Il 12 febbraio 2024, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Enna arrestavano in flagranza di reato Vincenzo Di Maria e Enzo Messina, accusati di essersi impossessati di circa 300 kg di rame all’interno del sito minerario dismesso di Pasquasia, di proprietà della Regione Siciliana.
Durante l’intervento, i militari dell’Arma oltre al sequestro di quasi 300 kg di rame provvedevano a sequestrare anche l’autovettura FIAT Punto, utilizzata dai due imputati per trasportare il rame, nonché gli attrezzi utilizzati per il furto.
Il 14 febbraio 2024, davanti al Tribunale di Enna, si celebrava l’udienza per direttissima, anche al fine di convalidare l’arresto e la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Gli imputati nominavano l’Avv. Giuseppe Piazza (cl. 88), il quale eccepiva sin da subito l’incontestabilità agli imputati dell’aggravante di aver commesso il fatto su componenti metalliche o materiali sottratti da un’infrastruttura destinata all’erogazione di energia ed, inoltre, contestava la validità della querela sporta dal dirigente del 5° Distretto Minerario di Caltanissetta, poiché non corredata dalla procura speciale necessaria
In quella sede il Tribunale di Enna, in persona della Dott.ssa D’Aveni, dopo una lunga camera di consiglio, accoglieva l’eccezione difensiva in merito alla contestata aggravante, affermando però di convalidare l’arresto, ritenendo valida la querela sporta dal dirigente del 5° Distretto Minerario di Caltanissetta
L’ Avv. Giuseppe Piazza proponeva, pertanto, ricorso al Tribunale del Riesame eccependo l’invalidità della querela.
Il Tribunale del Riesame accoglieva il ricorso e, per l’effetto, disponeva l’immediata remissione in libertà di Di Maria e Messina.
A seguito della decisione del Tribunale del Riesame, l’Avv. Giuseppe Piazza richiedeva il dissequestro dell’autovettura FIAT Punto e degli attrezzi utilizzati per il furto, che invero venivano dissequestrati e restituiti al Vincenzo Di Maria.
A seguito del superiore provvedimento di dissequestro il Dirigente del 5° Distretto Minerario ripresentava una nuova querela corredata da formale procura speciale rilasciata dal Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Energia della regione Siciliana.
L’Avv. Giuseppe Piazza sollevava una nuova eccezione, sostenendo che la nuova querela fosse una mera ratifica della precedente, in violazione dell’articolo 122, comma 3, del Codice di Procedura Penale, che regola la validità della querela in caso di successiva integrazione.
All’udienza del 13 novembre 2024 il Tribunale di Enna, accoglieva nuovamente l’eccezione difensiva, dichiarando che l’azione penale non doveva essere iniziata e, per l’effetto, assolveva di fatto Vincenzo Di Maria e Enzo Messina.
I sigg. Messina e Di Maria, assistiti dall’Avv. Giuseppe Piazza, stanno valutando di richiedere al Tribunale di Enna anche la restituzione del rame ancora oggi in sequestro.