gioire per questo evento di restituzione delle opere da parte delle forze dell’ordine, di coloro che si sono prodigati, in questi mesi, alla restituzione a tutta la comunità di queste pregevoli opere”. Rivolgo anche a Don Osvaldo la domanda circa il valore in cui stavano per essere piazzate queste opere rispetto all’effettivo valore. “”Quando mi è arrivata notizia – ricordo che era una domenica del mese di gennaio – all’asta queste cariatidi avevano un valore di 3 mila e 600 euro, ricordo che rimasi molto perplesso. Sappiamo, infatti, che dal punto di vista economico hanno un valore inestimabile perché sono delle opere molto importanti perché stiamo parlando non di un autore qualsiasi ma di Antonello Gagini”. Lo storico dell’arte barrese Angelo Antonio Faraci, grazie al cui intuito sono partite le attività di indagine e di recupero della 4 cariatidi, cosa ha provato nel vedere che queste preziose opere erano in procinto di essere svendute? “E’stata una grande emozione ma soprattutto mi ha reso orgoglioso della storia del nostro territorio (io sono di Barrafranca però mi sento legato a Pietraperzia). Ridonare un pezzo di storia dell’arte di questo territorio, e nuovamente a questo territorio, dopo 34 anni di assenza, per me è stata una grande emozione e, in qualche modo, mi rende orgoglioso di essere figlio di questa terra”. “La mia generazione – continua Angelo Antonio Faraci -che va via come se in questo territorio non ci fosse nulla, in realtà è ricco di storia e di grandi spunti e quindi speriamo di valorizzare al meglio tuto questo”. Ad Angelo Faraci poniamo la stessa domanda circa il valore economico delle 4 Virtù. Cosa hai provato quando ti sei reso conto che stavano per essere piazzate all’asta ad una cifra irrisoria? “Una grande meraviglia. Mi sono subito chiesto come fosse possibile che delle opere di Gagini – documentate, tra l’altro – siano finite ad una asta per una cifra di 3.600 euro. Era una cosa assurda. Poi, piano piano, a mente lucida ho capito che né i proprietari di tali opere né la casa d’asta si erano resi conto del valore di tali opere, non solo economico ma anche artistico. In qualche modo è stata la sorpresa nella sorpresa. Non solo erano le opere che erano state trafugate ma, in più, piazzate sul mercato da una casa d’asta per una cifra veramente irrisoria che non ha nulla da spartire con le opere e con i capolavori del Gagini”. Cosa si prova nel rivedere dal vivo queste opere così preziose? “Rivederle dal vivo è un colpo al cuore nel senso positivo perché non solo sono splendide e ci riportano l’arte del Rinascimento, il puro Rinascimento che Antonello Gagini ha portato in Sicilia., ma poi spero di vederle presto ricollocate nella tomba che si vede in fondo alla chiesa e quindi rivedere nuovamente complete e in forma unitaria con la tomba che io ho conosciuto mutila. Spero di rivederle presto nella forma completa e originaria”. Angelo tu speravi che un giorno queste opere sarebbero state ritrovate? “Sì, io speravo. Nel novembre 2023 mi trovavo in visita a Pietraperzia ì, insieme a degli amici di Palermo e, in quella occasione, mi chiesi se era possibile un loro eventuale ritorno”. “Il caso ha voluto che, dopo pochi mesi, le opere fossero veramente qui”. Cosa ti senti di dire alla collettività sul ritrovamento di queste preziose opere? “Io mi sento di dire che bisogna credere nella cultura, credere nella bellezza e valorizzare il nostro territorio e le nostre ricchezze perché è grazie ala bellezza avremo luoghi migliori e la cultura può aprire grandi opportunità e fare diventare un territorio considerato periferico un grande centro artistico come lo era nel Cinquecento con i Barresi”. GAETANO MILINO
PIETRAPERZIA. Rinviata a data da destinarsi l’esibizione della Fanfaradei Carabinieri.
Il rinvio “per motivi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri”