IL SENSO DELLA CROCE nella catechesi di monsignor Rosario Gisana- I passi più salienti della catechesi

IL SENSO DELLA CROCE nella catechesi di monsignor Rosario Gisana- I passi più salienti della catechesi

Domenica 26 luglio 2015 alle ore 18.00 in piazza Regina Margherita, in occasione dell’esposizione in piazza del Crocifisso di San Damiano e della Madonna di Loreto, si è svolta la catechesi di monsignor Rosario Gisana. Prendendo spunto dalla lettura del Vangelo di Matteo, capitolo 16, la catechesi è stata incentrata sull’importanza della CROCE nella vita del Cristiano. Ne riportiamo i passi più salienti:

Queste due immagini il Crocifisso di san Damiano e la Madonna di Loreto sono due simboli della nostra religiosità italiana, perché l’uno fa riferimento a san Francesco e a tutto quello che vuol dire l’esperienza forte della testimonianza di questo grande Santo che ha amato Gesù più di tutti. In realtà il legame forte che una persona ha avuto con Gesù, ma veramente così grande, è stato proprio Francesco. Quindi questo Crocifisso ci ricorda l’amore intenso, grande, stupendo, straordinario di Francesco nei confronti di Gesù. Dall’altra la Madonna di Loreto, la casa di Loreto, gli angeli che la trasferiscono da Nazareth e in ogni caso e anche questa, in un certo senso, ci ricorda la presenza della Madonna nella nostra vita… Il vangelo di Marco è stato scelto da tutta l’organizzazione a livello nazionale, per commentare il senso della CROCE e questo, credo, il significato forte che noi oggi vogliamo cogliere. Questa duplice immagine di san Francesco, con il suo amore grande verso il Signore e l’immagine della Madonna, della sua disponibilità, del suo saper sempre dire di “si” e che io ora cercherei di sfumare alla luce di quello che noi sentiamo nel Vangelo di Luca, quando Maria, all’ascolto della grande responsabilità che il Signore le voleva concedere, si rende disponibile dicendo: “Sia fatta la tua volontà”, non la mia. Guardate! Da questo punto di vista, ha anticipato quello che effettivamente poi Gesù, nel momento del Getsemani, dirà a suo padre, dirà non la mia ma la tua volontà. E così, in un certo senso, è stata Maria, Maria ha anticipato tutto. Questo è interessante perché significa che, nella misura in cui noi ci immedesimiamo, assimiliamo lo stile di vita della Madonna, noi impareremo a seguire il Signore.

Attento a far capire il nesso che lega Maria alla CROCE, monsignor Rosario continua:

Chi c’era sotto la CROCE: alcune donne, naturalmente Maria e il discepolo che amava… momento molto importante perché quando Gesù dice Figlio ecco tua Madre, consegna la Madre al discepolo che effettivamente non sappiamo chi fosse. Probabilmente s’intenderebbe tutto il gruppo dei discepoli e quindi tutta la chiesa. Vi siete mai chiesti perché in un momento articolare, cruciale Gesù pronuncia queste parole, in un momento così sofferente, ma intanto lo fa. Perché consegna sua Madre ai discepoli: per imparare a seguirlo attraverso la Madonna. E che cosa ci insegna la Madonna. Ci insegna la sequela nella fattispecie del Crocifisso… Vi siete mai posti la domanda di quale deve essere lo stile del vero cristiano? Quello di educare le sue relazioni, che vanno da quelle importanti, significative, che si compongono una volta ogni tanto, a quelle ordinarie, quotidiane, anche lì c’è uno stile cristiano, uno stile di discepolo. Questo Gesù lo chiama CROCE. Quando noi pensiamo alla croce, pensiamo alla sofferenza, perché Gesù è sulla croce… ma non è così”.

Continuando spiega che, nel passo del Vangelo di Matteo dove Gesù dice ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16,24), troviamo la risposta di cosa sia l’atteggiamento cristiano: mettere al centro della propria vita la CROCE. L’unico modo assoluto per seguire Gesù è portare la Croce. La Croce non deve essere intesa solo come sofferenza fisica e qui monsignor Rosario introduce il concetto di RINUNCIA.

…Lo stile dell’evangelo è legato alla rinuncia, piccole o grandi rinunci, non importa; che vuol dire semplicemente un modo come vigilare sul proprio comportamento, per far contento l’altro, perché l’altro possa sentirsi bene… Questa è la Croce di Gesù: non la sofferenza ma il gioioso modo di vigilare su noi stessi perché l’altro possa essere felice anche per un momento.”

Con questa parole monsignor Rosario ha concluso la sua catechesi, molto seguita e apprezzata da quella rappresentanza di fedeli presenti in piazza.




 



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