A Barrafranca rievocazione storica dell’antica tradizione della “GIUDITA”

A Barrafranca rievocazione storica dell’antica tradizione della “GIUDITA”

- in Barrafranca
Gaetano Vicari, Giuditta e Oloferne, olio su tela cm. 85x183, anno 2012 chiesa Grazia di Barrafranca.
Gaetano Vicari, Giuditta e Oloferne, olio su tela cm. 85×183, anno 2012,chiesa Grazia di Barrafranca.

Le tradizioni che ritornano. Questo è quello che succederà questa sera, 27 agosto 2015, a Barrafranca (EN) quando, alle ore 20.30 davanti al sagrato della chiesa di San Francesco, Piazza Regina Margherita, si assisterà alla RIEVOCAZIONE STORICA “LA GIUDITTA”, a cura di Salvatore Marchì e Company, con la collaborazione della New Armony Dance di R. Maria Giunta. Si tratta di una tradizione che si svolgeva a Barrafranca l’ultima domenica di agosto in concomitanza con la Madonna delle Grazie. Tale abbinamento era dovuto al fatto che, come la madonna schiaccia il capo al serpente, così Giuditta decapitava Oloferne, liberando la sua città. L’ideatore di tale festa fu don Calogero Marotta (1865-1943), cappellano della chiesa Grazia. L’ultima rappresentazione avvenne nel 1939.

La festa prendeva spunto dalle vicende della giovane e bella Giuditta, narrate nell’omonimo libro, contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata). È composto da 16 capitoli descriventi la storia dell’ebrea Giuditta, ambientata al tempo di Nabucodonosor (605-562 a.C.), “re degli Assiri”. La città giudea di Betulia è sotto assedio da parte di Oloferne, generale assiro (Giuditta, 7) e viene liberata grazie a Giuditta, ricca vedova, bella, giovane e di indiscussa virtù. Con uno stratagemma, riesce ad ottenere un invito da Oloferne. Durante un banchetto, Giuditta riesce a farlo ubriacare e, mentre si trovava a letto ubriaco, la donna, pregando Dio che gli desse la forza di attuare il suo piano (Giuditta, 13), decapita il generale assiro e, nascosta in “una bisaccia dei viveri” (Giuditta, 13,10), la consegna al suo popolo. Grazie a questo gesto eroico, il popolo assalì gli assiri, cacciandoli dalla loro città.

A Barrafranca l’antica festa si svolgeva, come abbiamo detto sopra, la mattina dell’ultima domenica di agosto, in concomitanza con la festa della Madonna delle Grazie, davanti al sagrato della chiesa Grazia e in alcune delle vie circostanti. Nella rappresentazione erano presenti due pupazzi giganti: la Giuditta e il condottiero Assiro. La festa culminava con un brusco movimento di Giuditta che, con una spada, decapitava Oloferne. L’allusione è chiara: come la Madonna della Divina Grazia è rappresentata mentre schiaccia la testa del serpente, visto come chi causa il male (fu proprio il serpente a far peccare Eva), immagine ripresa dalla Genesi 3, 14-15, così Giuditta decapita l’oppressore Oloferne, liberando il suo popolo. La festa era allietata e arricchita da giochi d’acqua colorata allestiti per l’occasione, acqua che gli abitanti del quartiere “Grazia” portavano con le antiche quartare. L’ultima edizione fu nel 1939, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Per maggiori informazioni leggere il nuovo saggio di Diego Aleo e Gaetano Vicari “Uno squarcio di paese fra passato e presente – il quartiere grazia di Barrafranca – la gente, la chiesa, la madonna, la festa”, Bonfirraro Editore. Questa sera assisteremo ad una rivisitazione, non sappiamo come avverrà, sarà una sorpresa. Staremo a vedere!

QUESTA SERA TUTTI IN PIAZZA REGINA MARGHERITA ALLE ORE 20.30.

Rita Bevilacqua

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