E’ in uscita per Bonfirraro editore una nuova pubblicazione, scritta e pensata interamente in italiano, a firma di Frans Sammut, uno dei più importanti intellettuali maltesi, scomparso prematuramente nel 2011 a soli 66 anni. Pluripremiato a livello internazionale, l’autore è conosciuto nel panorama culturale per il suo best seller Il-Gaġġa (La Gabbia) del 1971, giunto già alla sua quinta edizione, che ispirò l’omonimo film dello stesso anno, diretto da Mario Philip Azzopar.
Scrittore, saggista e drammaturgo, Sammut ha sempre coltivato una grande passione per la storia e dei suoi mutamenti, e proprio su questo argomento abbiamo scambiato due chiacchiere con il figlio Mark, studioso di Storia del Diritto, che non esita a ricordare il genitore con incommensurato amore filiale.
Dr. Sammut, suo padre è conosciuto in Italia e a Malta per la sua penna da romanziere: da dove, secondo lei, è nata la sua passione per la storia?
«Mio nonno Toninu Sammut era amico dello scrittore Ninu Cremona, il quale scrisse la biografia del grande patriota maltese Michelantonio Vassalli. Io sono sicuro che fu Cremona a seminare l’ammirazione e l’amore per Vassalli in mio padre. Questa devozione crebbe, e per capire meglio il pensiero del patriota, mio padre dovette per forza studiare la Storia. Impiegò 25 anni per far suo il retroscena storico della vita di Vassalli, che poi servì da tela sulla quale dipingere la vita di Vassalli nel romanzo Il sogno maltese (1995). Attraverso Vassalli, “scoprì”, per così dire, la Rivoluzione francese, e scrisse un libro per spiegarla, Ir-Rivoluzzjoni Franciza: Il-Grajja u t-Tifsira (La Rivoluzione francese: la storia e il significato) nel 1989, e 8 anni più tardi Bonaparti f’Malta (Bonaparte a Malta), per spiegare chi fosse l’eroe di Vassalli (per l’appunto Bonaparte) che poi divenne anche il nostro eroe familiare: casa nostra è piena di dipinti e litografie di Napoleone, del ginevrino (JJ Rousseau), di Vassalli … e di Pericle, il filosofo preferito di questi grandi del passato».
Ma la sua ricerca storiografica è incessante, vero?
«Sì, quest’intreccio con la storia ebbe poi un risvolto inaspettato: scrisse un libro sul culto di san Filippo d’Agira (il santo patrono del nostro Haz-Zebbug), un libro su san Giorgio Preca (il primo santo maltese), un libro sulla storia di Haz-Zebbug … alla fine della sua vita stava scrivendo un nuovo romanzo storico, sull’abate Vella, il personaggio de Il Consiglio d’Egitto. Ci si stava lavorando da direi 8/9 anni … mi ricordo che aveva visto il film di Silvio Orlandi parecchie volte, e parecchie volte aveva letto il romanzo di Sciascia. Alla memoria di Sciascia dedica la traduzione francese del libro su Bonaparte, Bonaparte a’ Malte, apparso nel 2008, dicendo: “Alla memoria di Leonardo Sciascia, un grande scrittore che si lamentò della sfortuna storica per la quale la Grande Rivoluzione aveva circumnavigato la sua natia Sicilia”».
La ringraziamo per questo omaggio a Sciascia, anche lui strenuo difensore della cultura isolana. Il suo stile e il suo taglio narrativo sono sempre tesi a una lucida comunicazione, esattamente come succede nello scritto di suo padre, di cui colpisce molto la padronanza della lingua italiana, usata in tutte le più complete sfumature. Da dove è nata la volontà di scrivere questo libro nella nostra lingua madre?
«È uno dei soli due libri che mio padre scrisse in italiano. Fui io a chiedergli di scriverli, e mi volle accontentare: capirete bene che per me rappresentano un alto valore sentimentale. L’altro tratta Cagliostro e Malta, e papà offre un’interpretazione originalissima della storia che il “divino” raccontava delle proprie origini maltesi. Spero che anche questo libro possa vedere la luce del sole in un futuro non lontano».