Stop ai CPR: un appello alla politica per chiudere le ferite dei diritti umani in Italia

Stop ai CPR: un appello alla politica per chiudere le ferite dei diritti umani in Italia

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La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha denunciato con fermezza le gravi violazioni dei diritti umani nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Italia. Le segnalazioni di maltrattamenti e condizioni inumane all’interno di queste strutture sono un’onta per il nostro Paese e una ferita aperta per chi crede nella dignità e nel rispetto dei diritti fondamentali di ogni essere umano.

“Adesso basta. Non è più possibile tollerare che queste realtà continuino ad esistere. È inaccettabile che, in uno Stato di diritto, si chiudano gli occhi di fronte a queste violazioni, lasciando migliaia di persone in condizioni degradanti, prive di tutele e spesso vittime di abusi” sottolinea Agostino Sella.

Il presidente della Don Bosco 2000 aggiunge: “Faccio un appello forte e deciso alla politica, in particolare alle forze progressiste e alle opposizioni, affinché si assumano la responsabilità di intervenire concretamente. Servono azioni immediate per mettere fine al sistema dei CPR, attraverso proposte di legge, emendamenti o qualunque altro strumento che la nostra democrazia offre. Non possiamo più restare a guardare”

Infatti, le parole non bastano: è il momento di passare ai fatti. Ogni giorno che passa senza un intervento deciso è un giorno in cui l’Italia tradisce i suoi valori di umanità, giustizia e solidarietà. “Chiedo a chi ha il potere di agire di fare la propria parte, per chiudere definitivamente queste strutture e costruire un modello di accoglienza che sia rispettoso dei diritti umani e dei principi costituzionali” ribadisce Agostino Sella.

Don Bosco 2000 continuerà a schierarsi dalla parte degli ultimi, a denunciare e a lavorare per una società più giusta. Ma ora tocca alla politica dimostrare coraggio e responsabilità.

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