BARRAFRANCA. Il ricordo dell’Appuntato MICHELE FIORE, morto nel compimento del proprio dovere
“E’ un dovere di noi cittadini mantenere viva la memoria di chi ci ha preceduto e ha sacrificato la propria vita per il bene comune e la difesa della Democrazia” (cit. Rita Bevilacqua)
E’ in quest’ottica che martedì 04 febbraio 2025 nella chiesa Maria SS dell’Itria di Barrafranca è stata celebrata una messa di suffragio per il 34° Anniversario della morte dell’Appuntato dei Carabinieri Michele Fiore. Presenti la vedova Maria Puzzo, i suoi famigliari, il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri-sez. Barrafranca Cav. Vincenzo Pace, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Piazza Armerina Capitano Fabio Armetta, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Barrafranca Luogotenente Rosario Alessandro, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Pietraperzia Luogotenente Giuseppe Geraci, il Maresciallo Simone Fazio, il Sindaco di Barrafranca avv. Giuseppe Lo Monaco, il Vicesindaco Filippo Faraci, il Presidente del Consiglio avv. Kevin Cumia, il Capo dei Vigili Urbani Maria Costa e tanti amici. La messa è stata officiata da don Luigi Sansone e animata dal Coro “Magnificat” di Barrafranca.
Durante l’omelia don Luigi ha posto l’attenzione sul sacrificio della vita come atto estremo di dovere e di sentimento cristiano, che trova esempio nella tragedia dell’Appuntato Michele Fiore: “In questo giorno di ricordo, di commemorazione dell’Appuntato Michele Fiore, non siamo qui per riaprire una ferita, o per commemorare l’irrazionalità dei violenti, commemoriamo a nome di un evento drammatico, che ha lasciato nel dolore la famiglia e l’Arma dei Carabinieri a cui apparteneva, il senso di sacrificio come atto estremo di attaccamento al dovere. La memoria deve scuotere le coscienze, il tempo non cancella e il ricordo deve smuovere la sensibilità al senso di responsabilità verso chi ne risponde con la propria vita. Non è cosa abituale parlare di responsabilità, di senso del dovere in questa nostra società. Il ricordo di questi uomini deve essere da monito, soprattutto, per le nuove generazioni. Ricordiamo ciò che diceva il giudice Falcone: Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.
Al termine della liturgia, il Cav. Pace ha letto le vicende che, 34 anni fa, portarono alla morte del giovane MICHELE FIORE. “Michele nasce a Bari il 05 ottobre 1959. Dopo aver iniziato la sua carriera nell’Arma a Trino, in provincia di Vercelli, dove aveva conosciuto la moglie Maria Puzzo, aveva prestato servizio al Nucleo Radiomobile di Sciacca, provincia di Agrigento, prima di essere trasferito a Caltanissetta, dove nei primi sette mesi era stato aggregato ai colleghi in servizio presso il tribunale. Nel pomeriggio del 4 febbraio del 1991 però, offrendosi di sostituire un collega del Radiomobile in malattia, esce in pattuglia con l’Appuntato Santo Buttafuoco. È già sera quando decidono di effettuare un normale posto di blocco in via Paladini, alla periferia di Caltanissetta, L’appuntato Fiore sta controllando una Lancia Thema, mentre il suo collega e capo pattuglia Buttafuoco è in copertura.
All’improvviso spunta un’altra autovettura che rallenta fino a fermarsi proprio all’altezza del posto di blocco e l’uomo alla guida abbassa il finestrino destro, appoggia la canna di un fucile automatico calibro 12 allo sportello, e fa fuoco. Tre colpi in rapida successione e da breve distanza. L’appuntato Fiore viene colpito, mentre il collega Buttafuoco, che aveva trovato riparo dietro l’Alfetta, risponde al fuoco, colpendo l’uomo che riesce, comunque a fuggire. Immediatamente soccorso e trasportato all’Ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta, morirà prima di arrivarvi. Il suo assassino, identificato attraverso la targa della vettura, viene rintracciato nella sua abitazione, dove viene prelevato e trasportato in ospedale perché ferito a una mano e alla gamba. Era da tempo affetto da disturbi psichici. Con D.P.R. del 17/11/1992, è stata concessa al militare la medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria, con la seguente motivazione: “Nel corso di un servizio di prevenzione in zona ad alto rischio di criminalità, veniva raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da un pregiudicato, rimanendo mortalmente ferito. Nobile esempio di sprezzo del pericolo e di altissimo senso del dovere. Caltanissetta, 4 febbraio 1991”.
Nel maggio 1997 gli è stata intitolata la sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Barrafranca. Nel settembre 2009 gli è stata intitolata la Caserma dei Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Bari San Paolo Il 14 giugno 2013 gli è stata intitolata la Caserma del Comando Stazione Carabinieri di Barrafranca. Il 17 dicembre 2023 gli è stata intitolata la sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Trino Vercellese, dove Michele Fiore aveva prestato servizio all’inizio della sua carriera nell’Arma.”
“Oggi siamo qui per onorare- spiega il Sindaco Lo Monaco nel salutare i presenti- la memoria di Michele Fiore, la memoria di chi ha combattuto per il nostro Stato e per il bene di tutti. Bisogna ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, che questi sono gli esempi da seguire per una società giusta e onesta”.
“Commemorare Michele Fiore, commemorare un collega che ha fatto il suo dovere fino in fondo – ricorda nel suo intervento il Capitano Armetta- è un dovere di tutti noi, anche perché è un esempio per le nuove generazioni. Bisogna far capire a tutti che per vivere in una società che funzioni, l’unica strada da seguire è quella di compiere il proprio dovere fino in fondo, anche quando, purtroppo, ci viene chiesto il sacrificio estremo”.
Al termine, è stato emozionante ascoltare, dalla voce del giovane maresciallo Simone Fazio, le parole della “Preghiera del Carabiniere”:
“Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra,
noi Carabinieri d’Italia,
a Te eleviamo reverente il pensiero,
fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu che le nostre Legioni invocano confortatrice e protettrice
con il titolo di “VIRGO FIDELIS”.
Tu accogli ogni nostro proposito di bene
e fanne vigore e luce per la Patria nostra.
Tu accompagna la nostra vigilanza,
Tu consiglia il nostro dire,
Tu anima la nostra azione,
Tu sostenta il nostro sacrificio,
Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all’altro d’Italia
suscita in ognuno di noi
l’entusiasmo di testimoniare,
con la fedeltà fino alla morte
l’amore a Dio e ai fratelli italiani.
Amen!”
Chiudiamo con una citazione della dott.ssa Rita Bevilacqua: “Nessuno muore definitivamente finché rimane vivo il ricordo delle sue gesta nel cuore di chi l’ha conosciuto e ne tramanda la memoria!” (foto Rita Bevilacqua) RITA BEVILACQUA