PIETRAPERZIA. “Sud e Ritorni”, un altro libro di Angelo Maddalena.

PIETRAPERZIA. “Sud e Ritorni”, un altro libro di Angelo Maddalena.

- in Cultura, Pietraperzia

Casa Editrice “Malanotte”, conta 120 pagine. Partendo da una tesi di laurea sul campo (1997) sugli emigrati italiani in Belgio, di cui Angelo Maddalena ha studiato gli aspetti culturali e la produzione letteraria, questo volume era stato pubblicato in poche copie dopo che un editore aveva promesso di pubblicarlo e poi si è tirato indietro all’ultimo momento (2004). L’autore sostiene che l’emigrazione è l’aspetto più visibile di uno “sbando della storia” (come dice una strofa di una sua canzone dal titolo La gita dei migranti), e sono gli emigrati che devono guidarci nel recupero di una memoria storica rimossa da un apparato mediatico sempre più alienante. Angelo percorre una traiettoria che punta sul ritorno, intenso non in senso fisico (o anche) ma soprattutto sul ritorno come rielaborazione, sulla reinvenzione del lavoro e del rapporto con la terra. Nella parte finale, scritta tra il 2021 e il 2023, Angelo attualizza la sua ricerca alla luce dei risvolti storici e politici degli ultimi vent’anni. Pesca nel suo vissuto e nel suo laboratorio quotidiano di artista sociale e scrittore militante. Nel frattempo, oltre a essere invitato, nel 2021, da una docente dell’Università di Bologna a ripubblicare questo libro, nel 2023, in Italia, è nato il primo festival di letteratura “operaia” (“working class” è la dicitura ufficiale), di cui Angelo, con questa sua ricerca, è stato precursore. Angelo Maddalena è scrittore, narratore teatrale e cantautore, formatosi come cantastorie e artista di strada. Ha tradotto dal francese il romanzo Rue des italiens, di Tony Santocono (Edizioni Gorée, 2006). Nel 2023, Gabriele Perni, ha deciso di raccontare la parabola di Angelo con un docu-corto dal titolo Mi sembra di viaggiare con te, manuale del moderno cantastorie, che ha ottenuto la Menzione d’onore al Reale Film Festival. Nel 2018 ha pubblicato il libro inchiesta Un anno di frontiera: l’accoglienza “incompleta” dei migranti a Ventimiglia (Malanotte). Nel 2019 ha scritto e interpretato il monologo teatrale Poveri e pazzi, dis-emigrati dal Sud (su youyube la versione integrale). Ha scritto e interpretato , due monologhi in francese: Déraciné comme Cioran e Cousins d’Algerie frères de Kabylie, con il primo ha partecipato al Festival di AVIGNON 2009, il secondo ha partecipato al Festival Racont’arts 2013 in Algeria. Il suo reportage Attraverso la Siria sulle orme di Paolo è stato pubblicato a settembre del 2023 su Atlanteguerre.it. Il libro che ha scritto durante quel viaggio è in lettura presso alcuni editori Da aprile del 2024 è in tour per presentare il monologo teatrale Tonino Micciché, sarai ricordato, che fa parte del progetto Memoria&Utopia per il cinquantesimo anniversario della morte di Tonino Micciché. Che vuol dire “emigrazione degli italiani in Belgio?” Come la descrivono i figli dei minatori che sono andati a “scavare come topi”, partendo dal nord ma soprattutto dalla Sicilia, dopo il 1946, anno del Patto Italio-Belga? Che cosa significò quel patto per l’Italia? E oggi, cosa è rimasto nell’immaginario comune? Angelo Maddalena scava in questa memoria sepolta, scrive di chi attraverso la letteratura ha raccontato quello che spesso non vogliamo sapere o accettare, ma dal rifiuto della propria storia non può che nascere il rifiuto delle storie altrui, soprattutto se ci riportano e ci fanno vedere quello che noi eravamo e siamo ancora oggi. Dopo più vent’anni, Angelo scopre, suo malgrado, che quello che è successo nel nostro immaginario dagli anni ‘90 in poi (lui ha vissuto in Belgio nel 1996 per motivi di studio e lì ha iniziato la ricerca di cui questo libro è il frutto) ha reso ancora più attuale e più prezioso il lavoro di ricerca che pensava fosse da consegnare al passato, e invece…il passato non passa, ma soprattutto, se i traumi personali e collettivi non si affrontano rimangono lì a bloccare il nostro cammino, e allora ha deciso di far rinascere Sud e ritorni, dalle ceneri e dalle macerie di un tempo in cui, purtroppo, il trauma dell’emigrazione non è passato di moda, anzi, ha bisogno ancor più di ieri di essere illuminato, “scavato”, affrontato. GAETANO MILINO

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