Autore lo storico barrese professore Filippo Salvaggio. Casa Editrice Aulino. Evento storico per la città di Palermo: dopo anni di silenzio, la città si è riappropria della fulgida figura del magistrato-scrittore Giuseppe Guido Loschiavo, che raggiunse la carica di Presidente della III sezione Penale della Cassazione. La commemorazione per i 51 anni dalla morte si è tenuta presso Spazio Cultura – Libreria Macaione. Nell’occasione, è stata presentata la biografia certosinamente redatta dal prof. Filippo Salvaggio ed edita sotto i tipi di Aulino Editore di Sciacca. La città aveva putroppo dimenticato questo personaggio importante, che è stato il primo a livello mondiale a scrivere un romanzo sulla mafia intitolato “Piccola pretura”.Dall’opera è stato tratto il primo film, sempre a livello mondiale, in cui si parlava di mafia: ” In nome della legge ” di Pietro Germi. Con la sua lotta alla mafia, Loschiavo ha ispirato il futuro giudice Falcone, come si evince nel ritratto che ne ha fatto la sorella. Loschiavo ha avuto il merito di rompere il silenzio sul fenomeno, non solo scrivendo romanzi, ma anche nell’arco della sua vita una copiosa messe di opere giuridiche improntate a normare i diversi ambiti in cui agiva la delinquenza associata: edilizia e lavoro in primis. Scrisse anche saggi tematici sulla mafia che ancora oggi sono pietre miliari per chi vuole studiare il fenomeno: in particolare, spicca “100 anni di mafia”. Nel Digesto giuridico fu lui il primo a curare la voce: mafia. Il suo approccio da giudice fu improntato a distruggere la visione lombrosiana della magistratura e, per questo motivo, fu falsamente accusato di essere accondiscendente con i boss, se non connivente. Sciascia e Camilleri, in particolare, lo accusarono (magari non in malafede eppure fecero seguito) di usare mezzi termini nei confronti della malavita, commentando il finale del film “In nome della legge”, ma tralasciando probabilmente la lettura del romanzo su cui esso si basava. In ” Piccola pretura “, ripubblicato da Aulino Editore, si può leggere tutt’altro ossia: con la mafia non c’è nulla da fare. Nel finale, si può inoltre trovare un armistizio in seguito al quale si accetta la collaborazione per far trionfare il nome della legge dello Stato. Una collaborazione non da mafioso a giudice, ma da buon cittadino chiamato accoratamente a redimersi a Legge sovrana e civile. Del resto, negli altri due romanzi, che con il primo formarono la “Trilogia della siepe” ossia “Gli inesorabili” e “Condotta di paese”, emergono altri personaggi titanici che come Guido Schiavi fanno il loro dovere efficacemente fino in fondo, aprendo la speranza che ci siano una terra e un futuro migliore. Eppure molte altre furono le calunnie che dovette subire questo integerrimo uomo di Stato: del resto la calunnia è uno dei mezzi che usano i mafiosi e i corrotti per distruggere chi è al totale servizio dello Stato. Molti altri pregi e prodezze del magistrato-scrittore palermitano emergono finalmente dalla biografia redatta dal prof. Filippo Salvaggio: è giunta l’ora di vedere la giusta valorizzazione da parte della città che diede i natali a una simile figura illustre. Non basta soltanto l’intestazione di una strada: occorre fare memoria in modo scevro da fraintendimenti e finalmente costruirne il mito. A livello letterario, i romanzi di Giuseppe Guido Loschiavo devono, infine e finalmente, essere riletti come l’anello di congiunzione tra le opere di Verga e Pirandello e quelle di Sciascia: dallo zolfo alla terra martoriata dal malaffare; dallo Stato di fatto e naturale allo Stato di diritto etico-sociale e civile. Negli ultimi anni della sua esistenza, Loschiavo pubblicò un opera molto particolare, a metà strada tra diario, saggio, autobiografia e racconti sapidi e, a volte, icastici: “Dialogo allo specchio”. Stavano per iniziare gli anni Settanta e lo scrittore ci regalò un piccolo capolavoro nascosto in cui si spingeva addirittura a denunciare la corruzione di una parte della magistratura; anche in questo caso egli ruppe un silenzio assordante: lo stesso che gli hanno riservato dopo la morte. Spazio Cultura, insomma, con l’evento di giorno 6 dicembre ha offerto una nuova, giusta e calibrata visione storica e letteraria, che in molti avranno da appurare e seguire: l’onore del vero e il paradigma della legalità. Onore a sua Eccellenza il magistrato-scrittore Giuseppe Guido Loschiavo. GAETANO MILINO
CONFAPI SICILIA. “Imprese in Campus Eco-Innovation Project”.
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