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16 Gen 2025, Gio

AHI, SERVA ITALIA! Riflessione sulla pesante situazione sociale che si respira nel nostro paese

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bor…! “(Dante, Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).

Il nostro “bel paese”, per dirla alla Dante, sta diventando un teatrino ignobile e grottesco di scontri sociali, d’inversione di ruoli in cui, chi ci dovrebbe proteggere (e lo fa), viene accusato di “eccesso di legittima difesa”, di “omicidio volontario” e sottoposto alla gogna mediatica.

Ma di cosa stiamo parlando! Qual è il criterio razionale che si innesca nell’accusare uomini o donne che, nell’atto di svolgere il proprio dovere istituzionale, sono costretti ad atti estremi.

Un ragazzo di 23 anni con in mano un coltello si scaglia contro una folla e ferisce 4 persone. Quando gli uomini dell’arma dei carabinieri tentano di fermarlo, lui si dirige, coltello alla mano, verso di loro. Per fermarlo sono costretti a sparare. Il ragazzo muore.

Due ragazzi di 19 e 22 anni in groppa ad un grosso scooter, forzano due alt dei carabinieri e scappano. Inizia l’inseguimento che termina nel peggiore dei modi possibili: a perdere la vita è il giovane diciannovenne.

Questi i fatti, questi le sfortunate vicende al vaglio degli inquirenti che hanno al centro il ruolo e il lavoro delle forze dell’ordine. Se da un lato ci sono uomini che hanno perso la vita, lasciando un vuoto nelle loro famiglie, dall’altro ci sono dei cittadini che hanno bisogno di essere difesi.

È come il gioco delle tre carte: carta vince, carta perde! Protagonisti di questo “gioco di strada” ci sono loro, le forze dell’ordine, ci sono uomini e donne che, per abnegazione, altruismo e spirito di sacrificio, hanno promesso di difendere la Patria e i loro cittadini, a rischio della propria vita.

Non è un lavoro facile. È pieno di insidie, sacrifici, di corse contro il tempo e contro il destino. Ma sono lì… pronti a difendere tutto e tutti. Non è accettabile la “rivolta sociale” che si sta verificando in alcune città italiane, gli scontri tra le forze dell’ordine e i facinorosi dei centri sociali. Gli animi sono troppo esagitati e la scusa dei fatti successi sta portando il paese in un clima di disagio sociale. Anche se in realtà è risaputo chi c’è dietro a questi giovani che protestano per un qualcosa che non ha niente di reale. Bisogna tacere e aspettare che le indagini facciano il loro corso.

Fermiamoci, chiudiamo gli occhi e pensiamo che dietro a quelle divise ci sono uomini e donne che potrebbero essere i nostri figli, fratelli, mariti, che quelle persone che ogni giorno rischiano la vita, lasciano le loro famiglie per difendere il bene comune!

“USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR”

(Per molti anni, almeno fino al secondo dopoguerra, alla figura del Carabiniere veniva associato anche un motto, non ufficiale, di estrazione antologica: “USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR”. Questa frase era stata ripresa dal poema “La Rassegna di Novara” scritta da Costantino Nigra, uomo politico, letterato, poeta nato a Villa Castelnuovo- Torino l’11 giugno 1828 – morto a Rapallo il 1° luglio 1907). Onore e vicinanza alle forze dell’ordine! RITA BEVILACQUA