Il barrese Fabio Accardi ci tiene a dire la propria opinione sulla foto che, in questi giorni, ritrae una macchina della polizia municipale barrese parcheggiata nello spazio riservato ai disabili e che sta scuotendo la sensibilità del popolo della rete. Infatti ritiene, in modo garbato e semplicistico, che, per evitare facili giudizi ed esasperare la vicenda, una riflessione tra noi popolo di BARRAFRANCA vada fatta, tanto che poi ogni può trarre le personali conclusioni. E il giro di parole “A Barrafranca si sa; si fa” è un modo per far riflettere tutta la città la città di Barrafranca nessuno escluso.
” I due malcapitati in divisa sono Barresi e a BARRAFRANCA si sa; si fa. Parcheggiare nello spazio riservato ai disabili, parcheggiare sulle strisce pedonali o sui marciapiedi, salire con le auto sulle piazzette. A BARRAFRANCA si sa; si fa! Ormai siamo tutti assuefatti a questa forma di “legalità” in salsa nostrana dove tutto è concesso, tutto è possibile. Ci si può fermare con l’auto nel bel mezzo della strada per fare una chiacchierata con l’amico, facendo accumulare una coda chilometrica; siamo l’unica città al mondo dove le strisce pedonali sono segnate esclusivamente davanti l’ingresso degli esercizi commerciali e tutti gli edifici pubblici: scuole, caserma dei carabinieri, stazione dei vigili
urbani ne sono sprovvisti. Ci indigniamo, certo, parliamo, scriviamo ma poi torniamo nel torpore della quotidiana “legalità” di casa nostra aspettando, aspettando e aspettando che tutto cambi o che qualcuno Ci cambi. Ma in fondo quale indicibile reato hanno commesso i due sventurati in uniforme: hanno occupato per due miseri minuti il parcheggio riservato ai disabili per poter punire un automobilista indisciplinato che aveva parcheggiato l’auto nell’ingresso della piazza, il quale si sarà sicuramente giustificato urlando che era lì da neanche due minuti per chiamare il medico per la madre ammalata.E allora qual’è la colpa dei due irreprensibili vigili urbani se non quella di avere dimenticato per due minuti della divisa che indossavano ed essersi comportati come due normalissimi cittadini Barresi”.